Petrolio, il prezzo è un rebus. Cosa aspettarsi?

Violetta Silvestri

26/04/2024

26/04/2024 - 12:54

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Il prezzo del petrolio oscilla sotto la pressione di fattori avversi: tra crisi in Medio Oriente e incertezza sulla domanda globale, cosa aspettarsi per il greggio?

Petrolio, il prezzo è un rebus. Cosa aspettarsi?

Il prezzo del petrolio è in aumento, sulla buona strada per chiudere in rialzo questa settimana dopo giorni consecutivi di perdite.

Le previsioni sulla crescita economica Usa e delle altre potenze mondiali, che influenza il fattore domanda si affiancano alle oscillanti aspettative sull’offerta, con il conflitto in Medio Oriente che potrebbe ancora sorprendere con un’escalation e impattare sulle quotazioni di greggio.

Durante la settimana, il Brent ha guadagnato finora il 2,4%, mentre il WTI è cresciuto dello 0,9%. Entrambe le quotazioni salgono di circa lo 0,44% mentre si scrive. Tra le incognite della guerra mediorientale, con il “jolly” Iran che potrebbe impattare direttamente sulla produzione di petrolio, e le incerte previsioni sui tassi Fed e sulla potenza della domanda globale, il prezzo del greggio appare un rebus di non facile interpretazione.

Il prezzo del petrolio e il fattore crescita economica

Il tema della domanda globale e di quanto crescerà nei prossimi mesi/anni è centrale per le previsioni sul prezzo del greggio.

Il segretario al Tesoro Janet Yellen ha dichiarato giovedì a Reuters che la crescita del Pil statunitense per il primo trimestre potrebbe essere rivista al rialzo e che l’inflazione diminuirà. La crescita economica statunitense è stata probabilmente più forte di quanto suggerito dai dati trimestrali più deboli del previsto, ha affermato. Questo è stato un motivo di slancio per il prezzo del petrolio.

I risultati macro avevano mostrato che la crescita economica aveva rallentato nel primo trimestre e, prima dei commenti di Yellen, le scosse derivanti da un’accelerazione dell’inflazione avevano pesato sui prezzi del petrolio poiché gli investitori avevano calcolato che la Fed non avrebbe tagliato i tassi di interesse prima di settembre.

Allargando lo sguardo oltre gli Usa, l’aumento del Pil mondiale potrebbe raggiungere il 2,9% quest’anno, secondo i 500 intervistati di Reuters. Ciò significa che le banche centrali avranno difficoltà a iniziare a tagliare i tassi e che i costi di finanziamento rimarranno elevati più a lungo.

Le implicazioni per la domanda di petrolio sono, di conseguenza, contrastanti. Da un lato, una forte crescita economica favorisce una maggiore domanda di petrolio. Dall’altro, tassi di riferimento più elevati contribuiranno a un’inflazione elevata, che tende a indebolire la crescita della domanda di petrolio, mantenendo il Brent e il WTI all’interno di un range, in assenza di qualsiasi escalation in Medio Oriente che minacci l’offerta.

Effetto Medio Oriente sul greggio? Tutto può succedere

Sebbene per ora il prezzo del greggio non sia stato scosso più di tanto dalle vicende mediorientali, tutto potrebbe ancora accadere.

Una grave escalation delle tensioni in Medio Oriente spingerebbe il prezzo del petrolio sopra i 100 dollari (80 sterline) al barile e invertirebbe la recente tendenza al ribasso dell’inflazione globale, ha affermato la Banca Mondiale qualche giorno fa.

L’ultimo rapporto sui mercati delle materie prime della Banca Mondiale afferma: “Una moderata interruzione dell’offerta legata al conflitto potrebbe fare aumentare il prezzo medio del Brent quest’anno a 92 dollari al barile. Uno sconvolgimento più grave potrebbe portare i prezzi del petrolio a superare i 100 dollari al barile, aumentando l’inflazione globale nel 2024 di quasi un punto percentuale.”

Indermit Gill, capo economista della Banca Mondiale, ha dichiarato che l’inflazione globale rimane imbattuta. Una forza chiave per la disinflazione – il calo dei prezzi delle materie prime – si è sostanzialmente scontrata con un muro.

“Ciò significa che i tassi di interesse potrebbero rimanere più alti di quanto attualmente previsto quest’anno e il prossimo. Il mondo si trova in un momento vulnerabile: un grave shock energetico potrebbe minare gran parte dei progressi compiuti nella riduzione dell’inflazione negli ultimi due anni”, ha aggiunto.

La cronaca intanto, ci racconta che Israele ha intensificato gli attacchi aerei su Rafah dopo aver affermato che avrebbe evacuato i civili dalla città meridionale di Gaza e lanciato un assalto a tutto campo nonostante gli avvertimenti degli alleati che ciò potrebbe causare un inaccettabile numero di vittime.

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