Proposte zero, poltrone tante: ecco il primo mese del Movimento 5 Stelle

Alessandro Cipolla

06/04/2018

I 5 Stelle parlano di temi ma nel concreto si sono solo spartiti gli incarichi con il Centrodestra: lo sguardo ora è sulle nomine delle partecipate.

Proposte zero, poltrone tante: ecco il primo mese del Movimento 5 Stelle

Il mantra del Movimento 5 Stelle è sempre quello: non siamo interessati alle poltrone, vogliamo fare un patto programmatico o con il PD oppure con la Lega. Peccato però che finora non sia uscita fuori una sola proposta concreta ma in cambio i pentastellati hanno fatto incetta di incarichi.

Non solo Roberto Fico alla guida della Camera, i 5 Stelle in questo mese si sono spartiti con il Centrodestra la quasi totalità delle poltrone da assegnare. Sullo sfondo però c’è anche l’importante partita delle nomine delle società partecipate dello Stato.

Movimento 5 Stelle piglia tutto

Non si tratta di mancanza di democrazia ma semplicemente del rispetto delle volontà espresse dagli elettori”. Queste sono le parole con cui Vito Crimi, senatore 5 Stelle appena eletto con i voti anche di Lega e Forza Italia a capo della commissione Speciale del Senato, ha voluto rispondere alle proteste che si sono levate dal PD per questa ennesima nomina fatta propria dai grillini.

La scelta di Crimi infatti, che ora andrà a presiedere l’importante commissione che tra le altre cose dovrà esaminare anche il Def, arriva dopo la perfetta spartizione di incarichi tra il Movimento e il Centrodestra avvenuta nelle Presidenze di Camera e Senato.

Oltre alla carica di Presidenti il Movimento 5 Stelle, la Lega e Forza Italia, si sono divisi anche i posti di vice presidenti, di segretari e questori, lasciando al Partito Democratico poco più delle proverbiali briciole.

In teoria si potrebbe dire che una maggioranza in Parlamento già ci sia e che stia operando in perfetta sintonia. Invece terminato il primo giro di consultazioni al momento non sembrerebbe esserci all’orizzonte nessun accordo di governo.

Il Movimento 5 Stelle ha lanciato un appello al PD e un altro, distinto, alla Lega per mettere nero su bianco un programma di governo come avvenuto di recente in Germania tra CDU e SPD.

Peccato però che i pentastellati non siano entrati ancora nel merito. I famosi temi che stanno tanto a cuore non sono ancora noti, tanto che al momento non si capisce su quali basi possano nascere delle intese di governo.

Di Maio ad esempio non ha detto a Salvini abbassiamo le tasse, cambiamo la Fornero e cerchiamo una soluzione sul Reddito di Cittadinanza. Al tempo stesso a quel che rimane del PD neanche sono state fatte proposte per potenziare il Reddito di Inclusione, fare una legge sulla corruzione e altre sui diritti civili.

Insomma il foglio programmatico che dovrebbe essere la base del prossimo governo è ancora bianco, mentre con grande solerzia e velocità tutte le poltrone sono state occupate lasciando ai vinti poco o niente.

Le partecipate

Ma questo potrebbe essere nulla in confronto alla partita che si dovrà giocare sulle nomine in scadenza delle partecipate. In totale tra consigli di amministrazione e collegi sindacali ci sono più di 300 posti da assegnare.

Le aziende poi sono quelle più in vista e strategiche per il nostro paese. Dalla Cassa Depositi e Prestiti fino alla Saipem per arrivare infine alla RAI, le poltrone da assegnare sono tante e di grande peso.

Il Movimento 5 Stelle anche qui è stato categorico: il governo Gentiloni in carica non si azzardi a fare le nomine visto l’esito delle elezioni. Anche in questo caso la “maggioranza fantasma” al momento formata da Centrodestra e grillini punta a fare il pieno, per il programma di governo invece non c’è poi tutta questa fretta.

Accesso completo a tutti gli articoli di Money.it

A partire da
€ 9.90 al mese

Abbonati ora

Iscriviti a Money.it