Prima di prendere dei soldi al bancomat è bene pensarci due volte. Ecco a cosa fare attenzione.
Quando i bambini vedono funzionare un bancomat pensano che basti andare all’Atm per ottenere il denaro, senza sapere che i soldi erano già del proprietario che li aveva sul conto. Crescendo il meccanismo diventa chiaro, ma forse non per tutti visto che c’è ancora chi pensa di potersi appropriare tranquillamente delle banconote dimenticate da altri o erogate per errore. Certo, bisognerebbe essere più cauti prima di lasciare dei soldi incustoditi in questo modo, e altrettanto precisi nel controllo degli apparecchi, ma la distrazione può colpire nei momenti più impensabili.
Sicuramente a dover essere più cauti sono coloro che trovano i soldi, senza lasciarsi trasportare da un eccesso di ottimismo che maschera un reato. Ecco però un’altra notizia di questo genere ad animare il web, soprattutto tra i tedeschi, quando hanno appreso cosa è successo a un concittadino. Quest’ultimo si era recato al bancomat per prelevare e si sarebbe impossessato di 300 euro appartenenti a un correntista.
Secondo l’accusa si sarebbe trattato di banconote dimenticate dal titolare che aveva precedentemente effettuato il prelievo, mentre la difesa sostiene che si sia trattato di un guasto tecnico. Al di là della complessa vicenda, dovrebbe essere chiaro a tutti, tanto in Germania quanto in Italia, che non si possono prendere soldi non propri. Rivediamo quindi le conseguenze, almeno per gli italiani.
Soldi dimenticati al bancomat: prenderli è furto
A meno che ci si trovi nell’ambito di un gioco, bisogna dimenticarsi completamente della frase “chi trova tiene” quando si ha a che fare con beni altrui. Che si tratti di soldi, gioielli, lettere o qualsiasi altro oggetto chi lo rinviene deve attivarsi per rintracciare il proprietario e permettere la restituzione. Soltanto così è possibile ricevere una ricompensa o nei casi più fortunati ottenere di conservare il bene per sé.
Ciò vale a maggior ragione quando viene trovato del denaro al bancomat, già prelevato e lasciato lì (altrimenti i meccanismi di sicurezza lo avrebbero ritirato dopo 30 secondi di attesa). In questo caso non si possono avere dubbi sul modo migliore di agire, perché è sufficiente consegnare il denaro all’istituto di credito (o rivolgersi alle forze dell’ordine) con indicazione del bancomat e dell’orario. Qualsiasi comportamento diverso rischia di risultare inappropriato e tenere i soldi per sé configura un furto.
Quest’ultimo è punibile con la multa da 154 a 516 euro e la reclusione da 6 mesi a 3 anni. Per procedere all’azione penale è necessaria la querela di parte, a meno che si tratti di un cittadino infermo o minore. Anche la Germania, peraltro, configura questo comportamento nel reato di furto, come si apprende dall’accusa che grava sul cittadino che ha trattenuto i 300 euro.
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E se il bancomat è guasto?
Chi si reca allo sportello automatico per prelevare dei soldi potrebbe effettivamente ricevere più denaro di quanto richiesto, senza che sia sottratto al proprio conto corrente. In questi casi, abbastanza rari, l’ammanco non pesa su un altro correntista bensì sullo stesso istituto di credito. La causa potrebbe risiedere in un guasto tecnico dell’apparecchio o in un errore nel caricamento delle banconote, ma non cambia la titolarità del denaro. Anche in questo caso i soldi devono essere riconsegnati e trattenerli configura un reato.
Non si parla di furto, in quanto manca l’intenzione iniziale di sottrarre il denaro ad altri, bensì di appropriazione indebita. Quest’ultima è punita con la reclusione da 2 a 5 anni e la multa da 1.000 a 3.000 euro. Anche in questo caso si procede previa querela della persona offesa, a meno che ci siano delle circostanze particolari.
Questo reato, che si differenzia dal furto perché l’autore è entrato in possesso del bene altrui senza volontà di trattenerlo, è peraltro lo stesso che si configura quando si riceve per sbaglio un pagamento (destinato ad altri o più alto del dovuto) e non si restituisce il denaro. Indipendentemente dall’aspetto penale, il proprietario ha comunque sempre il diritto di chiedere la restituzione (comprensiva di eventuali interessi nel frattempo maturati) e, all’occorrenza, un risarcimento danni.
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