Vuoi smettere di lavorare in anticipo nel 2026? Allora devi soddisfare assolutamente questi requisiti.
Nel 2026 il sistema delle pensioni italiane non cambia in modo sostanziale: le regole per il pensionamento restano le stesse e l’età pensionabile rimane fissata a 67 anni. Anche l’ultima legge di Bilancio conferma sostanzialmente l’impianto attuale, introducendo solo qualche ritocco tecnico che non incide in maniera significativa sui requisiti di accesso alla pensione.
La vera novità riguarda invece la scomparsa di due strumenti di flessibilità: Quota 103 e Opzione Donna non vengono rinnovate, lasciando spazio alle forme ordinarie di pensione anticipata e alle misure destinate alle categorie più fragili. In altre parole, chi vorrà ritirarsi dal lavoro prima dei 67 anni potrà farlo solo se ha maturato molti anni di contributi o se rientra tra coloro che svolgono mansioni usuranti o gravose.
Resta quindi valido il principio secondo cui chi ha lavorato di più può andare in pensione prima, specialmente nel caso di carriere lunghe e continuative. È un’impostazione già prevista dalla riforma Fornero, che accanto alla pensione di vecchiaia, ottenibile con almeno 20 anni di contributi, riconosce la possibilità di anticipare l’uscita in presenza di un’anzianità assicurativa più elevata.
Vediamo dunque nel dettaglio quali sono le opzioni di pensionamento anticipato nel 2026, e quanti anni di lavoro servono per accedere alle diverse forme di pensione previste.
Come si smette di lavorare in anticipo nel 2026
Per quanto il testo della legge di Bilancio 2026 sia ancora al vaglio del Parlamento, e quindi sono possibili modifiche, non dobbiamo attenderci stravolgimenti rispetto a quanto è già stato deciso dalla presidenza del Consiglio dei ministri.
Pertanto, nel 2026 le uniche forme di pensionamento anticipato restano quelle in vigore già quest’anno, fatta eccezione per l’abolizione di Quota 103 e di Opzione Donna. Rimangono quindi attive:
- pensione anticipata, per chi ha maturato almeno 42 anni e 10 mesi di contribuzione, un anno in meno nel caso delle donne;
- pensione con Quota 41, per chi oltre ad aver maturato 41 anni di contributi ha almeno 12 mesi versati entro il compimento dei 19 anni di età. È inoltre richiesta l’appartenenza a dei profili che richiedono una maggior tutela, come ad esempio l’essere disoccupati, invalidi, caregiver o impiegati in lavori usuranti;
A queste si aggiungono poi altre misure che richiedono meno anni di contributi ma allo stesso tempo prevedono altri requisiti che ne limitano la platea. Ad esempio abbiamo l’opzione contributiva della pensione anticipata che consente di andare in pensione a 64 anni e con soli 25 anni di contributi, ma solo nel caso in cui l’importo dell’assegno abbia raggiunto una soglia minima pari a 3 volte il valore dell’Assegno sociale (oppure 2,8 volte per le lavoratrici con un figlio, 2,6 volte per quelle che ne hanno almeno due).
Infine resta in vigore l’Ape Sociale (che non è una vera e propria forma di accesso alla pensione), misura che consente di smettere di lavorare con qualche anno di anticipo a chi si trova in condizioni particolari di disagio o vulnerabilità, come disoccupati, invalidi, caregiver o lavoratori impiegati in mansioni usuranti o gravose.
Quanto prima bisogna aver iniziato a lavorare per andare in pensione in anticipo
Mantenendo una carriera priva di buchi contributivi - o comunque nel caso si sia intervenuti personalmente per dare una copertura agli stessi - nel 2026 quindi vanno in pensione coloro che hanno iniziato a lavorare prima del 1983, anche 1984 nel caso delle donne e di chi invece soddisfa i requisiti per l’accesso alla pensione con Quota 41.
Nel 2026 non essendoci più Quota 103, l’unica opzione con requisito anagrafico più basso resta l’anticipo contributivo a 64 anni, riservato però a chi percepisce un assegno superiore alla soglia minima prevista (circa 1.600 euro lordi mensili).
Per quanto riguarda l’Ape Sociale, misura che richiede 30 anni di contributi nel caso di chi risulta disoccupato, invalido o caregiver, mentre nel caso di chi ha svolto lavori particolarmente usuranti o gravosi ne sono necessari 36 anni, la possibilità di accedere a una tale misura sarà quindi per chi ha iniziato a lavorare tra il 1996 e il 1990, ma solo se nel 2026 ha compiuto i 63 anni e 5 mesi di età.
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