Petrolio: il rally è finito, scattano le prese di beneficio

Luca Fiore

11 Gennaio 2019 - 16:40

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Si interrompe la corsa del WTI. Nonostante un rosso di quasi l’1,9% nell’ultima seduta della settimana, l’ottava del benchmark statunitense si chiude con un rialzo di ben 7,6 punti percentuali.

Petrolio: il rally è finito, scattano le prese di beneficio

Dopo nove sedute con il segno più, scattano le prese di beneficio sul WTI, il petrolio made in Usa.

Al Nymex il derivato con consegna febbraio sul petrolio passa di mano a 51,71 dollari, -1,67% sul dato precedente, portando il saldo settimanale al +7,6%.

Andamento simile per il benchmark globale, il Brent, in calo dell’1,61% a 60,69 dollari (+,63% nell’ottava)

Prezzi vittime delle prese di beneficio

La corsa dei prezzi si è interrotta in quota 53,3 dollari il barile. “Il superamento di quota 53 dollari ha fatto scattare le prese di beneficio, è normale”, ha detto John Kilduff, socio fondatore dell’hedge fund Again Capital.

Dello stesso avviso Abhishek Kumar, analista senior di Interfax Energy: “le prese di benefico stanno penalizzando i prezzi dopo i guadagni in avvio di settimana”.

“La mancanza di progressi concreti –ha detto Kumar- nelle trattative Usa-Cina, l’incertezza politica negli Stati Uniti e la paura che il rallentamento dell’economia cinese possa ridurre la domanda di petrolio, potrebbero aver contribuito ad indebolire i prezzi”.

Scorte scese meno delle stime

L’entusiasmo degli operatori potrebbe inoltre aver risentito dell’aggiornamento relativo gli stock statunitensi diffuso mercoledì dal Dipartimento dell’Energia.

Come riportato (qui la notizia), nella settimana al 4 gennaio gli stock di greggio statunitensi sono arretrati di 1,7 milioni di barili.

Il dato precedente aveva fatto segnare una variazione nulla e gli analisti avevano stimato una contrazione di 2,7 milioni di barili.

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