Dollaro forte e politica monetaria della Fed potrebbero avere un impatto significativo sul prezzo dell’oro, che sotto quota 1.300 rafforza il sentiment negativo.
La forza del dollaro sarà in grado di impattare sull’oro, ma le perdite potrebbero essere limitate dal tono più fragile che sta circondando la propensione al rischio degli investitori - le condizioni finanziarie continuano a turbare i mercati emergenti e potrebbero potenzialmente innescare una pressione di vendita sull’azionario.
L’oro ha viaggiato in forte ribasso durante la settimana data la combinazione di un dollaro forte e rendimenti obbligazionari più elevati che hanno finito per indebolirlo. La rottura di quota 1.300 dollari è stata determinante per l’avvio di ulteriori vendite.
Le condizioni finanziarie più rigide continueranno a turbare le valute dei mercati emergenti, e l’oro acquisterà forza se i timori di contagio si estenderanno colpendo altri mercati. Il bene rifugio potrebbe guadagnare terreno anche liddove i timori di contagio dell’Eurozona aumentassero a seguito di un probabile accordo di governo 5Stelle-Lega in Italia.
I market mover della settimana relativi agli Stati Uniti saranno relativamente pochi, per cui è difficile che avranno un grosso impatto sulle previsioni. I dati sulle richieste di sussidi alla disoccupazione di giovedì potrebbero risultare significativi, considerate le rilevazioni delle ultime settimane. Giovedì saranno inoltre pubblicati i dati sulle vendite di abitazioni esistenti, mentre venerdì sarà il momento dei dati sui beni durevoli e di quelli sulla fiducia dei consumatori del Michigan.
Prezzo dell’oro: cruciale la politica della Fed
I verbali della Federal Reserve relativi alla riunione di maggio saranno esaminati attentamente, visto che la posizione della banca centrale rappresenterà un fattore cruciale sia per il dollaro che per i rendimenti USA. L’ultima dichiarazione è stata leggermente meno hawkish del previsto, con una dimostrazione di riluttanza a passare a un tono più aggressivo in questa fase, visto che il FOMC ha continuato a puntare a incrementi graduali del tasso sui fondi della Fed.
I mercati esamineranno la retorica della Fed per valutare se nel comitato di politica monetaria sono state effettivamente poste le basi per un rialzo più veloce di tassi di interesse. In particolare, l’attenzione si sposterà sui prezzi al consumo, visto che alcune indagini hanno evidenziato pressioni al rialzo sui salari e sull’inflazione, mentre i dati ufficiali sono rimasti a livelli inferiori.
Anche i commenti sulla politica fiscale e quelli sul potenziale impatto della politica monetaria della Fed saranno strettamente monitorati, vista la mancanza di riferimenti all’interno della dichiarazione. In focus anche gli interventi che i membri del FOMC terranno nel corso della settimana.
Le aspettative di inflazione saranno importanti per il sentiment e per le potenziali implicazioni sull’oro. Se i mercati giungessero alla conclusione che la Fed potrebbe fare uno sforzo per chiudere la curva, le aspettative generali di inflazione potrebbero essere contenute, il che dovrebbe contribuire a rafforzare il dollaro e anche a limitare la domanda di oro.
Se dovessero invece esserci prove di una Fed più disposta a tollerare un modesto aumento dell’inflazione, il prezzo dell’oro potrebbe tornare a guadagnare terreno. In questo contesto, il prezzo del petrolio rimarrà un elemento cruciale, soprattutto con i prezzi ai massimi di tre anni - ulteriori aumenti del greggio farebbero crescere le paure di un’inflazione in salita.
I livelli tecnici saranno importanti per l’oro dopo la caduta sotto quota 1,300 dollari. Il mancato recupero di questo livello tende a rafforzare il sentiment negativo.
In questo momento la quotazione sta viaggiando in ribasso dello 0,44%, su quota 1.287 dollari l’oncia.
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