Pensione di reversibilità al coniuge, calcolo importo, limiti e conseguenze del divorzio

Simone Micocci

11 Gennaio 2024 - 18:43

Pensione di reversibilità, quando spetta al coniuge? La guida completa: dal calcolo dell’importo (percentuali) ai limiti di reddito, fino alle conseguenze di separazione, divorzio e nuovo matrimonio.

Pensione di reversibilità al coniuge, calcolo importo, limiti e conseguenze del divorzio

Al coniuge - marito o moglie - superstite spetta la pensione di reversibilità, ossia una quota dell’assegno previdenziale di cui era titolare il dante causa. È indifferente l’opzione che ha portato al pensionamento: spetta se il coniuge deceduto prendeva la pensione di vecchiaia, come pure se era andato in pensionamento anticipato.

Invece, nel caso in cui al momento del decesso il coniuge dante causa non aveva maturato il diritto alla pensione, il superstite avrà diritto invece alla pensione indiretta. Tale diritto, però, spetta solo se il marito o la moglie che sono venuti a mancare aveva almeno 15 anni di contributi versati, o almeno 5 anni di cui almeno 3 nell’ultimo quinquennio.

Sia che si parli di pensione di reversibilità, come pure per la pensione indiretta, al superstite spetta una parte della pensione liquidata, oppure maturata, al dante causa. La quota è variabile: si parte da una percentuale del 60% che aumenta in presenza di figli (fino ad arrivare al 100% dell’importo della pensione).

Chi prende la pensione di reversibilità o indiretta può lavorare, tuttavia ci sono dei limiti entro cui il reddito da lavoro è compatibile con l’assegno previdenziale. Superati, scattano i tagli.

A tal proposito, visto l’oggetto di discussione di questa guida, è importante fare chiarezza su cosa si intende per coniuge. In particolare è bene sottolineare che succede in caso di separazione o divorzio, ossia quando il diritto alla pensione di reversibilità si conserva e quando invece no.

Lo faremo di seguito, analizzando tutto quello che c’è da sapere sulla pensione di reversibilità al coniuge, dai requisiti ai limiti entro cui si evitano i tagli dell’assegno.

Quando al coniuge spetta la reversibilità

Come prima cosa va chiarito che ad avere diritto alla pensione di reversibilità (o indiretta) del dante causa è tanto il coniuge quanto l’unito civilmente. Quindi, anche l’unione civile dà diritto a una quota di pensione in caso di decesso di una delle parti.

Tale diritto non si estingue nemmeno a seguito di separazione: ciò significa che anche laddove ci sia stata una sentenza di separazione prima del decesso, al coniuge superstite spetterà la reversibilità.

Discorso differente per il coniuge divorziato. Qualora sia intervenuta una sentenza di divorzio, infatti, la reversibilità spetta a condizione che il superstite:

  • sia titolare dell’assegno divorzile;
  • non sia passato a nuove nozze.

Inoltre, è essenziale che la sentenza di divorzio, con cui quindi viene pronunciato lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio, non sia antecedente alla data di inizio del rapporto assicurativo del defunto. In poche parole, il primo contributo utile ai fini previdenziali deve essere stato versato prima del divorzio.

Che succede se il dante causa si è risposato?

Come appena visto, non spetta la pensione di reversibilità all’ex coniuge divorziato che ha convolato a nuove nozze. Ma che succede se a essersi risposato dopo il divorzio è il coniuge defunto? In tal caso sarà il giudice a stabilire le quote spettanti al coniuge superstite e al coniuge divorziato.

Quanto spetta di reversibilità al coniuge

La quota di reversibilità - o di pensione indiretta - spettante al coniuge varia dalla presenza di figli. Nel dettaglio, alla morte del marito o della moglie la pensione di reversibilità viene così riconosciuta:

  • 60% dell’importo per il coniuge solo;
  • 80% dell’importo per il coniuge e un figlio;
  • 100% dell’importo per il coniuge e due o più figli.

Quindi, a ciascun figlio, se ne ha diritto anche il coniuge, spetta il 20% (meno in presenza di più di due figli).

Inoltre se inabili al lavoro, i coniugi superstiti possono fare richiesta dell’assegno di vedovanza.

Limiti entro cui la pensione di reversibilità è cumulabile con i redditi da lavoro

Tuttavia, nonostante in presenza delle suddette condizioni la pensione di reversibilità spetta sempre al coniuge, laddove questo abbia altri redditi rischia di subirne una riduzione. Pensiamo ad esempio al coniuge superstite che lavora, o comunque che percepisce una pensione per se stesso; questo avrà comunque diritto alla reversibilità, ma in misura ridotta.

Nel dettaglio, non scattano i tagli quando i redditi del beneficiario sono inferiori a tre volte il trattamento minimo annuo (7.781,91 euro nel 2024) del Fondo pensioni lavoratori dipendenti, quindi fino a 23.345,73 euro. Superando tale soglia, invece, si applicano i seguenti tagli:

  • meno il 25%, in caso di reddito compreso tra 23.345,73 (tre volte il trattamento minimo) e 31.127,64 euro (quattro volte il trattamento minimo);
  • meno il 40% in caso di reddito compreso tra 31.127,64 (quattro volte il trattamento minimo) e 38.909,55 euro (cinque volte il trattamento minimo);
  • meno il 50% per redditi superiori a 38.909,55 euro (cinque volte il trattamento minimo).

Tuttavia, i suddetti tagli non si applicano laddove il beneficiario faccia parte di un nucleo familiare con figli minori, studenti o inabili.

Inoltre, come specificato dalla sentenza n. 162 del 30 giugno 2022 della Corte Costituzionale, esiste un limite ai tagli della pensione di reversibilità. Nel dettaglio, l’importo non può essere decurtato di una somma che supera l’ammontare complessivo dei redditi aggiuntivi.

Quindi, in presenza di altri redditi la pensione di reversibilità può essere decurtata solo fino a concorrenza dei redditi stessi.

Cosa succede in caso di nuovo matrimonio?

Concludiamo facendo chiarezza su cosa succede se il coniuge superstite, non divorziato, decide di risposarsi.

Ebbene, il diritto alla pensione di reversibilità si estingue in caso di nuovo matrimonio. Tuttavia, al superstite viene prima riconosciuto un assegno di valore pari a due annualità della pensione di reversibilità che sarebbe spettata in assenza di nuove nozze. Tale assegno viene erogato in un’unica soluzione.

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