Perché Bitcoin è crollato? Tutta colpa degli Usa

Claudia Cervi

10 Febbraio 2023 - 18:45

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Le autorità di regolamentazione Usa mettono sotto pressione Bitcoin e le altre crypto. La messa al bando dell’attività di staking mette in luce la necessità di regole chiare. Ecco cosa è successo.

Perché Bitcoin è crollato? Tutta colpa degli Usa

Bitcoin si è reso protagonista di un rally eccezionale a gennaio che ha spinto i prezzi fino a 24.000 dollari. Dopo una performance di quasi 40 punti percentuali, l’inverno delle criptovalute sembrava ormai alle spalle. Tuttavia è bastato un colpo di vento per far crollare Bitcoin del 5% nella seduta di giovedì 9 febbraio. A far vacillare la regina delle criptovalute è la notizia che la Sec, l’Irs e il Dipartimento delle Finanze dello Stato di New York hanno costretto l’exchange di criptovalute Kraken a sospendere il servizio di staking negli States.

Per ora solo Kraken e Paxos, società emittente di stablecoin, sono stati interessati dall’azione, ma c’è il rischio che altri intermediari e operatori possano subire conseguenze simili.

Oltre alla messa al bando dello staking, Kraken ha dovuto pagare alla Sec una multa di 30 milioni di dollari. Inoltre l’IRS (l’Agenzia delle entrate americana) ha chiesto all’exchange i dati degli utenti in modo da far pagare loro le tasse relative all’attività di staking, ora considerata un investimento in securities.

Bitcoin in calo: il ruolo delle autorità di regolamentazione degli Stati Uniti

Gli effetti sui mercati crypto non sono tardati: l’incertezza ha colpito molti altri intermediari negli Usa, come Coinbase, Binance e Crypto.com, che offrono prodotti simili, dato che le restrizioni potrebbero presto estendersi anche a loro. Bitcoin e le altre criptovalute sono crollate.

L’attacco coordinato delle agenzie statunitensi fa riflettere sulle conseguenze di una mancanza di regole chiare per il mondo delle criptovalute. Non è ideale un mondo dove un’agenzia statale può imporsi senza considerare le conseguenze, sebbene Bitcoin sia stato creato proprio per resistere a questo tipo di attacchi.

Bitcoin e Ethereum a picco

Questa settimana Bitcoin ha perso oltre il 5% arretrando dai massimi di periodo a circa 24.000 fino a 21.600 circa, ex resistenza di rilievo e punto di passaggio della media mobile esponenziale a 200 giorni.
Dalla tenuta o meno di questo riferimento potrebbero dipendere le sorti della regina delle criptovalute. Un rimbalzo dai livelli attuali potrebbe favorire l’attacco definitivo agli ostacoli presenti tra 24.000 e 25.000 dollari (limite superiore della pitchfork) per target a 26.600. In tal caso verrebbe anche confermato un efficace segnale rialzista: il «golden cross», con la media mobile esponenziale a 50 sedute che taglia al rialzo quella a 200 sedute. Se invece i prezzi dovessero scivolare sotto area 21.600 aumenterebbe il rischio di rivisitazione di area 19.000.

Anche Ethereum è scesa velocemente in direzione di 1.500 dollari atterrando sulla media mobile esponenziale a 200 giorni che transita orizzontalmente in quest’area insieme a quella a 50 giorni. Come per Bitcoin, la tenuta di questi supporti potrebbe favorire un rimbalzo in grado di scardinare gli ostacoli a 1.700 dollari per target oltre i 2.000 dollari.
Sotto area 1.500 rischio invece di affondo a 1.300 circa.

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