La riforma della Pubblica Amministrazione riprende il suo iter al Senato, dove la delicata questioni delle pensioni potrebbe trovare soluzioni inedite grazie alle proposte di part time prima del pensionamento e alle nuove ipotesi sull’opzione donna.
Con la ripresa al Senato dell’iter parlamentare della riforma della Pubblica Amministrazione arrivano nuove proposte riguardo agli interventi da applicare nel delicato comparto delle pensioni del pubblico impiego, per il quale, nei prossimi giorni, potrebbero essere inserite nel testo del disegno di legge, nuove e inedite misure riguardanti il part time prima della pensione per i dipendenti pubblici e la cosiddetta opzione donna.
Il part time prima della pensione per i dipendenti statali costituisce l’ultima veste assunta dalla staffetta generazionale di cui si era molto parlato negli scorsi mesi mentre l’introduzione di nuove misure relative alla cosiddetta "opzione donna" potrebbe essere l’occasione per mettere mano a un problema che attende ancora una soluzione definitiva.
Part time prima della pensione
Dopo che lo scorso anno la proposta di staffetta generazionale nella Pubblica Amministrazione, avanzata dal ministro Madia, era stata quasi completamente abbandonata, dal momento che i tecnici della Ragioneria Generale dello Stato avevano avanzato forti preoccupazioni relative alle pesanti preoccupazioni che un intervento del genere avrebbe potuto avere sulla tenuta dell’equilibrio dell’intero sistema previdenziale, l’ipotesi di una staffetta generazionale sembra riprendere quota, attraverso un restyling complessivo.
Sarebbe stata, infatti, raggiunta una prima mediazione tra il ministero della Pubblica Amministrazione e i tecnici del Tesoro, per portare all’attuazione di alcuni interventi nel settore della PA che potrebbero concretizzare l’idea della staffetta generazionale. Attraverso un emendamento alla riforma della PA che potrebbe essere presentato in aula al Senato durante la discussione del disegno di legge, l’ipotesi della staffetta generazionale potrebbe maturare con modalità diverse da quelle inizialmente prospettate.
Non si tratterebbe, quindi, di anticipare il pensionamento dei lavoratori del pubblico impiego (ipotesi peraltro prevista attraverso la pensione anticipata d’ufficio), per permettere l’ingresso di un nuovo dipendente ogni tre, come voleva il progetto di riforma originario, ma di far accedere al part time i dipendenti del pubblico impiego più prossimi alla pensione.
In tal modo si libererebbero comunque nuovi posti di lavoro e si metterebbe in campo un’inedita forma di flessibilità in uscita, anche se limitatamente alla sola Pubblica Amministrazione. Occorre ora capire se questo emendamento troverà attuazione e, eventualmente, quali saranno le conseguenze, sul piano contributivo e previdenziale, di questa opzione.
Opzione Donna
Altra proposta di legge che potrebbe trovare posto nei prossimi emendamenti della riforma della PA riguarda le pensioni del sistema contributivo donna, per le quali potrebbero esserci consistenti novità non solo nella pubblica amministrazione ma per tutte le lavoratrici.
Un recente disegno di legge che potrebbe essere inserito anche nella riforma della PA, prevederebbe la possibilità di pensione anticipata a 60 anni per tutte le lavoratrici che hanno avuto la possibilità di sommare tutti i contributi versati durante la propria carriera lavorativa, compresi quelli versati durante i periodi di maternità e durante l’assolvimento di funzioni di cura nei confronti di figli e parenti.
Questa proposta potrebbe essere l’occasione giusta per trovare una definitiva soluzione alla questione dell’ "opzione donna" che è ormai finita in una pericolosa empasse. Mentre, infatti, il Governo deve ancora varare delle misure ufficiali per la proroga delle pensioni contributivo donna sia il ministro Poletti che l’INPS nelle ultime comunicazioni su questo tema hanno lasciato aperta la possibilità di inoltrare le domande si pensionamento all’Inps (per tutte le donne che hanno raggiunto il requisito pensionistico dei 57 anni e 3 mesi entro il 2015). Tali domande però resteranno "in evidenza", ossia in sospeso, finché il Governo non deciderà in merito.
Proprio per questo è stata già avviata, dal Comitato Opzione Donna, una class action per richiedere una soluzione immediata al problema.
Al di là dell’approvazione dei due singoli emendamenti quel che più preoccupa, attualmente, è che il DEF non abbia fatto alcun accenno alla riforma delle pensioni, per questo anche se questi emendamenti fossero approvati potrebbe essere solo la prossima legge finanziaria a darne definitiva attuazione reperendo le risorse necessarie a finanziarli.
Consulta anche l’articolo dedicato alle ultime novità sulle Pensioni nella Pubblica Amministrazione, il prepensionamento con Part time e la staffetta generazionale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA