Quando i figli rispondono dei debiti dei genitori e come difendersi

Ilena D’Errico

9 Febbraio 2024 - 22:12

condividi

Raramente i debiti dei genitori passano ai figli, ma in alcuni casi sono proprio loro a risponderne e a rischiare le relative conseguenze. Ecco quando e come difendersi.

Quando i figli rispondono dei debiti dei genitori e come difendersi

Non sono certo poche le famiglie italiane preoccupate per i debiti, anche se non tutti della stessa entità. Andando avanti con l’età, soprattutto se ci sono poche possibilità di pagare quanto dovuto, i genitori temono che i figli possano patire delle conseguenze e non vogliono certo lasciare che le proprie obbligazioni ricadano su di loro. In effetti, con la morte dei genitori i loro debiti potrebbero ricadere sui figli, ma non è l’unica circostanza in cui ciò può accadere.

Non che i figli siano meno intimoriti all’idea, soprattutto se stanno faticando per raggiungere una stabilità economica soddisfacente. La regola generale è che ognuno risponde dei debiti contratti personalmente, con il proprio patrimonio presente e futuro. L’eventuale responsabilità ricadente sui figli è infatti riservata a casi limitati. Ecco quando i debiti dei genitori passano ai figli e come difendersi.

Debiti dei genitori nell’eredità

L’eredità è la principale preoccupazione per i genitori che hanno debiti, ma anche l’ipotesi principale per cui i figli potrebbero avere ripercussioni. I figli sono chiamati all’eredità secondo le norme successorie, ma non sono obbligati ad accettarla. La facoltà di rifiutare o, in alternativa, accettare con beneficio d’inventario sono pensate principalmente per tutelarsi dai debiti ereditari, ma bisogna adottare qualche accorgimento.

Innanzitutto, è importante fare attenzione a non accettare l’eredità tacitamente. ossia a non compiere alcun comportamento concludente che palesi la volontà di accettarla o che sia riservato a un erede. L’accettazione, anche se tacita, non è infatti revocabile. Accettando l’eredità i figli diventano eredi e dunque rispondono dei debiti ereditari, in proporzione alla propria quota, con il proprio patrimonio e quello ricevuto in eredità.

Si può quindi pensare di accettare con beneficio d’inventario, per tutelare i propri beni, soprattutto se i debiti non superano il valore dell’eredità. Infine, è possibile rinunciare, perdendo qualsiasi diritto successorio (anche se è possibile revocare la rinuncia entro 10 anni) e liberandosi di ogni responsabilità. Attenzione a chi è in possesso di alcuni beni ereditari, circostanza plausibile quando sono defunti i genitori, a eseguire l’inventario entro 3 mesi dall’apertura della successione e poi accettare con beneficio o rifiutare entro 40 giorni. Altrimenti, si perde la possibilità di rinunciare o accettare con beneficio d’inventario, diventano eredi puri e semplici.

Bisogna dunque rivolgersi a un notaio per valutare la scelta migliore rispetto alla composizione dell’eredità e alle proprie preferenze. Si ricorda, infatti, che rinunciando all’eredità non sarà possibile tenere per sé alcun bene dei genitori. I figli possono però essere nominati come legatari nel testamento per destinare loro alcuni beni specifici, che possono accettare senza alcun riflesso sull’eredità e i relativi debiti. Bisogna comunque enere conto dei debiti che non rientrano nell’eredità, valutando anche che alcuni beni non sono pignorabili.

Figli che hanno fatto da garanti ai genitori

Dopo l’eredità, l’ipotesi principale in cui i debiti dei genitori ricadono sui figli è quella in cui hanno prestato una fideiussione in loro favore. Se i figli hanno fatto da garanti per un prestito che i genitori non hanno pagato ne rispondono personalmente, come obbligazione derivante dal contratto di fideiussione che non ha nulla a che vedere con l’eredità o il vincolo di parentela.

La possibilità di difendersi da questo genere di debito è molto limitata, perciò se l’inadempimento è dovuto alla morte dei genitori - che non hanno lasciato altri debiti - è spesso utile accettare l’eredità per compensare almeno in parte il debito.

Figli conviventi con i genitori

Anche tra figli e genitori si applica la norma secondo cui le obbligazioni personali sono tali, pur quando conviventi. Allo stesso tempo, tuttavia, le azioni creditizie potrebbero comportare un pignoramento dei beni con riflessi anche su quelli del figlio convivente (a prescindere dalle questioni ereditarie). In questo caso, è necessario poter dimostrare la proprietà dei beni in questione (con fatture d’acquisto o prove di pagamento).

Argomenti

Iscriviti a Money.it

Correlato