Montero e Iglesias, esponenti di spicco del partito spagnolo di sinistra Podemos, scelgono una scuola privata per i loro figli dopo averla definita “una rapina dei ricchi ai danni dei poveri”.
Tre campi sportivi, una palestra, un auditorium, tre laboratori, una biblioteca e un laboratorio informatico dove si insegnano progettazione digitale, robotica e linguaggio Python. Sono queste le caratteristiche, o almeno alcune, della scuola privata, nella periferia di Madrid, scelta per due dei tre figli della coppia spagnola composta Irene Montero e Pablo Iglesias, esponenti di spicco del noto partito di sinistra Podemos.
Montero è membro della direzione di Podemos, europarlamentare ed ex ministra dell’Uguaglianza del Governo della Spagna da gennaio 2020 a novembre 2023; Iglesias è uno dei fondatori di Podemos (2014), partito di cui è stato segretario generale fino al 2021, nonché ex Vicepresidente del Governo di Spagna tra il 2020 e il 2021 sotto governo Sánchez, ex ministro per i diritti sociali fino al 2021 ed è deputato al Congresso dei deputati spagnolo - ora è direttore di Canal Red e ristoratore (ha appena raccolto 140.000 euro tramite crowdfunding per ampliare la sua taverna).
Le polemiche non sono tardate ad arrivare, considerando l’attacco sferrato tempo fa dalla stessa coppia nei confronti della scuola pubblica. La decisione di Montero e Iglesias di unirsi all’élite educativa mette così (nuovamente) in discussione la loro credibilità politica, come accaduto nel 2018, quando decisero di acquistare una villa in stile neocoloniale con piscina, scatenando la più grande crisi politica per il partito Podemos. La coppia ha tentato di salvare la propria reputazione sottoponendo la decisione a una consultazione popolare, ma la loro ansia di elevarsi socialmente - rinunciando ai propri principi - pare aver avuto un prezzo che ancora non hanno finito di pagare. E ora è addirittura aumentato.
Montero e Iglesias nella bufera in Spagna per la scuola scelta per i figli
Come ricorda El Mundo, Iglesias un tempo affermava che «l’istruzione privata non è pensata per tutti; è pensata per una minoranza che se la può permettere», spiegando come sia «una rapina dei ricchi ai danni dei poveri » e «un meccanismo di segregazione sociale, in cui le famiglie più ricche vengono separate dal resto».
Affermava anche che «mamma e papà mandano i loro figli alle scuole private perché non vogliono che si mescolino con i bambini della classe operaia, i bambini rom o i figli degli immigrati marocchini ed ecuadoriani» e che «ciò che alcune persone vogliono è un’istruzione per i ricchi, con bambini biondi al 100%, i cui genitori possano mandarli in Irlanda a imparare l’inglese».
Montero, da parte sua, sosteneva che «difendere la privatizzazione non è femminista perché dove c’è privatizzazione, c’è una perdita di proprietà pubblica, e dove c’è una perdita di proprietà pubblica, c’è un’assunzione di responsabilità da parte delle donne». E perché, allora, hanno scelto una scuola privata? Fonti interne a Podemos hanno rifiutato di commentare «per motivi di sicurezza».
Podemos sostiene da sempre che debba esistere una rete unica di scuole pubbliche. Nel suo programma elettorale del 2019, spingeva per una nuova legge sull’istruzione come “strumento fondamentale per invertire i processi di privatizzazione e segregazione che impediscono all’istruzione di svolgere il suo ruolo di eguaglianza sociale“. Quando Iglesias è entrato al governo, la sua influenza è stata fondamentale affinché nella Legge Celaá fosse inclusa la revoca dei finanziamenti alle scuole private che separano per sesso, nonostante la forte opposizione del PSOE. Ma non solo. Grazie a Podemos, è stata vietata la cessione di terreni comunali alle scuole paritarie, istituti privati che ricevono fondi pubblici e che sono nel mirino del partito viola.
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