L’equilibrio sui mercati finanziari è cambiato. Tra oro che corre e dollaro debole, ecco i principali driver dei prezzi e gli scenari macro da monitorare per investire.
Sembra un paradosso, il prezzo dell’oro sale, mentre il dollaro scende. Non lo è. Il dollaro, da sempre visto come il rifugio sicuro quando i mercati tremano, ha perso quasi il 10% da inizio anno. Al contrario, l’oro, l’altro grande protagonista delle fasi di incertezza, continua a spingersi sempre più in alto, segnando nuovi massimi storici. Negli ultimi mesi le quotazioni hanno sfondato i 3.500 dollari l’oncia, toccando punte a 3.640 sul Comex, e la corsa non accenna a rallentare. Un movimento che sorprende, soprattutto se si considera che l’economia americana continua a mostrarsi più solida del previsto e che la Federal Reserve, pur avendo avviato la stagione dei tagli ai tassi, non smette di ribadire fiducia nella crescita.
La risposta va cercata nelle pieghe della geopolitica e nei conti delle banche centrali. Ma perché i grandi attori finanziari stanno riducendo la quota di dollari in portafoglio per sostituirla con oro fisico? Si tratta solo di un effetto passeggero, alimentato dall’incertezza e dalle mosse della Fed, o stiamo assistendo a un cambiamento strutturale negli equilibri monetari mondiali?
L’oro, da millenni sinonimo di valore universale, sembra tornato al centro della scena in un gioco di potere che mette in discussione la supremazia del biglietto verde. Ecco perché. [...]
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