Perché si deve fare il 730?

Patrizia Del Pidio

13/05/2024

Il 730 va presentato non solo perché è un obbligo per il contribuente. La dichiarazione dei redditi annuale permette di avere anche tanti vantaggi. Vediamo quali sono.

Perché si deve fare il 730?

La stagione dichiarativa 2024 è, ormai, iniziata con l’Agenzia delle Entrate che ha messo già online il modello 730 e il modello Redditi Pf. Perché si deve fare il 730? Sicuramente questa è una domanda che si pongono in molti, ogni anno, quando si deve assolvere il proprio obbligo dichiarativo con l’amministrazione fiscale. Presentare il 730/2024, però, non deve essere visto solo come un obbligo, ma anche come un’opportunità.

Il modello 730 è usato per la presentazione della dichiarazione dei redditi dei lavoratori dipendenti e dei pensionati, anche se ci sono anche altre categorie di contribuenti che sono chiamate a utilizzare questo modello dichiarativo.

Di fatto a cosa serve la presentazione della dichiarazione? Con la presentazione del modello 730 si fa un conguaglio tra Irpef pagata, Irpef dovuta ed eventuali detrazioni spettanti per spese sostenute durante il periodo di imposta preso in esame. Per il modello 730/2024 si prenderanno in esame i redditi percepiti e le spese sostenute nel periodo di imposta 2023. Dichiarando tutti i redditi al Fisco il contribuente consente un calcolo corretto dell’Irpef dovuta.

Le spese per cui è possibile ottenere la detrazione, e quindi il rimborso, sono molte: da quelle mediche e farmaceutiche a quelle per l’istruzione, per l’affitto e per la mensa, effettuate non solo da chi presenta la dichiarazione, ma anche per i familiari a carico.

Vediamo chi e perché deve presentare il modello 730.

Perché si deve fare il 730?

Il modello 730 è una versione semplificata della dichiarazione dei redditi: si tratta del documento con cui il contribuente comunica al Fisco i redditi percepiti durante l’anno precedente.

In base all’ammontare dei redditi percepiti (quindi alle entrate economiche) viene calcolata la base imponibile: su di essa si applicano le aliquote, e una volta tolte deduzioni e detrazioni, il risultato sono le tasse da pagare e i rimborsi da ottenere.

Proprio perché il meccanismo è abbastanza complesso, è stato creato il modello 730: una dichiarazione semplificata in cui inserire solo redditi e detrazioni.

Cosa succede se non si presenta il 730?

Le conseguenze per chi non presenta il 730 sono serie, fino a far scattare il penale-: con la sentenza 19196/2017, la Corte di cassazione ha confermato che l’omessa dichiarazione dei redditi è reato se non viene presentata entro 90 giorni dalla data di scadenza (30 settembre per il 730, 15 ottobre per il modello Redditi Pf, che è la dichiarazione usata soprattutto dai titolari di partita Iva).

Se invece il 730 viene presentato in ritardo, ma entro i 90 giorni dalla scadenza, la dichiarazione sarà considerata solo tardiva, non omessa, con conseguenze meno gravi.

La stagione del 730/2024 è stata inaugurata il 30 aprile, quando l’Agenzia delle Entrate ha messo a disposizione online il modello precompilato.

Quali sono i vantaggi del modello 730?

Il modello 730 presenta diversi vantaggi: il primo e più immediato è che il contribuente non deve fare calcoli.

I rimborsi spettanti vengono poi erogati direttamente in busta paga per i lavoratori dipendenti o nella rata di pensione per i pensionati. Lo stesso meccanismo si applica anche nel caso in cui il contribuente deve versare delle somme: l’importo viene trattenuto dalla retribuzione o dalla pensione.

Come anticipato, per il 2024, la scadenza entro cui inviare il modello 730 all’Agenzia delle Entrate è il 30 settembre.

Sono tutti obbligati a fare il 730?

Non tutti i contribuenti sono obbligati a presentare il 730. Secondo le istruzioni dell’Agenzia delle Entrate, il modello 730 (sia ordinario che precompilato) deve essere presentato dai contribuenti che nel 2024 sono:

  • pensionati o lavoratori dipendenti (compresi i lavoratori italiani che operano all’estero per i quali il reddito è determinato sulla base della retribuzione convenzionale definita annualmente con apposito decreto ministeriale);
  • persone che percepiscono indennità sostitutive di reddito di lavoro dipendente (es. integrazioni salariali, indennità di mobilità);
  • soci di cooperative di produzione e lavoro, di servizi, agricole e di prima trasformazione dei prodotti agricoli e di piccola pesca;
  • sacerdoti della Chiesa cattolica;
  • giudici costituzionali, parlamentari nazionali e altri titolari di cariche pubbliche elettive (consiglieri regionali, provinciali, comunali, ecc.);
  • persone impegnate in lavori socialmente utili;
  • produttori agricoli esonerati dalla presentazione della dichiarazione dei sostituti d’imposta (modello 770), Irap e Iva;
  • lavoratori con contratto di lavoro a tempo determinato per un periodo inferiore all’anno.

Ci sono poi dei soggetti che non sono obbligati a presentare il 730, ma possono comunque sceglierlo. Si tratta dei contribuenti che nel 2023 hanno percepito:

  • redditi di lavoro dipendente e redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente (es. co.co.co. e contratti di lavoro a progetto);
  • redditi dei terreni e dei fabbricati;
  • redditi di capitale;
  • redditi di lavoro autonomo per i quali non è richiesta la partita Iva (es. prestazioni di lavoro autonomo non esercitate abitualmente);
  • redditi diversi (es. redditi di terreni e fabbricati situati all’estero);
  • alcuni dei redditi assoggettabili a tassazione separata, indicati nella sezione II del quadro D.

Chi presenta la dichiarazione per conto di persone incapaci, compresi i minori, o per il contribuente deceduto può utilizzare il modello 730 se per questi ricorrono le condizioni sopra descritte.

Perché presentare il 730 è anche un’opportunità?

Quanto detto fino a ora ha sottolineato l’obbligatorietà della presentazione della dichiarazione dei redditi. In apertura, però, abbiamo detto che deve essere considerata un’opportunità che offre anche dei vantaggi.

Durante l’anno di imposta il contribuente affronta delle spese, a volte anche ingenti, per le quali potrebbe spettargli una detrazione di imposta (uno sconto sull’Irpef). Non presentando la dichiarazione dei redditi e il 730, di fatto, il contribuente perde questa opportunità di abbassare l’imposta dovuta e ricevere il rimborso spettante.

Prendere l’esempio di un lavoratore dipendente senza altri redditi che non è obbligato alla presentazione del modello 730, permette di comprendere meglio il discorso. Il dipendente non deve presentare la dichiarazione perché al conguaglio fiscale ha pensato il sostituto di imposta. L’imposta dovuta, di fatto, risulta interamente versata.

Il lavoratore, però, durante il 2023 ha sostenuto molte spese per le quali spettano detrazioni: spese mediche, di istruzione dei figli, ha acquistato i condizionatori per i quali può fruire del bonus ristrutturazione, paga il mutuo della casa e, quindi, ha diritto a scaricare gli interessi passivi che versa alla banca.

Se ha sostenuto 400 euro (già al netto della franchigia di 129,11 euro) di spese mediche, 1.200 euro di spese per l’istruzione dei due figli, ha speso 3.200 euro per i condizionatori, ha versato 3.400 euro di interessi passivi. A che rimborso ha diritto?

Sui 3.200 euro che rientrano nel bonus ristrutturazioni ha diritto a una detrazione al 50% ammortizzabile in 10 quote annuali di pari importo; di fatto 160 euro l’anno. Per tutte le altre spese ha diritto a una detrazione al 19% che gli da diritto a uno sconto di imposta di 950 euro che sommate ai 160 euro annuali dei condizionatori gli permettono di avere un rimborso sull’Irpef già versata pari a 1.110 euro.

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