Petrolio e coronavirus: cosa accadrebbe con una seconda ondata?

C. G.

25 Luglio 2020 - 18:00

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Cosa accadrebbe al prezzo del petrolio con una nuova ondata di infezioni da coronavirus? La previsione

Petrolio e coronavirus: cosa accadrebbe con una seconda ondata?

Il legame tra prezzo del petrolio e coronavirus è venuto a galla con prepotenza negli ultimi mesi.

La pandemia ha infatti determinato un tracollo della domanda che si è andato inevitabilmente a ripercuotere sulle quotazioni, già preoccupate dalla guerra energetica esplosa tra Russia e Arabia Saudita.

Poi la situazione è migliorata ma il prezzo del petrolio ha continuato a temere una nuova ondata di contagi. Per questo motivo diversi osservatori hanno tentato di capire cosa potrebbe accadere in tal caso.

Prezzo del petrolio e seconda ondata: gli ottimisti

Secondo gli analisti più ottimisti, una nuova ondata di contagi potrebbe non determinare il temuto crollo del prezzo del petrolio per diversi ordini di motivi.

Innanzitutto la crisi appare oggi decisamente più controllata rispetto al mese di aprile, mentre Paesi come la Cina stanno già insegnando come affrontare eventuali nuovi aumenti dei casi.

Il mondo, inoltre, è molto più preparato adesso, per cui una seconda ondata verrebbe certamente affrontata con maggior destrezza e, probabilmente, contenuta con velocità.

Se a questo si aggiungeranno poi i progressi scientifici sul vaccino anti-COVID il prezzo del petrolio potrà stare più tranquillo.

Qualsiasi oscillazione, secondo gli osservatori di mercato, non sarà neanche lontanamente paragonabile al crollo di aprile, durante il quale la quotazione del WTI è persino scesa sotto la parità per la prima volta nella storia.

Per tutti i motivi citati una seconda ondata di contagi potrebbe non risultare così drammatica per l’oro nero. Quel che è certo però è che al mercato servirà ancora del tempo per tornare ai livelli pre-crisi e le previsioni degli analisti sul prezzo del petrolio continueranno come sempre ad essere continuamente riviste.

Gli scettici

Per i più pessimisti del mercato una seconda ondata potrebbe rivelarsi particolarmente impegnativa per i prezzi. In realtà molti hanno fatto notare come proprio questo concetto di second wave sia molto eurocentrico visto che a livello mondiale non pare sia stato ancora raggiunto un vero e proprio picco.

Si pensi soltanto a ciò che sta accadendo negli USA, in Brasile, India e Sudafrica.

“L’aumento dei casi di COVID-19 negli Stati Uniti è particolarmente preoccupante per il mercato petrolifero, dato l’elevato consumo di petrolio del Paese in circostanze normali; questa seconda ondata potrebbe paralizzare la domanda di carburanti stradali,”

hanno fatto notare dalla società di consulenza Rystad Energy, aggiungendo:

“In Cina, la risposta delle autorità ai recenti caso di rinascita (del virus, ndr) a Pechino mostra che reimporre misure di blocco radicali è ancora un’opzione praticabile.”

Eventuali nuovi lockdown, comunque, sarebbero certamente più mirati rispetto a quelli dei mesi scorsi quindi a fronte di una seconda ondata il crollo del prezzo del petrolio potrebbe risultare meno marcato rispetto a quello primaverile.

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