Prezzo del petrolio: è tonfo

C. G.

28 Gennaio 2019 - 07:47

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Il prezzo del petrolio perde oltre l’1%: cosa sta accadendo adesso alle quotazioni di Brent e Wti

Prezzo del petrolio: è tonfo

Il prezzo del petrolio è tornato a scambiare in deciso ribasso nelle ultime ore di trading.

Determinanti, nella flessione delle quotazioni, sono stati diversi elementi, tra cui gli ultimi dati sugli impianti di trivellazione di Baker Hughes resi noti nella serata di venerdì 25 gennaio.

Ancora una volta l’aumento della produzione statunitense ha contribuito alla flessione del petrolio, preoccupato dall’idea di un mercato sbilanciato ed eccessivamente fornito. Sulle quotazioni, però, non ha pesato soltanto l’incremento dell’output USA.

Prezzo del petrolio soffre: i dati sulla produzione spaventano

Stando a quanto reso noto alle ore 19:00 di venerdì scorso, gli impianti trivellazione Baker Hughes sono aumentati ancora una volta: dal precedente 825, il dato è balzato su quota 862 e ha così segnalato un nuovo preoccupante incremento della produzione statunitense.

I dati di Baker Hughes sul numero totale degli impianti di estrazione negli USA è salito a 1.059 da quota 1.050. La produzione statunitense, invece, è schizzata a 11,9 milioni di barili al giorno nell’ultima parte del 2018.

Pressoché immediata la reazione del prezzo del petrolio, che ha messo in conto l’idea di un mercato sbilanciato in favore dell’offerta ed è tornato così a scambiare in deciso ribasso.

Non solo dati macro ad influenzare il petrolio

Ancora una volta però a frenare l’avanzata del petrolio non hanno contribuito soltanto dati macroeconomici deludenti. Le quotazioni sono state altresì influenzate dai crescenti timori relativi al rallentamento dell’economia mondiale.

Nello specifico, numerosi esperti hanno messo in evidenza tutti i rischi che potrebbero continuare ad impedire la ripresa delle quotazioni. Tra questi:

  1. guerra commerciale USA-Cina;
  2. minore domanda dall’Europa;
  3. frenata dell’economia globale.

Molto probabilmente il mercato diverrà eccessivamente fornito nel breve termine. Il prezzo del petrolio risentirà di questo contesto e tornerà a perdere ampio terreno: la discesa delle quotazioni, però, si arresterà in area $50 grazie agli ultimi tagli sanciti dall’OPEC.

Al momento in cui si scrive, intanto, il Brent sta scambiando con un ribasso dell’1,04% su quota $61, mentre il prezzo del petrolio Wti sta perdendo l’1,14% su quota $53,08.

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