Perché le navi russe arrivano nel Mediterraneo e perché rappresentano un rischio

Giorgia Bonamoneta

27/05/2023

Aumenta la tensione nel Mediterraneo per il passaggio di numerose navi russe. Secondo gli esperti sono in aumento i rischi di incidenti con conseguenze gravi. Ecco cosa sappiamo.

Perché le navi russe arrivano nel Mediterraneo e perché rappresentano un rischio

Periodicamente, dall’inizio del conflitto russo in Ucraina, navi della Marina Militare russa navigano nel Mediterraneo. Inevitabilmente lo spostamento della flotta russa produce un aumento di tensione tra i Paesi direttamente coinvolti e affacciati sul Mediterraneo e genera allarme e preoccupazione per i possibili incidenti. Secondo le dichiarazioni dell’ammiraglio Enrico Credendino, Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, le navi russe nel Mediterraneo hanno un atteggiamento provocatorio e ripetono schemi più simili a quelli del Mar Baltico.

Le navi russe nel Mediterraneo rappresentano un rischio sotto diversi punti di vista: da una parte aumentano la probabilità di un incidente tra i due Paesi, dall’altra c’è tensione per la presenza nel Mediterraneo di cavi sottomarini per la comunicazione e la presenza di gasdotti. In altre parole il Mediterraneo si trova in un equilibrio instabile, perché anche se la flotta russa non rappresenta una minaccia diretta all’Italia, le navi in movimento nel Mediterraneo aumentano la tensione percepita.

Credendino è piuttosto fermo nell’affermare che il Mediterraneo è da considerare come un’area geopolitica instabile sulla quale porre particolare attenzione per evitare che un incidente possa portare ad atteggiamenti ostili diretti tra la flotta di Mosca e quella l’italiana.

Le navi russe nel Mediterraneo sono un pericolo: il parere dell’esperto

- Rispetto al passato il Mediterraneo è un’area geopolitica instabile e che richiede una presenza superiore della Marina Militare italiana, oltre che un’attenzione particolare. Questo perché le navi russe si muovono nelle acque del Mediterraneo in maniera più aggressiva, complice anche l’assenza di un elemento di deterrenza come potevano essere le navi americane - spostate dall’amministrazione Obama nell’Indo-Pacifico - presenti 1-2 decenni fa.

Ora più che mai, con la presenza della flotta russa nel Mediterraneo, l’instabilità di questo emerge con forza tra stati di tensione e una generale preoccupazione. L’ammiraglio Enrico Credendino, Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, ha fatto chiarezza proprio sulla presenza russa nel Mediterraneo, spiegando che questa sta assumendo un atteggiamento provocatorio come non si era mai visto in passato. “Invece oggi sono anche molto aggressivi, con atteggiamenti ostili e questo può essere causa di un incidente a esempio. Un incidente fra due navi militari di due paesi contrapposti non si sa dove può portare”, ha detto l’ammiraglio Credendino.

Navi russe nel Mediterraneo: quali sono i rischi per l’Italia

La presenza delle navi russe nel Mediterraneo non si traduce immediatamente in una minaccia diretta, ma aumentano la probabilità di incidenti tra i due Paesi. Inoltre la flotta russa da tempo sembra si stia concentrando sulla ricerca e la mappatura di infrastrutture strategiche come i cavi della comunicazione Internet e i gasdotti. Il Mediterraneo è un luogo crocevia di cavi e gasdotti e il danneggiamento di questi (vedi caso Nord Stream) potrebbe rappresentare una scintilla un confronto diretto.

Il Capo di Stato Maggiore della Marina Militare ha parlato di un’intensa attività delle navi russe nel Mediterraneo, un fenomeno noto e certo monitorato da tempo della Marina Militare italiana, ma che negli ultimi giorni ha visto un “aumento impressionante”, per utilizzare le parole dell’ammiraglio Credendino, che non può essere ignorato.

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