Svelati i vincitori del Premio Nobel per l’Economia 2025: sono Joel Mokyr, Philippe Aghion and Peter Howitt “per aver spiegato la crescita economica guidata dall’innovazione”
Oggi l’assegnazione del Premio Nobel per le Scienze Economiche 2025, l’ultima tra le categorie cui la comunità scientifica guarda con trepidazione ogni ottobre. La Royal Swedish Academy of Sciences ha deciso di assegnare il Premio Sveriges Riksbank 2025, questo il nome ufficiale, per le Scienze Economiche in memoria di Alfred Nobel a Joel Mokyr, Philippe Aghion e Peter Howitt «per aver spiegato la crescita economica guidata dall’innovazione». Una metà a Mokyr «per aver individuato i prerequisiti per una crescita sostenuta attraverso il progresso tecnologico» e l’altra metà congiuntamente ad Aghion e Howitt «per la teoria della crescita sostenuta attraverso la distruzione creativa».
Dietro ogni candidatura si nasconde un percorso accademico intenso: studi profondi, articoli citati migliaia di volte, contributi teorici o empirici che abbiano cambiato paradigmi. Non è raro che il comitato scelga studiosi che hanno già navigato decenni di dibattiti, talvolta ignorati nei momenti di auge, prima di ricevere il riconoscimento supremo.
Il premio per l’economia è formalmente noto come Premio Sveriges Riksbank per le Scienze Economiche in Memoria di Alfred Nobel. La banca centrale svedese lo ha istituito nel 1968 in memoria di Nobel, l’imprenditore e chimico svedese del XIX secolo che inventò la dinamite e istituì i cinque Premi Nobel. I puristi del Nobel insistono sul fatto che il premio per l’economia tecnicamente non sia un Premio Nobel. Tuttavia, viene assegnato insieme agli altri ogni ottobre. La scorsa settimana sono stati assegnati i Premi Nobel per la medicina, la fisica, la chimica, la letteratura e la pace.
Perché Joel Mokyr, Philippe Aghion e Peter Howitt hanno vinto il Nobel per l’Economia
Nome | Anno di nascita | Nazionalità | Perché vince il Nobel 2025 per l’Economia | Idee principali |
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Joel Mokyr | 1946 | Olandese-Americano-Israeliano | Individuazione dei prerequisiti per una crescita sostenuta attraverso il progresso tecnologico | La rivoluzione industriale fu favorita da cultura e istituzioni. Importanza della conoscenza cumulativa e di una società aperta al cambiamento. Analisi dei fattori che rallentano l’adozione di nuove tecnologie |
Philippe Aghion | 1956 | Francese | Teoria della crescita sostenuta attraverso la distruzione creativa | Innovazione che rende obsolete le tecnologie precedenti. Meccanismo di “distruzione creativa” come motore di crescita; studio degli effetti della concorrenza, istituzioni e politiche pubbliche. Ricerca su disuguaglianza, mobilità sociale, istruzione, automazione, AI e crescita verde |
Peter Howitt | 1946 | Canadese | Teoria della crescita sostenuta attraverso la distruzione creativa | Collaborazione con Aghion nel modello Aghion-Howitt (1992). Innovazione come forza creativa e distruttiva. Contributi fondamentali allo studio della crescita endogena e dell’innovazione |
Dichiarazione del Comitato Nobel su Mokyr
Mokyr ha utilizzato fonti storiche come mezzo per scoprire le cause per cui la crescita sostenuta sta diventando la nuova normalità. Ha dimostrato che, affinché le innovazioni si succedano in un processo autogenerante, non solo abbiamo bisogno di sapere che qualcosa funziona, ma anche di avere spiegazioni scientifiche del perché. Quest’ultimo aspetto spesso mancava prima della rivoluzione industriale, il che rendeva difficile fare affidamento sulle nuove scoperte e invenzioni. L’esperto ha anche il merito di aver sottolineato l’importanza di una società aperta alle nuove idee e aperta al cambiamento.
Dichiarazione del Comitato Nobel su Aghion e Howitt
Philippe Aghion e Peter Howitt hanno studiato i meccanismi alla base della crescita sostenuta. In un articolo del 1992, hanno elaborato un modello matematico per quella che viene chiamata distruzione creativa: quando un prodotto nuovo e migliore entra sul mercato, le aziende che vendono i prodotti più vecchi ci rimettono. L’innovazione rappresenta qualcosa di nuovo ed è quindi creativa ma è anche distruttiva, poiché l’azienda la cui tecnologia diventa obsoleta viene superata dalla concorrenza.
Chi sono Joel Mokyr, Philippe Aghion e Peter Howitt
Joel Mokyr
Joel Mokyr, nato nei Paesi Bassi, a Leiden, in una famiglia di ebrei olandesi sopravvissuti all’Olocausto, è un rinomato storico dell’economia e professore di economia e storia presso la Northwestern University, dove ricopre la cattedra Robert H. Strotz dal 1994. Dal 2001 è anche Sackler Professorial Fellow alla Eitan Berglas School of Economics dell’Università di Tel Aviv. Nel 2025 riceve il Premio Nobel per le Scienze Economiche per il suo contributo pionieristico allo studio della crescita economica e della rivoluzione industriale.
Si è laureato in economia e storia all’Università Ebraica di Gerusalemme nel 1968, ottenendo successivamente un MPhil in economia a Yale nel 1972 e un dottorato in economia sempre a Yale nel 1974, con una tesi intitolata Industrial Growth and Stagnation in the Low Countries, 1800-1850. Dopo un periodo come insegnante a Yale (1972-1973), Mokyr è diventato assistente professore alla Northwestern University nel 1974, istituzione in cui ha svolto la maggior parte della sua carriera. Ha guidato oltre 50 tesi di dottorato e ha curato la collana Princeton Economic History of the Western World dal 1993. Tra il 1994 e il 1998 è stato co-editore del Journal of Economic History e, tra il 2002 e il 2003, presidente della Economic History Association. Nel corso della sua carriera è stato riconosciuto da numerose istituzioni: membro della American Academy of Arts and Sciences (1996), fellow della Econometric Society (2011) e membro straniero della Royal Netherlands Academy of Arts and Sciences (2001), ricevendo anche il premio Heineken per la Storia nel 2006 e il Balzan International Prize nel 2015.
Mokyr sostiene che la rivoluzione industriale non fu solo il risultato di innovazioni tecnologiche, ma anche di cultura e istituzioni. Secondo lui, il progresso moderno nasce dalla convinzione nella utilità della conoscenza accumulativa, quando gli intellettuali cominciarono a concepire il sapere come cumulativo e condiviso. Un altro fattore cruciale fu la frammentazione politica dell’Europa: la presenza di molti stati indipendenti permise la circolazione di idee eterodosse, favorendo imprenditori e innovatori, che potevano spostarsi in stati più tolleranti in caso di repressione. Questo spiegerebbe perché la rivoluzione industriale si sviluppò in Europa piuttosto che in imperi unici e tecnologicamente avanzati come Cina o India.
Nel libro del 2016 A Culture of Growth: The Origins of the Modern Economy, Mokyr approfondisce questi temi, evidenziando come una cultura favorevole alla crescita abbia accelerato il progresso economico e scientifico. Il volume ha ricevuto elogi da numerosi studiosi e critici, che lo definiscono un contributo fondamentale per comprendere le radici dell’economia moderna.
Mokyr ha inoltre analizzato i motivi per cui le società spesso rallentano l’adozione di innovazioni tecnologiche, dinividuando tre fattori principali:
- il timore degli attori consolidati di perdere potere o rendite economiche,
- le possibili ripercussioni sociali e politiche non previste,
- la naturale avversione al rischio di conseguenze imprevedibili.
Questi elementi, secondo Mokyr, mostrano come il progresso tecnologico non segua un percorso lineare, ma sia profondamente influenzato da dinamiche politiche e sociali.
Philippe Aghion
Philippe Aghion, economista francese nato a Parigi nel 1956, è uno dei massimi esperti mondiali di crescita economica e innovazione. Attualmente è professore al Collège de France, all’INSEAD, alla London School of Economics e alla Paris School of Economics. Dal 2002 al 2015 ha ricoperto la cattedra Robert C. Waggoner ad Harvard. Riceve il Premio Sveriges Riksbank per le Scienze Economiche in memoria di Alfred Nobel per il suo contributi alla teoria della crescita sostenuta attraverso la “distruzione creativa”.
Philippe si è formato in matematica all’École normale supérieure de Cachan e ha completato studi avanzati in economia matematica all’Université Paris I Panthéon-Sorbonne. Ha conseguito il PhD in economia ad Harvard nel 1987, iniziando subito una carriera accademica di rilievo che lo ha portato a insegnare al MIT, a Oxford, University College London e infine Harvard, prima di approdare definitivamente alla LSE e alle istituzioni francesi. Aghion è membro della American Academy of Arts and Sciences e corrispondente della British Academy. È stato presidente della European Economic Association nel 2017 e curatore dell’Annual Review of Economics dal 2018. Nel corso della carriera ha ricevuto numerosi premi, tra cui il BBVA Foundation Frontiers of Knowledge Award nel 2019.
Il lavoro di Aghion ha rivoluzionato lo studio della crescita economica introducendo il paradigma schumpeteriano della distruzione creativa, sviluppato insieme a Peter Howitt. Secondo questa teoria, l’innovazione rende obsolete le tecnologie precedenti, generando fallimenti ma anche la nascita di nuove imprese, un meccanismo che spinge la crescita economica ma crea anche disuguaglianze. Aghion ha inoltre studiato l’effetto della concorrenza, delle istituzioni e delle politiche pubbliche sull’innovazione, evidenziando fenomeni come la “trappola del reddito medio”, all’interno del quale le economie emergenti rischiano di rallentare se non si orientano verso l’innovazione di frontiera.
Negli ultimi anni, la sua ricerca si è concentrata anche su disuguaglianza, mobilità sociale, istruzione e impatto di automazione, intelligenza artificiale, globalizzazione e crescita verde. Oltre al mondo accademico, Aghion ha partecipato al dibattito politico francese, sostenendo candidati e proposte di riforma economica mirate a stimolare crescita e occupazione.
Peter Howitt
Peter Howitt è un economista canadese di fama internazionale, noto per il suo lavoro sulla crescita economica e l’innovazione. Attualmente ricopre la cattedra Lyn Crost di Scienze Sociali presso la Brown University. È Fellow della Econometric Society dal 1994 e della Royal Society of Canada dal 1992. Tra il 1993 e il 1994 è stato presidente della Canadian Economics Association e tra il 1997 e il 2000 ha curato la direzione del Journal of Money, Credit, and Banking.
Si è laureato in economia alla McGill University, conseguendo poi un Master in economia presso la University of Western Ontario. Ha completato il suo percorso accademico con un Ph.D. in economia alla Northwestern University. La sua carriera accademica si è sviluppata tra insegnamento, ricerca e attività editoriale, consolidandosi come punto di riferimento per lo studio della crescita endogena e della “distruzione creativa”.
Nel Howitt ha ricevuto il prestigioso BBVA Foundation Frontiers of Knowledge Award in Economics per i suoi contributi teorici. La sua collaborazione con Philippe Aghion ha portato alla formulazione del noto modello Aghion-Howitt del 1992, che ha introdotto il meccanismo della distruzione creativa come motore della crescita sostenuta e dell’innovazione nelle economie di mercato.
Elenco dei vincitori del Premio Nobel per l’Economia (1969-2025)
Dal 1969, il Premio Nobel per l’Economia onora gli economisti che hanno trasformato la nostra comprensione dei mercati, delle economie e del comportamento umano. Istituito dalla Banca Centrale svedese nel 1968, il premio premia la ricerca che plasma le società, influenza le politiche e ha un impatto sulla vita quotidiana. Nel corso dei decenni, il premio ha premiato i visionari che hanno trasformato teorie economiche astratte in applicazioni concrete, dallo sviluppo di strumenti per misurare la crescita nazionale alla progettazione di meccanismi innovativi per l’efficienza del mercato.
Che si tratti di lotta alla povertà, crisi finanziarie, economia comportamentale o cambiamento climatico, questi vincitori hanno fatto la differenza. Scopriamo chi ha centrato l’obiettivo questa volta.
Anno | Nominativo/i | Contributo |
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1969 | Ragnar Frisch e Jan Tinbergen | Sviluppo dell’econometria |
1970 | Paolo Samuelson | Contributi alla teoria economica moderna |
1971 | Simon Kuznets | Lavoro empirico sulla crescita economica |
1972 | John R. Hicks e Kenneth J. Arrow | Contributi alla teoria dell’equilibrio economico generale |
1973 | Wassily Leontief | Sviluppo dell’analisi input-output |
1974 | Gunnar Myrdal e Friedrich Hayek | Contributi teorici e metodologici |
1975 | Leonid Kantorovich e Tjalling Koopmans | Contributi alla teoria dell’allocazione ottimale delle risorse |
1976 | Milton Friedman | Sviluppo della teoria monetarista |
1977 | Bertil Ohlin e James Meade | Contributi alla teoria del commercio internazionale |
1978 | Herbert Simon | Economia comportamentale e teoria del processo decisionale |
1979 | Theodore Schultz e Sir Arthur Lewis | Contributi all’economia dello sviluppo |
1980 | Lawrence Klein | Sviluppo di modelli macroeconomici |
1981 | James Tobin | Contributi alla teoria del portafoglio |
1982 | Giorgio Stigler | Analisi delle strutture di mercato |
1983 | Gérard Debreu | Contributi alla teoria dell’equilibrio generale |
1984 | Richard Stone | Sviluppo della contabilità del reddito nazionale |
1985 | Franco Modigliani | Contributi alla teoria del risparmio delle famiglie |
1986 | James Buchanan | Sviluppo della teoria della scelta pubblica |
1987 | Roberto Solow | Contributi alla teoria della crescita |
1988 | Maurizio Allais | Contributi alla teoria delle decisioni |
1989 | Trygve Haavelmo | Sviluppo di modelli econometrici |
1990 | Harry Markowitz, William Sharpe e Merton Miller | Contributi all’economia finanziaria |
1991 | Ronald Coase | Analisi dei costi di transazione |
1992 | Gary Becker | Contributi all’analisi microeconomica |
1993 | Robert Fogel e Douglass North | Contributi alla storia economica |
1994 | John Nash, John Harsanyi e Reinhard Selten | Contributi alla teoria dei giochi |
1995 | Roberto Lucas | Sviluppo della teoria macroeconomica |
1996 | James Mirrlees e William Vickrey | Contributi alla teoria degli incentivi |
1997 | Robert Merton e Myron Scholes | Sviluppo della teoria dei prezzi delle opzioni |
1998 | Amartya Sen | Contributi all’economia del benessere |
1999 | Roberto Mundell | Contributi ai sistemi monetari internazionali |
2000 | James Heckman e Daniel McFadden | Sviluppo di metodi microeconometrici |
2001 | George Akerlof, Michael Spence e Joseph Stiglitz | Analisi dei mercati con informazioni asimmetriche |
2002 | Daniel Kahneman e Vernon Smith | Contributi all’economia comportamentale |
2003 | Robert Engle e Clive Granger | Sviluppo dell’econometria delle serie temporali |
2004 | Finn Kydland e Edward Prescott | Contributi alla politica macroeconomica |
2005 | Roberto Mundell | Contributi alla dinamica monetaria |
2006 | Edmund Phelps | Analisi dei compromessi intertemporali |
2007 | Leonid Hurwicz, Eric Maskin e Roger Myerson | Sviluppo della teoria della progettazione dei meccanismi |
2008 | Paul Krugman | Analisi dei modelli commerciali e della geografia economica |
2009 | Elinor Ostrom | Analisi della governance economica |
2010 | Peter Diamond, Dale Mortensen e Christopher Pissarides | Analisi dei mercati del lavoro |
2011 | Thomas Sargent e Christopher Sims | Analisi empirica della politica macroeconomica |
2012 | Alvin Roth e Lloyd Shapley | Sviluppo della teoria del design del mercato |
2013 | Eugene Fama, Lars Hansen e Robert Shiller | Analisi empirica dei prezzi delle attività |
2014 | Jean Tirole | Analisi del potere di mercato e della regolamentazione |
2015 | Angus Deaton | Analisi dei consumi, della povertà e del benessere |
2016 | Oliver Hart e Bengt Holmström | Contributi alla teoria dei contratti |
2017 | Richard Thaler | Contributi all’economia comportamentale |
2018 | William Nordhaus e Paul Romer | Analisi del cambiamento climatico e dell’innovazione tecnologica |
2019 | Abhijit Banerjee, Esther Duflo e Michael Kremer | Approccio sperimentale alla riduzione della povertà |
2020 | Paul Milgrom e Robert Wilson | Miglioramenti alla teoria delle aste |
2021 | David Card, Joshua Angrist e Guido Imbens | Contributi all’inferenza causale |
2022 | Ben Bernanke, Douglas Diamond e Philip Dybvig | Ricerca su banche e crisi finanziarie |
2023 | Claudia Goldin | Comprensione dei risultati del mercato del lavoro femminile |
2024 | Daron Acemoglu, Simon Johnson e James A. Robinson | Studi sulle istituzioni e la prosperità |
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