Pensionati con attività da lavoro autonomo, occhio alla data del 30 novembre. Cosa succede dopo?

Simone Micocci

16 Novembre 2022 - 13:07

condividi

L’Inps ricorda la scadenza della campagna Red 2022: entro il 30 novembre i pensionati lavoratori autonomi dovranno comunicare i redditi del 2021, oltre a quelli che si stima di percepire nel 2022.

Pensionati con attività da lavoro autonomo, occhio alla data del 30 novembre. Cosa succede dopo?

I lavoratori autonomi che nel frattempo percepiscono una pensione hanno tempo fino al 30 novembre 2022 per comunicare all’Inps i redditi da lavoro conseguiti nel periodo d’imposta 2021, come pure quali potrebbero essere i redditi percepiti nell’anno corrente, ma solo qualora gli stessi siano oggetto del divieto parziale di cumulo con le prestazioni pensionistiche.

A darne conferma è l’Inps con il messaggio n. 4101 del 2022, ricapitolando quelli che sono i passaggi di una procedura che si ripete ogni anno e che comporta delle sanzioni ben precise per coloro che non la portano a termine entro il suddetto termine.

Va ricordato, però, che l’obbligo di comunicazione dei redditi da lavoro autonomo, da assolvere inviando il modello Red, non vale per tutti i pensionati. Negli anni, infatti, la normativa è stata modificata più volte e il risultato oggi è che nella maggior parte dei casi vi è totale cumulabilità tra i redditi da lavoro, sia dipendente che autonomo, e la pensione.

Quali pensionati lavoratori autonomi non devono assolvere all’obbligo di comunicazione dei redditi

Per effetto delle modifiche normative intervenute in questi anni, sono esclusi dal suddetto obbligo di dichiarazione, in quanto non soggetti al divieto di cumulo della pensione con redditi da lavoro autonomo, coloro che fanno parte delle seguenti categorie:

  • titolari di pensione, o assegno, d’invalidità avente decorrenza entro il 31 dicembre 1994;
  • titolari di pensione di vecchiaia, anche se liquidata nel sistema contributivo;
  • titolari di pensione d’anzianità e di trattamento di prepensionamento a carico dell’assicurazione generale obbligatoria e delle forme sostitutive ed esclusive della stessa;
  • titolari di pensione o assegno d’invalidità a carico dell’assicurazione generale obbligatoria dei lavoratori dipendenti delle forme di previdenza esonerative, esclusive, sostitutive della medesima, delle gestioni previdenziali dei lavoratori autonomi con un’anzianità contributiva pari o superiore a 40 anni.

Chi deve effettuare la comunicazione?

Ne risulta che, l’obbligo vale esclusivamente per:

Gestioni private

  • Titolari di assegno ordinario d’invalidità
  • Titolari di trattamenti previdenziali d’invalidità diversi dalla pensione d’inabilità;
  • liquidati con un’anzianità inferiore a 40 anni di contributi e con decorrenza successiva al 31 dicembre 1994

Gestione pubblica

  • Titolari di trattamenti pensionistici privilegiati
  • Titolari di trattamenti derivanti da dispensa del servizio per inabilità assoluta e permanente, a eccezione della pensione d’inabilità assoluta e permanente che non consente lo svolgimento di alcuna attività lavorativa

Solo per chi fa parte di una delle suddette categorie, infatti, vi è il divieto di cumulo tra pensione e reddito da lavoro autonomo, facendo così scattare la decurtazione dell’assegno quando i proventi dell’attività risultino superiori a una certa soglia.

Le decurtazioni della pensione

Salvo il caso in cui l’importo da lavoro autonomo conseguito nel 2021 risultasse inferiore a 6.702,54 euro, sulla pensione percepita verranno decurtate le quote di pensione non cumulabili. A tal proposito, per valutare la misura della decurtazione l’Inps ha bisogno di acquisire le informazioni riferite ai redditi percepiti nel corso dell’anno precedente, comunicazione che va fatta direttamente dal pensionato con il modello Red 2022.

A tal proposito, entro la data del 30 novembre prossimo i pensionati interessati dovranno dichiarare a consuntivo i redditi da lavoro autonomo percepiti nel 2021, e a preventivo quelli del 2022, i quali poi saranno conguagliati una volta che nel 2023 verrà effettuata la dichiarazione dei redditi definitiva.

Ricordiamo che l’obbligo di comunicazione vale anche per quei pensionati il cui reddito del 2021 non ha subito variazioni rispetto al dato già comunicato, a preventivo, con la dichiarazione dei redditi presentata lo scorso anno.

Come presentare la dichiarazione

Per chi volesse muoversi in autonomia è presente l’apposito servizio nell’area personale MyInps. Nel dettaglio, una volta effettuata l’autenticazione, basterà scrivere nell’apposita barra di ricerca “Dichiarazioni reddituali - Red semplificato”, selezionando poi la campagna riferita al 2022.

In alternativa ci si potrà avvalere del supporto di un patronato.

Di quanto viene decurtata la pensione?

Nel caso dei redditi da lavoro autonomo, la decurtazione agisce sulla parte d’importo che eccede il trattamento minimo, quindi 6.702,54 euro (valore riferito al 2021). Nel dettaglio, viene decurtato il 70% dell’eccedenza, ma in ogni caso le relative trattenute non possono superare il 30% del valore dei redditi da attività da lavoro autonomo.

Cosa rischia chi non effettua la comunicazione?

È molto importante effettuare la comunicazione. In caso di mancata presentazione del modello Red entro il termine previsto, infatti, al lavoratore autonomo viene chiesto di versare all’ente previdenziale di appartenenza una sanzione pari all’importo annuo della pensione percepita nell’anno in cui riferisce la prestazione. A farsi carico del recupero della sanzione è l’Inps, in quanto l’Istituto decurterà la quota prevista direttamente dalle rate di pensione.

Argomenti

# INPS

Iscriviti a Money.it

SONDAGGIO