«Il Pd non scelga l’agenda Draghi, teniamo aperto il dialogo con il M5s», l’intervista a Evi (Verdi)

Giacomo Andreoli

22/07/2022

Eleonora Evi, tra i leader del cartello ecologista e socialista con Sinistra Italiana, intervistata da Money.it, invita il Pd a non seguire l’agenda Draghi e chiude a Renzi, Di Maio e Calenda.

«Il Pd non scelga l’agenda Draghi, teniamo aperto il dialogo con il M5s», l’intervista a Evi (Verdi)

«In questa fase il dialogo con il Movimento 5 Stelle è difficile, ma bisogna fare uno sforzo e il Pd non può partire dall’agenda Draghi per costruire un campo progressista. Renzi, Di Maio e Calenda? Con loro poco a che spartire». L’eurodeputata dei Verdi Eleonora Evi spiega così a Money.it quali dovrebbero essere, secondo il suo partito, le basi su cui costruire un’alleanza di centrosinistra in vista delle elezioni anticipate del prossimo 25 settembre. L’ex esponente del M5s e ora tra i leader del cartello socialista ed ecologista con Sinistra Italiana, invita quindi il ministro del Lavoro Andrea Orlando a fare fino all’ultimo tutto il possibile per alzare i salari dei lavoratori.

Prima che il governo cadesse avevate presentato con Sinistra Italiana nove punti su cui intervenire per affrontare le situazioni di emergenza del Paese: le proporrete come basi di un’alleanza di centrosinistra?

Abbiamo individuato dei punti urgenti su cui intervenire. Auspichiamo certamente che diventino le basi per il programma politico di un governo progressista, che affronti le questioni sociali e ambientali in modo prioritario, cosa che fino ad ora è mancata. Per farlo, però, serve costruire prima un’alleanza di sinistra.

In questa alleanza non c’è più spazio per il M5s, come dicono Pd e LeU?

Noi non abbiamo mai messo veti. Evidentemente quanto successo rende il dialogo molto complicato, perché non si può negare che a scatenare la crisi sia stato il Movimento 5 Stelle. Una crisi che ci porta a elezioni anticipate e che fornisce un enorme assist alla destra. La vedo complicata, ma allo stesso tempo dico: bisogna evitare che vada al governo una destra populista, becera e sovranista come quella che sarebbe guidata da Giorgia Meloni, che ci farebbe tornare indietro di decenni sulle questioni sociale e ambientale. Per questo le forze che hanno dei punti in comune sui temi progressisti devono continuare a dialogare.

Quindi bisogna fare uno sforzo per tenere dentro Conte e i 5 Stelle?

Uno sforzo va fatto, senza dubbio.

Ma sembra che il Pd questo sforzo non voglia farlo, mettendo al centro l’agenda Draghi e spostando l’asse del campo largo al centro.

Siamo stati molto critici con l’agenda del governo Draghi e siamo sempre stati all’opposizione. Non per ragioni di pregiudizio rispetto alla persona e al suo esecutivo, ma perché abbiamo visto una direzione verso il centrodestra. In oltre un anno e mezzo l’esecutivo non ha saputo dare al Paese le risposte necessarie. L’agenda Draghi non è la base di partenza da cui partire, semmai i nostri punti, che sono molto più sociali e necessari per l’Italia.

Quindi se il Pd sceglie il profilo centrista è meglio fare un campo ecologista e socialista alla Mélenchon con i grillini?

Escludo una coalizione con solo il M5s. Non è una strada praticabile. In queste ore concitate è difficile fare una valutazione di questo tipo. Serve una riflessione interna, anche di Sinistra Italiana e dei Verdi, a partire dai territori. Senza dubbio diciamo a tutte le forze che si dicono progressiste di partire dai nostri punti, tra cui segnalo il tetto al prezzo del gas, sia al livello europeo che nazionale e poi il trasporto pubblico gratuito o dal costo ridotto per tutti. Si tratta di una misura per ridurre l’inquinamento, garantire una accesso equo ai servizi pubblici e aiutare i più deboli in un momento di difficoltà economica.

Nel merito, quindi, siete più vicini al M5s rispetto che al Pd?

No, il dialogo deve andare avanti con tutte le forze che si dichiarano socialiste ed ecologiste, anche se poi avrei molto da dire sulle battaglie ecologiste del Movimento. Hanno tradito la qualunque in campo ambientale, ma comunque hanno proposte che guardano in quel senso. In ogni caso non andremo mai da soli con i 5 Stelle senza allargare il campo.

Questo dialogo può essere esteso a Calenda, Renzi e Di Maio?

Calenda ha riportato in auge un assurdo dibattito sul nucleare, Renzi ha portato avanti politiche più di destra che di sinistra, mentre Di Maio ha dimostrato di avere a cuore solo la sua carriera politica personale. Io credo che con questi soggetti ci sia molto poco da dialogare. Credo che abbiano visioni completamente distanti dalla visione sociale e climatica che portiamo avanti, con alcune posizioni che non sono accettabili da parte nostra.

Nonostante il governo sia dimissionario sta ragionando sul decreto luglio contro inflazione e caro-energia. Cosa andrebbe fatto per aiutare famiglie e imprese?

Noi diciamo: partiamo intanto dagli extraprofitti delle aziende energetiche, una delle grandi distorsioni del nostro Paese. Oltre 50 miliardi di euro di profitti aggiuntivi sono tassati solo con un prelievo del 25% per le grandi aziende, qualcosa di inaccettabile. Andrebbe richiesta la restituzione totale degli extraprofitti e utilizzare le risorse per alleviare la situazione drammatica di famiglie e imprese che sono in grande sofferenza.

Con la caduta di Draghi è saltata la legge sul salario minimo, ma il ministro Orlando ragiona con i sindacati su un meccanismo per alzare i minimi orari a un milione di lavoratori. Come lo giudicate?

Non si può pensare di non dare risposte sul salario minimo. Adeguare i contratti a quelli più rappresentativi sul lato delle soglie di paga oraria è un primo intervento a cui noi guardiamo con grande interesse.

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