Pensioni, stop all’uscita con 42 anni (e 10 mesi) di contributi per questi lavoratori. Ecco perché

Simone Micocci

3 Maggio 2025 - 09:45

Pensioni, non basta aver maturato 42 anni e 10 mesi di contributi per andarci in anticipo. Si guarda anche alla contribuzione effettiva.

Pensioni, stop all’uscita con 42 anni (e 10 mesi) di contributi per questi lavoratori. Ecco perché

Come noto in Italia non si va in pensione solo al raggiungimento dei 67 anni di età. Ci sono diverse opzioni, infatti, che consentono l’uscita anticipata, specialmente a coloro che hanno lavorato per molti anni.

L’alternativa alla pensione di vecchiaia con più adesioni è sicuramente la pensione anticipata, il cui diritto si raggiunge indipendentemente dall’età anagrafica una volta maturati 42 anni e 10 mesi di contributi, un anno in meno nel caso delle donne.

Tuttavia, non bisogna commettere l’errore di pensare che tutti i contributi previdenziali siano validi ai fini del raggiungimento dei 42 anni e 10 mesi di contributi, pari esattamente a 2.227 settimane contributive. La regola, infatti, prevede che debba essere raggiunta almeno una soglia minima di contribuzione considerata “effettiva”, nella quale non si considerano i cosiddetti contributi figurativi accreditati direttamente dall’Inps, in alcuni casi d’ufficio in altri su richiesta dell’interessato, in determinati periodi in cui non è stata svolta l’attività lavorativa oppure in cui c’è stata una riduzione della stessa. Il vantaggio della contribuzione figurativa è di essere a costo zero per l’interessato, tuttavia in alcune circostanze i contributi versati non valgono ai fini del raggiungimento del diritto alla pensione.

È il caso appunto della pensione anticipata, a cui devono dire “addio” tutti quei lavoratori che non hanno raggiunto la soglia minima di contribuzione effettiva richiesta da questa opzione.

Differenza tra contribuzione effettiva e figurativa

Come anticipato, sono contributi figurativi quelli riconosciuti gratuitamente ai lavoratori - quindi senza oneri né per il dipendente né tantomeno per il datore di lavoro - che in genere, al pari delle altre tipologie di contributi previdenziali, sono validi ai fini del diritto alla pensione quanto a determinare la misura del trattamento pensionistico.

I periodi coperti da contribuzione figurativa sono diversi. Si va da quelli in cui c’è stata l’interruzione dell’attività lavorativa per malattia, infortunio, maternità o paternità, come pure nei periodi di permesso riconosciuti ai sensi della legge n. 104 del 1992, o di congedo straordinario previsto dal Dlgs n. 151 del 2001, a quelli in cui c’è stata solamente una riduzione dell’orario di lavoro, come nel caso della cassa integrazione. In alcuni casi il riconoscimento della contribuzione figurativa avviene in automatico, in altri invece su domanda dell’interessato (quando l’Inps ha bisogno di una particolare documentazione per procedere con il riconoscimento).

La contribuzione figurativa si differenzia da quella effettiva, di cui fanno parte i contributi obbligatori - quelli versati per i periodi di reale svolgimento dell’attività lavorativa - come pure quelli da riscatto o volontari. C’è un elemento che accomuna queste tre categorie di contributi previdenziali differenziandoli da quelli figurativi: il fatto che il loro riconoscimento avviene per titolo oneroso.

Il minimo di contributi effettivi per la pensione anticipata

Per accedere alla pensione anticipata serve raggiungere, indipendentemente dall’età anagrafica, almeno 42 anni e 10 mesi di contributi, mentre nel caso delle donne sono sufficienti 41 anni e 10 mesi (2.175 settimane).

Tuttavia, per i soli iscritti al Fondo pensioni lavoratori dipendenti serve guardare anche alla contribuzione effettiva. Come spiegato dall’Inps, infatti, per il raggiungimento del predetto requisito contributivo è utile la contribuzione a qualsiasi titolo versata o accreditata, fermo restando però che almeno 35 anni di contributi devono essere perfezionati escludendo i periodi di malattia, disoccupazione (i contributi figurativi spettano anche nei periodi coperti da Naspi) e prestazioni equivalenti. Di fatto, con questa precisazione l’Inps esclude dal calcolo dei 35 anni tutti i contributi figurativi.

Quindi, i lavoratori che hanno maturato 42 anni e 10 mesi di contributi ma hanno più di 8 anni di contributi figurativi devono dire addio alla possibilità di accedere alla pensione anticipata nel caso in cui non abbiano raggiunto i 35 anni di contribuzione effettiva. Una vera e propria beffa in quanto in questo caso il rischio è di dover attendere fino al compimento dei 67 anni per andare in pensione.

Nessun problema, invece, per gli iscritti alla Gestione Separata o alle altre gestioni di lavoro autonomo, in quanto non si applica il suddetto limite di contribuzione effettiva.

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