Azioni Ferrari le peggiori dell’indice Ftse Mib di Piazza Affari dopo il tonfo storico della sessione dello scorso 9 ottobre. Cosa sta succedendo.
Neanche il tempo di una settimana, e le azioni Ferrari si sono confermate anche oggi, come nella seduta da incubo di giovedì scorso 9 ottobre 2025, le peggiori dell’indice Ftse Mib di Piazza Affari.
Oggi, lunedì 13 ottobre 2025, non si assiste all’ecatombe di quella sessione, quando i titoli sono affondati di più del 15% sia a Piazza Affari che alla borsa di New York.
Le quotazioni hanno sofferto tuttavia un ribasso importante, perdendo il 4% circa alla borsa di Milano. Il titolo ha ceduto il 4,13%, a 330 euro.
Piazza Affari snobba news buyback azionario, focus su bocciature target price azioni Ferrari post CMD
Cosa succede? Le novità relative al buyback azionario lanciato dal Cavallino Rampante non risollevano gli animi degli investitori, che snobbano del tutto la nota con cui la società comunicato, nel fornire un aggiornamento a Piazza Affari, di aver fatto shopping sull’ Euronext Milan (EXM), nel periodo compreso tra il 6 e il 10 ottobre 2025, una quantità di 101.500 azioni ordinarie al prezzo medio unitario di 382,4384 euro, per un valore complessivo di 38.817.498,98 euro.
Ferrari ha precisato tra le altre cose di essere in possesso, al 10 ottobre 2025, di 16.115.828 azioni proprie ordinarie pari all’8,86% del capitale sociale.
Dopo avere accusato la perdita più forte in nove anni, ovvero dal 2016, a seguito della presentazione della casa di Maranello dei target di profittabilità fissati per la fine del decennio - lo scorso 9 ottobre e in occasione del proprio Capital Markets Day - le azioni Ferrari oggi pagano lo schiaffo che porta la firma di Citi, per la precisione dell’analista Harald Hendrikse.
La divisione di ricerca del colosso delle auto di lusso ha infatti annunciato di avere sforbiciato il target price sulle azioni Ferrari a 340 euro dai precedenti 380 euro, confermando il rating “Sell”. Una sforbiciata al target price delle azioni Ferrari è stata annunciata anche dagli analisti di RBC, che hanno abbassato il prezzo obiettivo da 475 a 460 euro, pur reiterando il giudizio outperform.
In particolare l’analista di Citi ha sottolineato che la guidance presentata la scorsa settimana da Ferrari è scesa al di sotto anche di quelle previsioni che avevano messo in conto il ritmo di crescita più basso, dunque al di sotto delle stime più pessimistiche.
Azioni Ferrari, cosa emerge dal parametro RSI
Nel presentare la sua guidance giovedì scorso durante il suo Capital Markets Day 2025, l’azienda ha reso noto di prevedere per quest’anno ricavi netti di almeno €7,1 miliardi, annunciando di puntare a un target di 9 miliardi entro il 2030 e a un EBITDA minimo di €3,6 miliardi.
Numeri considerati solidi, ma inferiori alle attese del consensus, che aveva puntato decisamente più in alto.
Una nota di Zacks Equity Research ha fatto notare in realtà che le azioni Ferrari potrebbero rivelarsi una buona occasione di acquisto, stando almeno a quanto emerge dal parametro Relative Strength Index (RSI) che stabilisce se le azioni versano in una condizione di ipervenduto o ipercomprato.
Parametro che oscilla tra lo zero e 100, l’RSI mostra di norma che un titolo è oversold quando il suo valore scivola al di sotto della soglia di 30 punti. E, fino a venerdì scorso, l’RSI di Ferrari era pari a quota 24,58 euro, a conferma di come le azioni fossero state fin troppo bastonate.
Tuttavia, per ora gli investitori non sembrano aver voglia di tornare a fare shopping dei titoli del Cavallino Rampante.
Il commento di Equita SIM sulle azioni Ferrari
Così Equita SIM - che ha una visione neutrale con target price a 380 euro - in una nota che è stata diffusa oggi, lunedì 13 ottobre 2025, e che ha fatto il punto della situazione in cui versano le azioni Ferrari, riassumendo quanto i suoi analisti avevano già scritto all’indomani del tonfo monstre del titolo.
La SIM ha ricordato che le proiezioni dell’azienda al 2023 sono state inferiori alle attese del consensus (sales -10%, EBITDA -14%, EPS -15% e FCF cumulato -18%), “ ma coerenti con le nostre ”, ricordando che il CEO Benedetto Vigna ha definito il piano “ altrettanto ambizioso ” come aveva definito quello del 2022-26, poi comunque raggiunto con un anno di anticipo.
La SIM ha così chiarito la sua view sul business e sulle azioni Ferrari:
“Noi riteniamo che i target al 2030 siano una base ragionevole ed effettuiamo solo lievi aggiustamenti alle nostre stime (tranne il flusso di cassa cumulato da abbassare), mentre il consensus pensiamo venga aggiustato al ribasso intorno alla doppia cifra su tutte le principali metriche. Riteniamo che l’equity story resti inalterata, ma il riallineamento del consensus eccessivamente ottimista (soprattutto per chi si aspettava un balzo della redditività già dal 2026 col lancio della F80 in sostituzione della Daytona) possa a continuare a pesare sulla performance di breve del titolo”.
Guardando al trend del titolo Ferrari, nelle ultime cinque giornate di contrattazioni a Piazza Affari, il titolo RACE ha perso sull’indice Ftse Mib di Piazza Affari più del 21%.
La perdita dell’ultimo mese e degli ultimi tre mesi è rispettivamente pari a -19% e -21% circa. YTD il trend è stato di una flessione superiore al 20%, mentre su base annua le azioni viaggiano in calo del 24,6%.
© RIPRODUZIONE RISERVATA