Il prezzo del gas è davvero in calo in Europa? Cosa c’è da sapere

Violetta Silvestri

9 Novembre 2023 - 12:13

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Il prezzo del gas in Europa registra un calo rispetto a inizio mese, ma ci sono diversi fattori da considerare per capire fino a che punto la quotazione è davvero in diminuzione.

Il prezzo del gas è davvero in calo in Europa? Cosa c’è da sapere

Il prezzo del gas nel benchmark di riferimento europeo (TTF Natural Gas Futures consegna dicembre 2023) viaggia sui 47 euro per megawattora nella mattinata del 9 novembre.

L’emergenza energetica, in termini sia di costi che di forniture, sembra ormai superata nel vecchio continente, con i rischi di un nuovo shock per l’inverno ai minimi termini. I motivi sono essenzialmente due: rispetto a una settimana fa, nello specifico al 3 novembre, la quotazione ha registrato un calo del 6,0%. Inoltre, le riserve di gas naturale dell’Europa sono piene mentre la regione si avvia verso l’inverno, con impianti di stoccaggio che operano quasi alla loro capacità massima.

Le preoccupazioni relative alle interruzioni della fornitura di gas dovute al conflitto Israele-Hamas si sono intanto attenuate. Inoltre, si prevede che l’Europa occidentale registrerà un clima più mite entro metà novembre, riducendo la domanda di riscaldamento.

Dal lato dell’offerta, sono riprese le spedizioni di gas naturale da Israele all’Egitto, anche se le importazioni di gas egiziane rimangono relativamente basse, pari a 250 milioni di piedi cubi al giorno, rispetto ai soliti 800 milioni. Israele aveva temporaneamente chiuso il suo giacimento di gas offshore Tamar a causa del conflitto a Gaza. Da qui, il combustibile arriva in Egitto per essere poi spedito anche in Europa.

Tutto è davvero risolto per l’Europa? La questione energetica, in realtà, rimane delicata. Il calo del prezzo del gas è davvero un segnale di ottimismo o nasconde altri dettagli? Cosa c’è da sapere e cosa aspettarsi.

Il prezzo del gas è in calo in Europa, ma di quanto?

La pressione sul prezzo del gas in Europa è in ribasso, soprattutto grazie agli stoccaggi quasi pieni. Nel dettaglio, i prezzi del gas in consegna a gennaio 2024 registrano una notevole diminuzione a 48 euro per megawattora il 9 novembre. A fine ottobre, i futures sul gas in consegna nello stesso mese erano balzati a 54 euro per megawattora.

Al netto dell’inflazione, però, i futures con scadenza mensile sono stati in media di 47 euro per megawattora a ottobre rispetto ai 30 euro di luglio. In sostanza, i prezzi dei futures sul gas con consegna il mese prossimo sono rimasti elevati, nonostante le scorte record. Questo scoraggia l’utilizzo industriale del combustibile, considerato ancora caro, e incoraggia piuttosto le importazioni di gas naturale liquefatto (Gnl).

Gli analisti fanno notare che in termini reali, i prezzi mensili sono stati circa 2,5 volte superiori alla media quinquennale del periodo 2016-2020 e gli acquisti spot di gas sono quindi risultati molto costosi.

La maggior parte degli utenti industriali acquista con contratti legati ai prezzi medi del calendario, ma anche i futures per il 2024 erano in media di 52 euro in ottobre, rispetto a meno di 20 euro prima dell’invasione russa dell’Ucraina. La persistenza di questi prezzi spot e forward elevati ha causato un uso del gas industriale al di sotto dei livelli pre-invasione.

Cosa aspettarsi sulle scorte di gas in Europa

La nota positiva per l’Europa, in previsione dell’inverno, è la quantità di gas che è riuscita a mettere da parte.

I siti di stoccaggio europei erano pieni al 99,6% il 5 novembre, un record per il periodo dell’anno, e il gas ha continuato a fluire come scorta anche grazie alle temperature più miti di questo inizio autunno (che hanno ritardato la domanda di combustibile per il riscaldamento).

L’Europa ha ancora bisogno di risparmiare gas quest’inverno, ma considerando la quantità attualmente immagazzinata, non c’è quasi alcuna possibilità che le scorte scendano a livelli critici, qualunque siano le condizioni atmosferiche. Sulla base dell’attuale livello di stoccaggio si prevede che le scorte diminuiranno a circa 575 TWh prima della fine dell’inverno 2023/24, lasciando i siti pieni al 50%.

Anche con un inverno molto freddo, è molto improbabile che il gas in stoccaggio scenda al di sotto del 32%. Se l’inverno è mite, i siti potrebbero rimanere pieni al 69%.

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