Pensioni, Brambilla lancia l’allarme: “Prepariamoci ad una nuova Fornero”

Antonio Cosenza

15/07/2020

13/04/2021 - 09:32

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Riforma delle pensioni: si ripeterà quanto successo nel 2001, con la riforma lacrime e sangue firmata Elsa Fornero? Secondo Alberto Brambilla esiste un rischio concreto.

Pensioni, Brambilla lancia l’allarme: “Prepariamoci ad una nuova Fornero”

Pensioni: ci sarà una Fornero bis? Tra i lavoratori c’è il timore che prima o poi possa ripetersi quanto successo con la riforma del 2001: d’altronde, già oggi l’età pensionabile in Italia è tra le più alte d’Europa, figuriamoci cosa potrebbe succedere nel caso di un nuovo innalzamento.

La crisi economica ha aumentato questi timori, così come le richieste dell’Unione Europea riguardo alla necessità di contenere la spesa pensionistica. Ad essere sicuro riguardo alla possibilità di una nuova riforma delle pensioni simile a quella adottata dal Governo Monti nel 2001, è Alberto Brambilla - presidente del Centro studi e ricerche itinerari previdenziali - il quale in un’intervista rilasciata al quotidiano “La Verità” ha lanciato una vera e propria bomba sulle pensioni.

Nel dettaglio, secondo Brambilla nel dopo Quota 100 si andrà a configurare una nuova riforma delle pensioni che andrà ad aumentare nuovamente l’età pensionistica e a tagliare gli assegni. D’altronde ve lo abbiamo anticipato qualche giorni fa: secondo le indiscrezioni che circolano in queste settimane, sembra che in futuro bisognerà decidere tra l’andare in pensione più tardi e andarci prima ma accettando un taglio dell’assegno.

Brambilla - che propone un’alternativa alla possibilità di una nuova riforma simil Fornero - ritiene che questo sarà lo scenario che si andrà a concretizzare.

Pensioni: in arrivo una nuova riforma Fornero?

Secondo quanto dichiarato da Alberto Brambilla, bisognerà stare molto attenti a cosa succederà sul fronte pensioni nei prossimi mesi. Questo ritiene che nel periodo di crisi l’Italia stia commettendo un grave errore: spendere troppe risorse nell’assistenzialismo puro. Basti pensare che solo per la cassa integrazione “stiamo bruciando 4 miliardi al mese”, risorse che sarebbe più opportuno utilizzare per creare nuovi posti di lavoro. “Allora sì che l’argomento pensioni perderebbe qualsiasi forza propagandistica”.

Eppure di pensioni si parla, eccome; anche perché in questi giorni è arrivata la richiesta di garanzie da parte dell’Unione Europea, che in vista dell’accordo sul Recovery Fund vuole essere sicura che l’Italia non spenderà le risorse in arrivo per aumentare ulteriormente la spesa pensionistica.

La riforma delle pensioni è ancora in cantiere e il Governo dovrà decidere come sarà il dopo Quota 100. A tal proposito, Brambilla si è detto possibilista riguardo al fatto che venga attuata una Fornero Bis, ancora più dura della precedente.

Tagli dell’assegno per coloro che decidono di anticipare l’uscita dal lavoro, età pensionistica sempre più alta complice l’adeguamento con le aspettative di vita per cui il prossimo appuntamento è atteso per il 1° gennaio 2023. Questo lo scenario futuro, con Brambilla che propone un’alternativa:

Anziché penalizzare coloro che decidono di uscire anticipatamente dal mercato del lavoro, dovremmo premiare chi decide di restare a lavoro più a lungo. Una sorta di super bonus, che andrebbe ad incentivare i lavoratori ad andare in pensione più tardi così da maturare un assegno più corposo.

Ma la strategia adottata dal Governo italiano non è la migliore per uscire da questa situazione. Perché è proprio continuando con l’assistenzialismo o anche “continuando a far circolare notizie che spaventano l’Europa” che rischiamo davvero possa esserci una nuova riforma Fornero da “lacrime e sangue”.

In Italia ci sono più pensionati che lavoratori: Brambilla smentisce

In conclusione, va detto che Alberto Brambilla ha smentito quanto sostenuto dalla CGIA di Mestre riguardo alla possibilità che la crisi economica abbia invertito il rapporto che c’è tra lavoratori e pensionati, con quest’ultimi che avrebbero superato i secondi.

Si tratta di una fake news”, sostiene Brambilla, il quale ha ricordato che nel 2019 i lavoratori dipendenti erano circa 23 milioni e mezzo contro i 16 milioni e 200 mila pensionati. Anche se causa COVID-19 il numero dei primi si è ridotto e quello dei secondi, merito anche di Quota 100, è aumentato, è assolutamente impossibile che i pensionati siano diventati più degli occupati.

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