Spetta la tassazione agevolata della Naspi a chi si trasferisce in Italia?

Patrizia Del Pidio

02/09/2025

La Naspi può essere tassata con il regime previsto per gli impatriati se il lavoro da cui deriva è tassato con l’agevolazione? Vediamo la risposta dell’Agenzia delle Entrate.

Spetta la tassazione agevolata della Naspi a chi si trasferisce in Italia?

Le somme percepite a titolo di Naspi non rientrano nella tassazione agevolata del regime per gli impatriati. Il chiarimento è fornito dall’Agenzia delle Entrate con la risposta a Interpello 228 del 1° settembre 2025.

La domanda era stata posta da un contribuente che si era trasferito in Italia nell’aprile 2022 lavorando come dipendente fino a settembre 2023. Sui redditi percepiti aveva applicato la tassazione agevolata prevista dal regime impatriati.

Con la fine del lavoro lo stesso dipendente ha iniziato a fruire della Naspi e ha interrogato l’Agenzia delle Entrate circa la possibilità di applicare la tassazione agevolata anche all’indennità percepita per circa 10 mesi, visto che la stessa scaturiva dal rapporto di lavoro i cui stipendi ha beneficiato del regime impatriati.

Vecchio e nuovo regime impatriati

L’Agenzia delle Entrate chiarisce, innanzitutto, che il regime agevolativo per gli impatriati che ha sostituito il precedente si applica dal 1° gennaio 2024. Il regime prevede una tassazione agevolata temporanea per i lavoratori che trasferiscono la residenza in Italia dal regime di imposta 2024 e stabilisce che i redditi assimilati e per quelli da lavoro dipendente, entro 600.000 euro annui, concorrono alla formazione del reddito imponibile nella misura del 50% del loro ammontare.

Per chi ha trasferito la residenza in Italia entro il 31 dicembre 2023, quindi, si applica il vecchio regime, come nel caso dell’Interpello. In questo caso la tassazione agevolata prevede che per 5 periodi di imposta il reddito da lavoro dipendente e di lavoro autonomo prodotto in Italia concorra alla formazione del reddito imponibile nella misura del 30% del suo ammontare (o del 10% se la residenza è trasferita in una delle seguenti Regioni Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna, Sicilia). Il vecchio regime, trascorso il primo quinquennio, si applica per ulteriori cinque anni per i lavoratori con almeno un figlio minorenne a carico e a quelli che acquistano un’unità immobiliare in Italia. In questo secondo quinquennio i redditi agevolati concorrono alla formazione del reddito nella misura del 50% (del 10% per i lavoratori con almeno tre figli minorenni a carico).

La risposta dell’Agenzia delle Entrate sulla tassazione agevolata della Naspi

Il contribuente che ha posto l’interpello rientra nel vecchio regime per impatriati, ma la tassazione della Naspi non rientra nell’agevolazione. Le Entrate ricordano che la normativa sui lavoratori impatriati vuole tutelare e sostenere le persone che decidono di trasferirsi in Italia per lavorare e si applica esclusivamente ai redditi di lavoro dipendente, assimilati, di lavoro autonomo o di impresa.

La Naspi, essendo una indennità di disoccupazione erogata dallo Stato per sostenere le persone che hanno perso il lavoro, non soddisfa i requisiti richiesti dalla normativa per i lavoratori impatriati poiché non è percepita svolgendo attività lavorativa e pertanto deve essere tassata per intero.

Argomenti

# Naspi

Iscriviti a Money.it