Perché è di nuovo allarme terrorismo in Italia e in Europa

Luna Luciano

15/10/2023

15/10/2023 - 12:32

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Dopo l’attentato in un liceo in Francia, scatta l’allarme terrorismo in Italia ed Europa: ecco cosa sta accadendo e cosa c’entra la guerra in Palestina e Ucraina. Ci sono rischi concreti per l’Italia?

Perché è di nuovo allarme terrorismo in Italia e in Europa

È allarme terrorismo in Italia e nel resto d’Europa.

Dopo l’attacco alla scuola Gambetta-Carnot di Arras in Francia, dove un ex studente russo-ceceno di soli 20 anni si è introdotto nella struttura e ha accoltellato a morte un insegnante, mentre avrebbe gridato “Allah Akbar “, l’Europa ha aumentato il suo livello di allerta attentati, intensificando i controlli.

L’allerta terrorismo, in realtà, si è intensificata a partire dall’esplosione del conflitto russo-ucraino, ma fin dalle ore successive dell’attacco di Hamas a Israele è scattato il rafforzamento degli obiettivi sensibili in Italia.

Il rischio, ha spiegato la premier Giorgia Meloni in visita alla Sinagoga di Roma, è quello di un tentativo di emulazione, Davanti a un simile quadro, è naturale preoccuparsi e domandarsi se ci sia un concreto pericolo terrorismo per l’Italia.

La possibilità di un pericolo c’è, ma come ha spiegato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’intelligence italiana garantisce un “sistema di prevenzione affidabile”. Di certo - continua il ministro - si prospettano mesi difficili per l’Italia e il resto d’Europa.

Ma cosa c’entrano la guerra in Ucraina e in Palestina con l’aumento dei rischi di attentati terroristici in Europa? Cerchiamo di sciogliere ogni dubbio. Di seguito tutto quello che c’è da sapere a riguardo.

Perché è di nuovo allarme terrorismo in Italia e in Europa: cosa è accaduto

Aumentano le preoccupazioni per le dilaganti situazioni di instabilità al confine dell’Europa e in Medio Oriente. L’allarme terrorismo ha portato a un rafforzamento dei controlli in tutta Europa, specialmente dopo quanto accaduto in Francia il 13 e 14 ottobre.

Il 13 ottobre un ex studente russo-ceceno ha fatto irruzione nel suo vecchio liceo ad Arras e ha accoltellato a morte il docente Dominique Bernard e ferito altre due persone, mentre avrebbe gridato - secondo le ricostruzioni - Allah Akbar”. L’autore dell’attacco era già noto alle forze dell’Ordine francesi che lo sorvegliavano e lo avevano schedato come “S”, ossia un soggetto “a rischio radicalizzazione”.

Lo stesso giorno si è registrato un altro tentativo di attacco terroristico a Parigi. Il giovanissimo attentatore aveva a sua volta nel mirino un’altra scuola, il liceo Condorcet di Limay, ma dopo essere uscito da un centro di preghiera è stato immediatamente fermato dalla polizia.

Il 14 ottobre, poi, sono scattati tre allarmi bomba in due punti sensibili della Capitale francese: al museo del Louvre, a Versailles e alla stazione parigina di Gare de Lyon. Le autorità ritenevano che la sicurezza degli edifici fosse stata compromessa: al Louvre era giunta una minaccia di attentato, mentre a Versailles e alla stazione erano stata segnalate una bomba.

La Francia ha quindi attivato il più alto livello di allertaemergenza attentati”, che consente una mobilitazione eccezionale di risorse - 7.000 soldati - in tutta la Francia “fino a nuovo ordine”.

Cosa c’entrano la guerra in Palestina e Ucraina con l’allarme terrorismo

Davanti all’attivazione dei più alti livelli di allerta terrorismo in Europa, è opportuno chiarire cosa c’entrino la guerra in Ucraina e la guerra in Palestina.

L’allerta terrorismo è scattata, infatti, a partire da febbraio 2022 con l’inizio del conflitto russo-ucraino, prestando massima attenzione a chi è andato a combattere in Ucraina e nelle repubbliche separatiste russe, cercando poi di rientrare in Europa. L’allerta è poi continuata con l’ondata eccezionale di sbarchi di migranti.

L’intelligence ha fin da subito lavorato monitorando sia i centri d’accoglienza che gli immigrati da tempo presenti sul suolo italiano ed europeo, individuando chi è a rischio radicalizzazione. E con la guerra in Palestina e Israele, i flussi migratori aumenteranno.

Infine, nelle ore immediatamente successive al raid di Hamas - da non confondere con la Palestina e i palestinesi - sono scattati nuovi monitoraggi sulla rete tramite cui si muove l’estremismo islamico.

Allarme Terrorismo: ci sono pericoli concreti per l’Italia?

Anche in Italia è scattato l’allarme terrorismo ed è per questo che ha immediatamente programmato un rafforzamento degli obiettivi sensibili in Italia: solo nella Capitale i presidi monitorati sono oltre 4.000. Ma l’Italia corre davvero dei rischi?

Essendo un paese Europeo di primo approdo per i flussi migratori, la risposta è un , almeno stando a Diego Parente, direttore centrale della polizia di prevenzione e presidente del Casa, (Comitato di analisi strategica antiterrorismo), il quale ha sottolineato che esiste il rischio che nei flussi migratori irregolari possano “infiltrarsi soggetti a vario titolo pericolosi per la sicurezza”.

Fin dall’attacco di Hamas, l’Italia ha immediatamente attivato i piani di intervento per la gestione delle emergenze. L’attenzione è aumentata in punti sensibili come stazioni ferroviarie, porti, aeroporti, ma anche luoghi simbolici ebraici e luoghi culturali. Sono poi state attivate verifiche incrociate sulle liste di passeggeri in transito in Italia. Non solo. Ai confini le autorità hanno incrementato il numero di controlli, così come è aumentata l’attenzione anche su cellule attive nelle carceri italiane.

Piantedosi ha rassicurato i cittadini, dicendo di aver fiducia nel sistema di Intelligence italiana, grazie al quale “abbiamo quasi sempre intercettato questi fenomeni”. L’Intelligence, infatti, è già al lavoro per monitorare la situazione e i 146 Foreign fighters attenzionati. Infatti, i rischi di infiltrazioni di estremisti possono giungere dai cosiddetti combattenti di ritorno da vicini teatri di guerra come Siria, Libia o repubbliche separatiste del Donbass e adesso da Israele e Palestina.

Una parte delle ricerche si concentra poi proprio su Hamas e la sua rete. La nostra intelligence finanziaria, infatti, monitora una serie di trasferimenti di denaro dall’Italia alla Cisgiordania come potenzialmente a rischio, così come continuano le indagini sulle potenziali cellule dormienti legate al terrorismo islamico: solitamente si tratta di “lupi solitari”, in contatto tramite la rete con le associazioni terroristiche in Siria.

È bene però tranquillizzare nuovamente i lettori, come ricorda Repubblica, il sistema di prevenzione in Italia ha sempre funzionato tanto da “non aver registrato negli ultimi anni alcun attentato terroristico”.

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