Il prezzo del petrolio crolla sulla nuova decisione OPEC: il timore è di avere troppo greggio rispetto alla domanda. Cosa succede?
Il prezzo del petrolio è crollato lunedì 5 maggio sui timori di una sovrabbondanza globale dopo che l’OPEC+ ha concordato un altro aumento della produzione, incrementando l’offerta in un momento in cui la domanda è messa a dura prova dagli effetti della guerra commerciale.
Il benchmark globale Brent ha ceduto fino al 4,6%, raggiungendo i 58 dollari al barile, mentre il West Texas Intermediate si è attestato intorno ai 56 dollari subito dopo la decisione del cartello e dei suoi alleati nell’incontro del 3 maggio.
In attesa dell’apertura delle Borse europee, i futures del greggio continuano a scambiare in rosso, con il Brent che cede circa il 2,70% a 59,62 dollari al barile e il WTI perde quasi il 3% a 56,56 dollari al barile.
Entrambi i contratti hanno toccato il livello più basso dal 9 aprile all’apertura di lunedì. Con la sua ultima decisione, l’OPEC+ ha concordato di accelerare gli aumenti della produzione di petrolio per il secondo mese consecutivo, aumentando la produzione a giugno di 411.000 barili al giorno (bpd).
Le prospettive sono di un mercato in surplus: c’è troppo greggio rispetto alla domanda?
Il prezzo del petrolio affonda, qual è la strategia dell’OPEC?
Gli otto membri OPEC, guidati dall’Arabia Saudita, hanno concordato sabato di aumentare la produzione di altri 411.000 barili al giorno a giugno. La decisione arriva un mese dopo che il cartello aveva sorpreso il mercato accettando di incrementare dello stesso importo a maggio.
L’aumento della produzione di giugno è quasi il triplo dei 140.000 barili al giorno inizialmente previsti da Goldman Sachs. L’OPEC+ immetterà sul mercato oltre 800.000 barili al giorno di offerta aggiuntiva nel corso di due mesi.
Con questa iniezione ulteriore di greggio le quotazioni sono destinate a perdere terreno. Ad aprile i prezzi del petrolio hanno già registrato la maggiore perdita mensile dal 2021, poiché i dazi di Trump hanno suscitato timori di una recessione che rallenterà la domanda, mentre l’OPEC+ sta rapidamente aumentando l’offerta.
Fonti dell’OPEC+ hanno riferito alla Reuters che il gruppo potrebbe annullare completamente i tagli volontari entro la fine di ottobre se i membri non miglioreranno il rispetto delle quote di produzione. L’Arabia Saudita starebbe facendo pressioni sull’organizzazione affinché acceleri l’annullamento dei precedenti tagli alla produzione per punire i membri Iraq e Kazakistan per il mancato rispetto delle loro quote di produzione.
In quetso contesto, aziende di servizi per giacimenti petroliferi come Baker Hughes e SLB prevedono che gli investimenti per esplorazione e produzione diminuiranno quest’anno a causa della debolezza dei prezzi.
“Le prospettive di un mercato petrolifero con eccesso di offerta, l’aumento delle tariffe, l’incertezza in Messico e la debolezza dell’attività in Arabia Saudita stanno complessivamente limitando i livelli di spesa upstream a livello internazionale”, ha affermato il CEO di Baker Hughes, Lorenzo Simonelli, durante la conference call sui risultati del primo trimestre dell’azienda, il 25 aprile.
La scorsa settimana i colossi petroliferi Chevron ed Exxon hanno annunciato utili per il primo trimestre in calo rispetto allo stesso periodo del 2024 a causa del ribasso dei prezzi del petrolio.
Previsioni prezzi petrolio, il calo continuerà?
Barclays e ING hanno abbassato le loro previsioni sul greggio Brent in seguito alla decisione dell’OPEC+.
Barclays ha ridotto le sue stime sul Brent di 4 dollari al barile, portandolo a 66 dollari al barile per il 2025 e di 2 dollari al barile, portandolo a 60 dollari al barile per il 2026, mentre ING prevede che il Brent raggiungerà una media di 65 dollari al barile quest’anno, in calo rispetto ai precedenti 70 dollari.
“Ora ci aspettiamo che l’OPEC+ elimini gradualmente gli ulteriori aggiustamenti volontari entro ottobre 2025, ma prevediamo anche una crescita leggermente più lenta della produzione petrolifera statunitense”, ha affermato in una nota l’analista di Barclays Amarpreet Singh.
L’impatto netto della maggiore produzione OPEC+ e della minore estrazione statunitense ha aumentato la stima di Barclays sull’offerta nel 2025 di 290.000 barili al giorno per il 2025 e di 110.000 barili al giorno per il 2026, ha affermato.
Gli analisti di ING, guidati da Warren Patterson, hanno dichiarato che si prevede che il bilancio mondiale del petrolio si sposterà ulteriormente in surplus nel corso del 2025.
“Il mercato petrolifero ha dovuto affrontare una significativa incertezza della domanda a causa dei rischi tariffari. Questo cambiamento nella politica dell’OPEC+ aumenta l’incertezza sul lato dell’offerta”, hanno aggiunto.
In un quadro economico e geopolitico così incerto e complesso anche il prezzo del petrolio fatica a trovare una sua direzione chiara. Il tonfo delle quotazioni, però, se continuativo potrebbe tradursi in costi più bassi per il pieno alle pompe di benzina.
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