Il prezzo del petrolio sta affondando. Che succede alla quotazione del WTI e a quella del Brent? Si torna in negativo?
Il prezzo del petrolio è crollato anche oggi e ha registrato ancora una volta perdite a doppia cifra percentuale. Il tutto dopo la forte flessione messa a segno ieri, lunedì 27 aprile, nella prima seduta di una nuova, difficile settimana.
La quotazione del WTI è stata la più colpita dalle vendite, ma neanche il Brent è riuscito a salvarsi.
Le oscillazioni del prezzo del petrolio sono tornate ad attirare l’attenzione di un mercato ormai sotto shock visto quanto accaduto nelle ultime settimane. Dopo il tentativo di recupero dei giorni scorsi, ieri le quotazioni hanno imboccato ancora la via del ribasso, ma oggi la situazione è addirittura peggiorata.
Prezzo del petrolio: che sta succedendo?
A causare le ultime oscillazioni del prezzo del petrolio è stato quel mix letale di elementi che già nelle ultime settimane ha determinato un vero e proprio shock sul mercato energetico.
L’aumento globale delle scorte e i timori riguardanti il crollo della domanda causato dal coronavirus sono tornati a pesare sulla quotazione del WTI e, seppur più lievemente, sulla quotazione del Brent. La prima, oggi, ha bruciato un altro 13% che si è aggiunto al -25% di ieri.
L’accordo sui tagli trovato qualche tempo fa dall’OPEC+, e in procinto di entrare in vigore il prossimo 1 maggio, ha fallito nell’intento di richiamare i venditori e le cose sono peggiorate sempre di più. Non molto tempo fa, il prezzo del petrolio è sceso addirittura in territorio negativo per la prima volta nella storia.
Il tutto mentre lo sbilanciamento del mercato in favore dell’offerta ha portato a chiedersi dove verranno stipate le giacenze di oro nero in eccesso, visto che molte aziende hanno quasi raggiunta la massima capacità di stoccaggio.
“Il contratto di giugno (quotazione WTI, ndr) sta crollando perché la realtà è che i livelli della domanda sono attualmente molto al di sotto dei livelli di produzione e ci sono opzioni di stoccaggio limitate”,
ha dichiarato Reid Morrison, oil and gas advisory leader di PwC alla CNBC.
Nelle ultime ore, comunque, non hanno certamente aiutato le notizie giunte dagli USA, dove lo United States Oil Fund, piuttosto popolare tra il pubblico retail, si è detto pronto a vendere tutti i suoi contratti di giugno in favore di scadenze più lunghe.
Ad oggi, il prezzo del petrolio Brent sta scambiando intorno ai $19 (futures sul contratto di giugno), mentre la quotazione del WTI (ancora future sul contratto di giugno) sta crollando del 13% intorno a quota $11. Il timore è che il texano si riporterà di nuovo sotto la parità.
Le perdite continueranno, ma fino a quando?
Secondo gli analisti di Goldman Sachs la quotazione del WTI e quella del Brent potrebbero continuare a risentire di questo contesto globale. La capacità globale di immagazzinamento delle scorte sarà completa nell’arco di 3 o 4 settimane cosa che porterà molti produttori a fermarsi per compensare (per quanto possibile) le perdite della domanda.
Tutto ciò non farà che incrementare la volatilità: il prezzo del petrolio continuerà a perdere quota almeno finché il mercato non tornerà ad essere bilanciato.
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