Sabotaggio Nord Stream, chi è stato? Le rivelazioni del Nyt assolvono Usa e Russia

Alessandro Cipolla

8 Marzo 2023 - 09:19

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Se l’inchiesta del premio Pulitzer Seymour Hersh ha puntato il dito contro gli Usa, quella del Nyt scagionerebbe Russia e Stati Uniti: chi è stato allora a sabotare il Nord Stream?

Sabotaggio Nord Stream, chi è stato? Le rivelazioni del Nyt assolvono Usa e Russia

Chi è stato a sabotare il Nord Stream 1 e 2? Quasi sei mesi dopo le quattro esplosioni che hanno messo fuori uso i due gasdotti che complessivamente hanno una capacità di trasporto dalla Russia alla Germania di 100 milioni di metri cubi di gas all’anno, ancora le responsabilità sarebbero tutte da accertare anche se starebbero emergendo le prime certezze.

Lo scorso settembre con una azione in stile hollywoodiano, un commando si è inabissato a 80 metri di profondità nelle acque del Baltico di esclusività economica di Svezia e Danimarca piazzando delle bombe che hanno provocato quattro falle nei gasdotti Nord Stream 1 e 2, mettendoli di fatto fuori causa.

Un sabotaggio che ha messo la pietra tombale sull’attivazione del Nord Stream 2, da sempre particolarmente inviso agli Stati Uniti visto che avrebbe rafforzato il legame tra la Russia e la Germania, rendendo inutilizzabile anche il gasdotto in funzione in un momento in cui il Vecchio Continente stava mettendo in campo una autentica corsa contro il tempo per riempire i propri siti di stoccaggio di gas.

Subito dopo le esplosioni è andato in scena l’immancabile balletto di scambio di accuse in merito alle responsabilità del sabotaggio: Russia contro Ucraina e Occidente e viceversa. Di recente due inchieste giornalistiche hanno provato a dare una spiegazione dell’accaduto, con le due versione che - ca va sans dire - sono giunte a conclusioni differenti.

Nord Stream, Russia scagionata ma chi è stato?

L’unico punto di convergenza tra le due inchieste giornalistiche che hanno provato a fare luce sul sabotaggio del Nord Stream 1 e 2, è che la Russia sarebbe totalmente estranea ai fatti.

Il primo a scrivere in merito al sabotaggio dei due gasdotti è stato l’americano Seymour Hersh, già vincitore del premio Pulitzer per le sue inchieste. Per il giornalista, che ha citato una fonte anonima interna all’amministrazione americana, l’azione sarebbe stata organizzata dagli Stati Uniti con l’appoggio della Norvegia.

Una ricostruzione questa fin da subito smentita con forza dalla Casa Bianca, con l’inchiesta di Hersh che è stata definita “assurda” anche dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

Un mese dopo adesso è il New York Times a dare la propria versione dei fatti: “È stato un gruppo pro-Ucraina a sabotare i due gasdotti Nord Stream lo scorso settembre, quando le due condotte sono state danneggiate con ordigni esplosivi sottomarini”. Al momento però sarebbe escluso un coinvolgimento del governo di Kiev.

Il Nyt avrebbe citato alcune fonti interne, con la tesi che sarebbe la stessa di un’altra inchiesta questa volta condotta in Germania da Die Zeit , Swr e Ard , dove sarebbero emersi ulteriori dettagli di questa intricata vicenda.

Gli autori sarebbero cinque uomini e una donna, che avrebbero noleggiato uno yacht da una società polacca guidata da ucraini dove sarebbero state trovate tracce di esplosivo una volta che l’imbarcazione è stata riconsegnata; il materiale per far saltare in aria il Nord Stream invece sarebbe arrivato a bordo di un camion proveniente dal porto di Rostock, in Germania, località da cui il commando sarebbe poi salpato per la sua azione di sabotaggio.

Ignota al momento la nazionalità dei sei presunti sabotatori, che avrebbero compiuto l’azione in maniera indipendente per cercare di arrecare un danno alla Russia, che così verrebbe scagionata del tutto al pari degli Stati Uniti invece tirati direttamente in ballo in nell’inchiesta di Seymour Hersh.

Insomma, alla fine a sabotare i due gasdotti Nord Stream potrebbe essere stato “nessuno”, mentre sono reali il mezzo miliardo di dollari di danni provocati e lo stop, al momento, di un fondamentale canale di collegamento per la fornitura di gas dalla Russia al resto del Continente.

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