Prezzo gas oltre 40 euro/MWh, perché sta salendo?

Violetta Silvestri

29/09/2023

29/09/2023 - 10:20

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Il prezzo del gas viaggia oltre i 40 euro per megawattora. C’è volatilità nel settore energetico e l’Europa rischia ancora instabilità. Perché i costi sono in aumento?

Prezzo gas oltre 40 euro/MWh, perché sta salendo?

Prezzo del gas torna a salire in Europa, superando i 40 euro per megawattora.

Non c’è ancora allarme, ma la volatilità del benchmark olandese, riferimento europeo per i costi della materia prima, significa che il mercato energetico rimane un fattore destabilizzante per la piena ripresa economica dell’Europa.

Mentre ci si avvicina alla stagione invernale, la buona notizia del livello elevato di stoccaggio nei Paesi europei non basta a escludere possibili scosse alla sicurezza energetica.

Al momento in cui si scrive, il prezzo del gas nell’indice olandese segna 42 euro per megawattora, restando al di sotto del picco di quasi 45 euro/MWh raggiunto il 25 settembre, ma comunque in aumento se si considera il valore di 36 euro per megawattora di un mese fa.

Ci sono ancora dei fattori avversi che stanno facendo risalire il prezzo del gas, seppure su soglie minime rispetto a un anno fa. Perché l’Europa rimane in allerta energetica?

Prezzo del gas sale oltre 40 euro in Europa: è un allarme?

Più che di allarme si parla di allerta per il prezzo del gas in Europa, considerando che la questione energetica è stata una delle più complesse per il vecchio continente negli ultimi anni. L’invasione della Russia dell’Ucraina e la determinazione nell’escludere Mosca dai fornitori di questa materia prima cruciale, ha sconvolto le economie europee e tutto il mercato mondiale dell’energia.

Ora, l’inverno è alle porte e si fanno i conti su quanto davvero al sicuro si trovi il vecchio continente con le sue scorte di gas. Per ora, la parola volatilità è quella più appropriata per definire i prezzi del gas in Europa, con il lieve aumento oltre i 40 euro per megawattora dell’ultimo mese a testimoniare tale incertezza.

Si prevede che questa volatilità persisterà a causa delle scarse forniture globali di gas. Secondo diversi analisi, anche se i livelli di stoccaggio del gas in Europa sono attualmente al 95% della capacità, essi offrono un sollievo a breve termine poiché la stagione invernale sta per iniziare.

Il punto sui cui riflettere è che lo stoccaggio da solo non può soddisfare tutto il fabbisogno invernale di gas dell’Europa. La stagione fredda va da ottobre a marzo e, sebbene quanto immagazzinato possa coprire circa un terzo del fabbisogno di gas per il riscaldamento dell’Ue, forti ondate di freddo potrebbero esaurirlo.

Il mercato si trova inoltre ad affrontare rischi quali interruzioni del servizio negli Stati Uniti, condizioni meteorologiche estreme e interruzioni nelle esportazioni di gas russo. Il conflitto in corso in Ucraina ha comportato una riduzione dei flussi di gas dalla Russia e recenti interruzioni prolungate in Norvegia come la chiusura del giacimento di Skarv dal 2 all’8 ottobre, hanno contribuito all’impennata dei prezzi, evidenziando la fragilità del mercato.

In questo scenario precario, il prezzo dei contratti del gas con consegna nel mese di ottobre è aumentato di circa il 5,8% rispetto al prezzo dell’ultimo giorno di negoziazione, dopo essere aumentato di circa il 20% questo mese.

I prolungati lavori di manutenzione e gli scioperi in alcune raffinerie dell’Ue hanno causato la volatilità. Giovedì 28 settembre gli impianti norvegesi del gas hanno annunciato un’altra serie di tagli alla produzione, che limiteranno i flussi dal più grande fornitore europeo.

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