Promesse elettorali come se piovesse ad ormai meno di un mese dalle elezioni politiche 2018: quanto costerebbe realizzarle? Codacons ha calcolato che ogni famiglia pagherebbe oltre 8.000 euro.
La “fiera” delle promesse elettorali: è questo il termine che in molti, ad ormai meno di un mese dalle elezioni politiche 2018, attribuiscono ai programmi dei diversi gruppi politici che concorreranno alla prossima tornata elettorale.
Dall’abolizione del canone Rai e delle tasse universitarie, fino all’abolizione della Legge Fornero e all’introduzione della Flat Tax: proposte che tutto sembrano fuorché sostenibili.
Quanto costerebbe attuare le promesse elettorali dei diversi partiti? Un calcolo del conto da pagare è stato fatto da Codacons, che ha analizzato gli effetti concreti delle proposte di M5S, Forza Italia, Lega e PD qualora dovessero trasformarsi in realtà.
Un conto salato per le famiglie, che si troverebbero a dover sborsare esattamente 8.236 euro ciascuna.
Quel che appare chiaro è che le proposte elettorali dei partiti politici, in vista delle elezioni politiche 2018, andranno soltanto apparentemente a vantaggio dei cittadini che, al contrario, si ritroverebbero a dover ripagare il tutto, ed è il caso di dire con tassi di interessi “da usura”.
La fiera delle promesse in vista delle elezioni politiche 2018
Era il 19 dicembre 2017 quando il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, invitava i partiti in campagna elettorale a presentarsi agli elettori con proposte comprensibili e realistiche.
I partiti politici che parteciperanno alle elezioni politiche 2018 pare abbiano afferrato soltanto il primo concetto: presentarsi con proposte comprensibili e, per farlo, hanno deciso di colpire dritto allo stomaco, per non dire al portafogli.
Basti pensare alla proposta di abolizione della Legge Fornero della coalizione di centro-destra, all’introduzione del reddito di cittadinanza del M5S o alla proposta di estendere il bonus di 80 euro anche alle partite Iva e a tutte le famiglie con figli.
Tutte proposte che, tenuto conto dell’attuale quadro delle finanze italiane, sono tutt’altro che realistiche. Il calcolo di quanto costerebbe realizzare alcune delle proposte dei principali gruppi politici è stato fatto dal Codacons che ha analizzato le promesse una per una.
Il costo delle principali promesse elettorali
Partiamo dalle misure per il contrasto alla povertà, ovvero dal reddito di cittadinanza del M5S e dal reddito di dignità di Forza Italia. In tutto servirebbero ben 15 miliardi di euro per attuare la promessa dei pentastellati e ben 29 miliardi di euro per la promessa di Berlusconi, cifre che spalmate sulle famiglie italiane costerebbero 1.208 euro cadauna.
Per la tanto sbandierata abolizione della Legge Fornero servirebbero 3.333 euro a famiglia. E ancora, restando in ambito previdenziale, l’innalzamento delle pensioni minime a 1.000 euro costerebbe 1.250 euro a famiglia.
Passando sul fronte fiscale arriviamo alla tanto chiacchierata Flat Tax, l’imposta secca ad aliquota unica per tutti che andrebbe a sostituire l’attuale sistema dell’Irpef per aliquote e scaglioni: ogni famiglia dovrebbe farsi carico di 1.666 euro.
Il Codacons poi cita alcune delle promesse che apparentemente sembrano introdurre vantaggi immediati per i cittadini ma che nella pratica “sottrarrebbero risorse indispensabili ai conti pubblici con effetti per le tasche degli utenti”. Si tratta dell’abolizione delle tasse universitarie, che costerebbero circa 79 euro a famiglia, dell’abolizione del canone Rai, pari a 75 euro a famiglia e di ulteriori 125 euro a famiglia per l’abolizione del bollo sulla prima auto.
Uno sguardo alla realtà
A meno di un mese dalle elezioni politiche 2018 a guardare i programmi dei diversi gruppi parlamentari uno dei dati evidenti è che nella maggior parte dei casi si tratta di proposte lontane dalla realtà.
Non bisogna dimenticare che l’Italia è, e continua ad essere, alle prese con un debito pubblico fuori misura e che, prima dell’estate, il Governo che vincerà le elezioni sarà chiamato a varare una nuova misura correttiva pari a circa 4 miliardi di euro nel rispetto dei vincoli comunitari di contenimento del debito.
A questa somma si aggiungono, inoltre, ben 10 miliardi di euro da reperire nella prossima Legge di Bilancio per una nuova sterilizzazione delle clausole di salvaguardia, il “fardello” che l’Italia porta sulle spalle dal lontano 2012 e che minaccia un nuovo aumento delle aliquote Iva dal 2019.
Ma tutto questo oggi conta poco: parlare di come stanno realmente le cose prende meno di promettere sconti, agevolazioni, riduzione delle tasse e lavoro per tutti.
Peccato che, poi, a pagare sono sempre gli stessi.
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