Pensioni, come cambiano con la riforma?

Giorgia Bonamoneta

9 Aprile 2023 - 18:31

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La riforma delle pensioni è vicina. L’Osservatorio deve valutare le diverse opzioni e la loro fattibilità e sostenibilità. Cosa sappiamo.

Pensioni, come cambiano con la riforma?

La riforma delle pensioni è vicina. La conferma arrivata con il via libera all’Osservatorio per definire il dopo Quota 103 (in scadenza il 31 dicembre prossimo). Le tempistiche per conoscere i dettagli sono ancora vaghe, ma è già iniziato il confronto tra i sindacati e la ministra Marina Calderone.

Intanto sul fronte della fattibilità delle proposte ci sono buone notizie. Infatti le previsioni del Def - anche se criticate dall’Europa - sembrano chiarire del tutto i dubbi sulla disponibilità economica per affrontare la sfida della riforma delle pensioni.

L’Osservatorio dovrà ora valutare le opzioni di pensionamento anticipato, a partire dall’estensione della Quota 41 a tutti, valutando anche possibili soluzioni interlocutorie come la proroga di un anno della Quota 103. Il lavoro da fare è tanto e le ipotesi pure. Ecco quali sono.

Riforma pensioni: Quota 41

Il 31 dicembre 2023 scadrà Quota 103, ovvero il sistema che permette di andare in pensione con 41 ani di contributi. Cosa c’è dopo Quota 103? Ci sono diverse ipotesi, tra le quale emerge Quota 41. Si tratta di una proposta che piace particolarmente alla Lega e che collega la possibilità di andare in pensione con 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica.

L’Inps ha calcolato che tale sistema costerebbe 4 miliardi di euro all’avvio, ma che nel giro di una decina di anni il costo toccherebbe la cifra di 75 miliardi di euro. Un costo piuttosto elevato, troppo secondo una parte della maggioranza al governo e per questo l’alternativa è una proroga di almeno un anno di Quota 103 e una proroga al dibattito per una soluzione più strutturale al 2025.

Riforma pensioni: flessibilità in uscita

Ulteriore tema sul tavolo è la flessibilità in uscita dopo Quota 103. Come ricorda il Corriera della Sera, la ministra del Lavoro a febbraio aveva lasciato intendere che il sistema attuale legato all’Ape sociale potrebbe essere esteso. 

Tutto deve basarsi sulla necessità di dare risposte in termini di sostenibilità, non solo del sistema, anche di assegno pensionistico che si riceve”, aveva detto dopo il confronto con le parti sociali.

Riforma pensioni: attenzione a prepensionamenti e quote

Il tema più spinoso e più caro al governo è quello delle quote per l’anticipo pensionistico. La ministra del Lavoro Marina Calderone deve infatti fare attenzione a tutti quei sistemi di prepensionamenti che fanno numero sulla sostenibilità della riforma.

Come ha spiegato l’Osservatorio c’è bisogno di verificare la sostenibilità di forme di anticipo pensionistico perché non gravino unicamente sulla spesa pubblica, ma “consentano un ciclo virtuoso fra lo Stato, i datori di lavoro e i lavoratori prossimi alla pensione”. Così, sempre secondo l’Osservatorio, sarà necessario chiedere agli esperti di verificare l’efficacia e la sostenibilità di ulteriori forme di staffetta generazionale, senza dimenticare misure rivolte alle piccole e medie imprese.

Pensioni e previdenza complementare

In ultima analisi, sul tavolo della riforma, c’è anche il tema della previdenza complementare. Questa è vista come pilastro fondamentale per garantire un importo complessivo dignitoso per i futuri trattamenti pensionistici calcolati con il metodo contributivo.

A tale scopo la ministra Calderone ha ribadito che vuole rafforzare questo aspetto e intervenire in maniera tale da rilanciare il sistema di previdenza complementare.

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