OpenAI è al lavoro per un progetto tutto nuovo dedicato agli artisti. Presto ChatGPT potrebbe allargarsi anche al mondo della musica, ecco in che modo.
Da ormai diverso tempo, ChatGPT si è allargato anche alla produzione multimediale. Basti pensare a Sora 2, il nuovo motore per la creazione di video che sta impazzando sul web con contenuti incredibilmente realistici, capaci di utilizzare volti e corpi di personaggi famosi e non. Visto il successo ottenuto, OpenAI vuole spingere col piede sull’acceleratore e posizionarsi anche nel mercato della musica.
Pare infatti che l’azienda californiana stia sviluppando uno strumento per la generazione musicale, capace di rivoluzionare altre piattaforme già esistenti come Suno e Udio. Per evitare gli errori commessi in passato, questa volta OpenAI si sta concentrando sulla qualità, piuttosto che sull’improvvisazione. Tanto che, alle spalle del maxi progetto, ci sono gli studenti della Juilliard School per annotare gli spartiti musicali.
ChatGPT nella musica, come dovrebbe funzionare
L’obiettivo di queste settimane è far apprendere a ChatGPT tutte le complessità della teoria musicale, tenendo conto di fattori rilevanti come il ritmo e l’armonia. Un approccio metodico che è in contrasto con MuseNet e JukeBox, altri due progetti di OpenAI che sono velocemente finiti nel dimenticatoio per la scarsità dei loro risultati.
Il nuovo strumento per la generazione di musica promette di andare oltre, permettendo al consumatore di aggiungere colonne sonore ai propri video, di creare un accompagnamento di chitarra per una traccia sonora dei video, per comporre atmosfere personalizzate e molto altro.
Dunque uno strumento non di semplice svago per far generare all’intelligenza artificiale delle simpatiche canzoni da un prompt di comandi, ma che potrà servire a content creator, a inserzionisti e a sviluppatori di videogiochi in cerca di soluzioni più rapide ed economiche.
L’industria musicale si ribella
Il mercato musicale da anni si è schierato contro l’utilizzo dell’intelligenza artificiale. In particolare per un motivo: il copyright. Le principali case discografiche al mondo stanno facendo causa a Suno per una presunta violazione dei diritti, chiedendo fino a 150.000 dollari di risarcimento.
Proprio Suno, intanto, genera oltre 100 milioni di dollari l’anno di fatturato e sta negoziando un round di raccolta fondi pari a oltre 2 miliardi di dollari. Nel settore vuole inserirsi anche Google con la sua Lyria 2, lanciata lo scorso maggio. Ci sono poi realtà terze come Udio, che pian piano sta scalando le classifiche.
L’obiettivo di OpenAI è parecchio audace, si tratta infatti di un mercato già in forte sviluppo e che ha individuato i protagonisti principali. Chiaro è che, con le potenzialità enormi che un’azienda come quella di ChatGPT può vantare, potremmo essere vicini al lancio di un tool di AI capace di mischiare le carte in tavola in maniera drastica.
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