Pensioni d’invalidità: perché in alcuni casi l’aumento è stato di pochi euro

Antonio Cosenza

29/10/2020

29/10/2020 - 12:11

condividi

Aumento pensione d’invalidità: perché non ho ricevuto un assegno di 651,51€? Rispondiamo ai dubbi dei nostri lettori riguardo al riconoscimento dell’incremento al milione.

Pensioni d’invalidità: perché in alcuni casi l’aumento è stato di pochi euro

Pensioni d’invalidità: è arrivato il momento della verità per chi aspetta l’aumento. Con il pagamento del cedolino di novembre, infatti, chi beneficia dell’aumento stabilito dal Decreto Agosto, con il quale è stato riconosciuto l’incremento al milione anche agli invalidi al 100% con meno di 60 anni, godrà di un importo maggiore rispetto alle ultime mensilità.

Come vi abbiamo anticipato qualche settimana fa, se si considerano anche gli arretrati per i mesi scorsi nel migliore dei casi si arriverà a percepire fino a 2.000 euro di assegno. Tuttavia, in queste ore - visto il pagamento anticipato della pensione di novembre - molti si stanno lamentando per il fatto che l’importo del cedolino non si avvicina neppure lontanamente a questa cifra.

Ebbene, non si tratta di un errore: è la normativa sull’incremento al milione, infatti, a stabilire dei criteri che vanno a penalizzare coloro che non hanno reddito pari a zero, per i quali l’importo della maggiorazione sociale sarà più bassa rispetto a quella attesa.

Vediamo, quindi, per quale motivo l’importo dell’incremento al milione riconosciuto sulla pensione d’invalidità è più basso rispetto a quanto sperato.

Pensione d’invalidità: a chi spetta l’importo pieno dell’aumento?

In determinate circostanze, grazie al riconoscimento dell’incremento al milione, la pensione d’invalidità può arrivare ad un massimo di 651,51€ (riconosciuti per 13 mensilità).

Grazie a quanto stabilito dal Decreto Agosto, in attuazione della sentenza della Corte Costituzionale del 23 giugno scorso, questo incremento spetta indipendentemente dall’età agli invalidi al 100% titolari di pensione d’invalidità con reddito inferiore a:

  • il beneficiario non coniugato deve possedere redditi propri non superiori a 8.469,63 euro (pari all’importo massimo moltiplicato per tredici mensilità);
  • il beneficiario coniugato (non effettivamente e legalmente separato) deve possedere: redditi propri di importo non superiore a 8.469,63 euro, mentre redditi cumulati con quello del coniuge di importo annuo non superiore a 14.447,42 euro.

Ma attenzione: non è detto che chi è sotto a queste soglie gode automaticamente dell’importo pieno della maggiorazione sociale. È importante leggere con accortezza, infatti, quanto stabilito dall’articolo 38, della legge 448/2011 in merito all’incremento al milione.

Nel comma 5 dello stesso, infatti, viene chiaramente detto che l’incremento spetta in misura piena al solo disabile con reddito pari a zero; più questo valore sale e più l’importo dell’incremento si riduce. Nel dettaglio, questo oltre ad indicare le suddette soglie reddituali sotto le quali bisogna stare per godere dell’incremento al milione spiega che “qualora i redditi posseduti risultino inferiori ai limiti l’incremento è corrisposto in misura tale da non comportare il superamento dei limiti stessi”.

Questo significa che aggiungendo ai redditi percepiti dall’invalido l’incremento al milione, non deve comunque esserci il superamento delle soglie reddituali.

Pensione d’invalidità: chi gode dell’aumento massimo?

Per avere diritto all’incremento al milione superiore ai 350 euro, arrivando così a percepire una pensione d’invalidità pari a 651,51€ mensili, bisogna avere un reddito individuale e coniugale pari a 0. Se questo aumenta progressivamente si riduce l’importo della maggiorazione sociale.

Ci sono alcuni esempi da poter fare: ad esempio, il disabile civile totale che non percepisce reddito avrà sicuramente diritto al massimo importo, a meno che risulta sposato e il coniuge ha reddito. Questo vale anche per chi vive ancora con i propri genitori: ai fini del riconoscimento dell’incremento, infatti, non si tiene conto del reddito del nucleo familiare ma solamente di quello individuale (o in caso di coppia sposata di quello coniugato).

Se invece il reddito è superiore a 0 viene effettuato un calcolo per il riconoscimento parziale dell’incremento. Pensiamo ad esempio al disabile con reddito pari a 2.000 euro titolare di pensione d’invalidità a 3.728,53€ (valore aggiornato al 2020). Questo ha un reddito pari a 5.728,53€: ciò significa che l’aumento annuo non può essere superiore a 2.740 euro, per un incremento, quindi, di appena 210 euro al mese. La pensione d’invalidità, quindi, arriverà ad un importo di 496,81€ e non di 651,51€.

Iscriviti a Money.it