Petrolio sulle montagne russe, OPEC convoca meeting di emergenza. Che succede?

C. G.

03/04/2020

03/04/2020 - 10:55

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Il prezzo del petrolio sulle montagne russe fra tweet di Trump e meeting di emergenza dell’OPEC

Petrolio sulle montagne russe, OPEC convoca meeting di emergenza. Che succede?

Ancora prezzo del petrolio al centro del dibattito nell’ultima seduta della settimana.

La quotazione del WTI e quella del Brent sono tornate a viaggiare sulle montagne russe tra speranze, tweet e dichiarazioni varie.

Tutto è iniziato quando il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha ipotizzato l’imminente firma di un accordo tra Russia e Arabia Saudita volto a ridurre la produzione. Il prezzo del petrolio ha imboccato prepotentemente la via del rialzo ma le cose sono completamente cambiate con il passare delle ore e nuovi elementi si sono aggiunti al quadro. Tra questi come non annoverare il meeting di emergenza convocato dall’OPEC per la giornata di lunedì, stando a quanto riportato da Reuters.

Prezzo del petrolio: cosa sta succedendo? Facciamo chiarezza

Nel corso degli ultimi tre mesi le quotazioni di WTI e Brent hanno messo a segno performance da dimenticare e si sono persino riavvicinate ai minimi dei primi anni Duemila. Il tutto a causa del caos scatenato dal coronavirus che ha colpito duramente la domanda di greggio dando vita a un mercato sbilanciato in favore dell’offerta. Il prezzo del petrolio ne ha risentito enormemente.

Nella giornata di ieri però quest’ultimo ha tentato di rialzare la testa sulla scia delle iniziali dichiarazioni di Donald Trump che si è mostrato particolarmente ottimista sul prossimo raggiungimento di un accordo tra Russia e Arabia Saudita.

Dopo il fallimento del vertice OPEC di inizio marzo i due Paesi hanno dato il via a una guerra dei prezzi minacciando di tornare a produrre a pieno regime. L’ennesimo sviluppo che ha ovviamente depresso ancor di più le quotazioni.

Parlando della disputa in occasione di una conferenza stampa alla Casa Bianca, Trump ha dichiarato:

“È qualcosa di molto negativo per la Russia, ed è molto negativo per l’Arabia Saudita. Voglio dire, è molto negativo per entrambi. Penso che faranno un accordo.”

Il tweet incriminato

I guadagni di inizio giornata, comunque, hanno spianato la strada a quelli del tardo pomeriggio di ieri. In un post su Twitter Trump è tornato ad occuparsi dell’accordo tra russi e sauditi dichiarando:

“Ho appena parlato con il mio amico MBS (Principe ereditario) dell’Arabia Saudita, che ha parlato con il Presidente della Russia Putin, e mi aspetto e spero che ridurranno circa 10 milioni di barili, e forse molto di più. Se succederà sarà qualcosa di GRANDE per l’industria petrolifera e del gas!.... Si potrebbe arrivare anche a 15 milioni di barili. Buone (GRANDI) notizie per tutti!”

Il prezzo del petrolio è letteralmente decollato. Sia la quotazione del WTI che quella del Brent sono rimbalzate di circa 20 punti percentuali ciascuna. Poi, però, qualcosa è cambiato.

Il greggio è tornato a perdere quota dopo il rally da record suscitato dal tweet di Trump mentre i dubbi sul reale raggiungimento dell’accordo tra Russia e Arabia Saudita sono aumentati sempre di più.

Il Cremlino, infatti, ha confermato che il presidente Vladimir Putin non ha parlato con la sua controparte saudita e non ha accettato di ridurre la produzione.

Per Citigroup e Goldman Sachs, comunque, qualsiasi tipo di intesa sarebbe comunque troppo piccola e si rivelerebbe insufficiente a sanare le perdite della domanda. Previsioni a cui hanno fatto eco quelle di John Driscoll, chief strategist di JTD Energy Services a Singapore:

“Anche se venisse trovato un accordo per ridurre la produzione di 10 milioni di barili al giorno, i fondamentali mostrano ormai una distruzione della domanda”.

OPEC: meeting di emergenza

Nel momento in cui la credibilità del tweet di Trump è venuta meno, il prezzo del petrolio è crollato ma le cose sono cambiate ancora, per l’ennesima volta.

Le quotazioni hanno invertito il senso di marcia nel momento in cui l’OPEC+ ha convocato per la giornata di lunedì 6 aprile un meeting di emergenza (indiscrezioni Reuters). Il tutto sulla scia delle pressioni saudite.

Ovviamente le discussioni fra Paesi produttori avverranno in videoconferenza (causa coronavirus) ma al momento non è ancora chiaro chi parteciperà. Nonostante le incertezze il mercato ha interpretato la notizia come altamente positiva e ha iniziato a sperare nell’imminente raggiungimento di un accordo sulla produzione.

Sulla scia delle ultime notizie giunte dal fronte OPEC, il prezzo del petrolio Brent sta salendo oltre i $30, mentre la quotazione del WTI sta avanzando oltre i $25.

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