Prezzo del gas torna a salire, nuovo allarme per l’Europa?

Violetta Silvestri

31 Gennaio 2024 - 13:07

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Perché il prezzo del gas sale di nuovo? Tutti i rischi per l’Europa, in bilico tra scorte sufficienti e timori di shock a causa delle tensioni geopolitiche e non solo.

Prezzo del gas torna a salire, nuovo allarme per l’Europa?

Il prezzo del gas sale in Europa e supera i 30 euro al megawattora per la prima volta in due settimane mentre le tensioni si intensificano in Medio Oriente.

Nella mattinata di mercoledì 31 gennaio, l’allarme sui costi energetici suona quindi di nuovo per il vecchio contente, a testimonianza della vulnerabilità europea agli eventi geopolitici in grado di impattare sul commercio dei combustibili.

Sebbene l’Europa appaia al sicuro e lontana da una crisi energetica, con scorte ben piazzate e una serie diversificata di fornitori di gas - oltre la fatto che il clima rimane in gran parte mite - i prezzi sono sensibili a quanto accade a livello mondiale.

Rispetto a una settimana fa, il benchmark olandese di riferimento per il prezzo del gas europeo è salito di circa l’11% pur restando ampiamente al di sotto della soglia dei 34 euro per megawattora di inizio gennaio. Il tema energia, e nello specifico forniture e costi del gas, resta però molto caldo in Europa. Il rischio di shock rimane potenzialmente una possibilità.

Perché il prezzo del gas aumenta in Europa?

I futures del gas naturale europeo sono aumentati di oltre il 3% superando i 30 euro per megawattora nella mattinata del 31 gennaio, spinti dalla crescente preoccupazione per le forniture.

In seguito agli attacchi nel Mar Rosso, le petroliere che trasportano il gas del Qatar stanno ora percorrendo rotte più lunghe intorno all’Africa, aggirando il Canale di Suez. Anche i problemi di produzione a Freeport, un importante stabilimento statunitense, potrebbero incidere sulle forniture di gas.

Il mercato dell’energia è anche in attesa di una risposta da parte degli Stati Uniti all’assalto dei droni che ha ucciso le truppe americane in Giordania lo scorso fine settimana.

Ci sono inoltre segnali preliminari che le importazioni di Gnl nell’Europa nordoccidentale potrebbero diminuire a febbraio, con meno navi cisterna stimate verso questa direzione. Questo potrebbe coincidere però con un clima potenzialmente più freddo per la seconda metà del prossimo mese. Oltre al fatto che l’interesse all’acquisto di Gnl sta riemergendo anche in Cina.

In sostanza, gli analisti allertano l’Europa su una domanda di gas in aumento, mentre l’offerta rischia di restringersi.

L’allerta è reale. Keisuke Sadamori, Direttore dei mercati energetici e della sicurezza dell’AIE ha sottolineato:

“Ci aspettiamo di vedere una solida crescita della domanda globale di gas quest’anno poiché i prezzi sono scesi a livelli relativamente gestibili. Ma la velocità con cui questa nuova domanda potrà essere soddisfatta sarà fondamentale, soprattutto perché le forniture sono limitate e una nuova sostanziale capacità di GNL sarà operativa solo dopo il 2024”.

La volatilità dei prezzi del gas sarà quindi ancora protagonista, soprattutto in Europa.

Crisi energetica? Segnali positivi in Europa

Da evidenziare, comunque, che la scorsa settimana i prezzi del gas naturale in Europa hanno raggiunto il minimo di sei mesi, pari a circa 27 euro, grazie all’ampio stoccaggio e al clima mite.

Al 29 gennaio, i livelli di stoccaggio del gas nell’Ue erano a un livello soddisfacente del 71,1%, con la Germania al 75,4%, l’Italia al 66,3% e la Francia al 60,6%. Inoltre, l’aumento della produzione di energia eolica porterà a una diminuzione della domanda di gas nel settore energetico, mentre le temperature moderate ridurranno la necessità di riscaldamento. Di conseguenza, si prevede che l’Europa entrerà nella stagione primaverile con oltre il 50% della sua capacità di stoccaggio di gas disponibile, superando la media decennale del 35%

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