Quanto si prende di pensione con uno stipendio di 1.500 euro? Ecco i calcoli aggiornati.
L’importo della pensione dipende in larga parte da quanto un lavoratore ha guadagnato nel corso della sua carriera. Questo vale sia per i periodi calcolati con il sistema retributivo, che tiene conto degli ultimi stipendi, sia per quelli calcolati con il sistema contributivo, basato su tutti i contributi versati anno per anno.
Nel sistema retributivo - applicato ai periodi anteriori al 1996 o al 2012 per chi aveva già 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995 - l’importo della pensione è legato a una percentuale delle ultime retribuzioni. Nel contributivo, invece, ogni euro guadagnato contribuisce a determinare il cosiddetto montante contributivo, che sarà poi trasformato in pensione tramite un apposito coefficiente.
In ogni caso, va tenuto presente che la pensione è inferiore all’ultimo stipendio percepito: la differenza prende il nome di tasso di sostituzione ed è più marcata per chi va in pensione con il solo sistema contributivo.
Ma quanto prenderà di pensione chi ha guadagnato in media 1.500 euro al mese durante tutta la carriera lavorativa? Vedremo le differenze tra calcolo contributivo e retributivo, con simulazioni basate su età di pensionamento e anni di contributi.
L’importo della pensione dipende per buona parte da quanto un lavoratore ha guadagnato in carriera. Ciò vale sia per la parte calcolata con il retributivo che con il contributivo, poiché in entrambi i casi l’importo degli stipendi ha una notevole incidenza sull’assegno futuro.
Con il sistema retributivo, che ricordiamo si applica per i periodi lavorati entro il 1995 (o 2011 per coloro che al 31 dicembre 1995 possono far valere 18 anni di contributi) l’importo della pensione è pari a una certa percentuale degli ultimi stipendi percepiti. Nel contributivo, invece, dalla busta paga dipende la misura del montante contributivo, base di calcolo per la pensione futura.
Va detto che generalmente la pensione risulta essere più bassa rispetto all’ultimo stipendio percepito. Questa differenza, chiamata tasso di sostituzione, è particolarmente ampia specialmente nel caso degli assegni interamente calcolati con il sistema contributivo. Con questo sistema, infatti, tutte le retribuzioni percepite nel periodo di riferimento rappresentano un carattere rilevante ai fini della definizione dell’importo dell’assegno.
Non si guarda però solamente agli ultimi stipendi, come invece nel caso del sistema retributivo, bensì a quanto guadagnato in ogni anno di lavoro.
Per questo motivo chi vuole sapere quanto prenderà di pensione con uno stipendio di 1.500 euro al mese deve tener conto di tutti i periodi lavorati e fare una media di quelli che sono stati gli importi guadagnati.
A tal proposito, qui risponderemo alla domanda su quanto prende di pensione un lavoratore che in media ha guadagnato 1.500 euro netti per l’intera carriera lavorativa, dando così un risultato che sia il più vicino possibile a quanto effettivamente verrà liquidato dall’Inps.
Quanto spetta di pensione con 1.500 euro di stipendio
Con il sistema di calcolo contributivo che oggi si applica per tutti i periodi lavorati, lo stipendio percepito è molto importante in quanto determina la quota di contributi versata all’Inps.
Sull’ammontare dello stipendio, infatti, si versa il 33% (aliquota Ivs per la generalità dei lavoratori dipendenti) all’Inps, di cui una piccola parte (9,19% nel settore privato, 8,80% nel pubblico) è a carico del dipendente, mentre quella restante del datore di lavoro (e non è indicata in busta paga).
I contributi maturati vengono così accantonati e rivalutati ogni anno in base all’inflazione: questa operazione genera il cosiddetto montante contributivo, che a sua volta viene trasformato in importo lordo di pensione attraverso l’applicazione di un apposito coefficiente.
Chiamato appunto coefficiente di trasformazione, questo ha un valore tanto più alto quanto più si ritarda l’accesso alla pensione. Chi ci va più tardi godrà quindi di un coefficiente che valorizza maggiormente quanto versato in carriera.
I coefficienti attualmente utilizzati sono i seguenti, ma va detto che cambiano ogni due anni per effetto dell’adeguamento con le speranze di vita (il prossimo aggiornamento è in programma a gennaio prossimo).
Età | Divisori | Valori |
---|---|---|
57 | 23,789 | 4,204% |
58 | 23,213 | 4,308% |
59 | 22,631 | 4,419% |
60 | 22,044 | 4,536% |
61 | 21,453 | 4,661% |
62 | 20,857 | 4,795% |
63 | 20,258 | 4,936% |
64 | 19,656 | 5,088% |
65 | 19,049 | 5,250% |
66 | 18,441 | 5,423% |
67 | 17,831 | 5,608% |
68 | 17,218 | 5,808% |
69 | 16,600 | 6,024% |
70 | 15,980 | 6,258% |
71 | 15,360 | 6,510% |
Chi in media ha guadagnato 1.500 euro, quindi, quanto prenderà di pensione? Intanto va detto che la misura dei contributi da versare all’Inps viene determinata sull’imponibile lordo e non sul netto.
Quindi bisogna trasformare 1.500 euro di stipendio netto in lordo: possiamo semplificare aumentando del 40%. Il lordo quindi è di 2.100 euro, con una RAL (retribuzione annua lorda) di circa 27.300 euro. Ogni anno, quindi, vengono versati circa 9.009 euro di contributi previdenziali.
A questo punto ci sono due variabili fondamentali da considerare:
- quanti sono gli anni lavorati;
- a quale età si accede alla pensione.
La prima serve a calcolare il montante contributivo complessivo, mentre la seconda determina il coefficiente di trasformazione da applicare per ottenere l’importo annuo lordo della pensione.
Facciamo un primo esempio: un lavoratore che va in pensione a 67 anni con 30 anni di contributi. Con uno stipendio medio di 1.500 euro netti (ossia 2.100 euro lordi), avrà versato un totale di circa 270.270 euro. Applicando il coefficiente di trasformazione aggiornato per i 67 anni (5,608%), l’assegno annuo lordo sarà di circa 15.160 euro, pari a circa 1.166 euro lordi al mese. Al netto, la pensione mensile sarà di circa 880–900 euro, molto meno rispetto allo stipendio percepito durante la carriera.
Va meglio a chi ha lavorato più a lungo o decide di rimandare il pensionamento. Supponiamo ora il caso di un lavoratore che va in pensione a 69 anni con 40 anni di contributi. Il montante contributivo sale a 360.360 euro; il coefficiente di trasformazione a 69 anni, aggiornato al 2025, è pari a 6,024%.
La pensione annua lorda sarà quindi di circa 21.724 euro, corrispondente a 1.671 euro lordi al mese. Al netto, si tratta di circa 1.300–1.350 euro, un importo più vicino allo stipendio di partenza e con un tasso di sostituzione decisamente più alto rispetto al primo caso.
Quanto spetta di pensione con 1.500 euro di stipendio nel sistema retributivo
Quanto spetta invece per i periodi contributivi maturati nel regime retributivo, quindi prima del 1996 (o 2012 per chi al 31 dicembre 1995 aveva maturato 18 anni di contributi)?
Mettiamo il caso che 1.500 euro netti - circa 2.100 euro lordi - sia la media degli ultimi stipendi percepiti. Con il sistema retributivo il calcolo della pensione si basa su due quote. Con il contributivo se ne prende una certa parte in base al numero di anni che riferiscono al sistema retributivo. Nel dettaglio, la cosiddetta aliquota di computo è solitamente pari al 2%.
Ad esempio, se gli anni di contributi nel retributivo sono 10 l’aliquota di computo è del 20% quindi di assegno spettano 420 euro lordi; se invece sono 15 l’aliquota è del 30% e di assegno spettano 630 euro lordi. Soldi che ovviamente si andranno ad aggiungere alla quota di pensione calcolata con il contributivo.
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