Cresce la paura per i tassi: nuovi ribassi sul mercato?

Tommaso Scarpellini

16 Gennaio 2024 - 18:06

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Il mercato sembra orientarsi nuovamente verso un rinvio dei primi abbassamenti dei tassi d’interesse. Cosa sta accadendo in borsa?

Cresce la paura per i tassi: nuovi ribassi sul mercato?

Il recente riposizionamento dei capitali sui mercati finanziari sembra anticipare sorprese sui tassi d’interesse rispetto alle aspettative degli ultimi mesi. Alla luce dei commenti recenti dei policymaker della Banca Centrale Europea, le borse hanno reagito prevedendo un rinvio dei tanto attesi tagli dei tassi d’interesse, sia da parte della Fed che della BCE. Almeno, questo è ciò che suggerisce l’analisi intermarket.

Di fronte a queste indicazioni, cosa potrebbe accadere sui mercati se effettivamente le aspettative degli operatori di borsa si orientassero verso un rinvio degli abbassamenti di tassi precedentemente previsti per la fine del 2023?

I mercati si muovono verso una posticipazione dei primi tagli dei tassi?

Un’evidenza che non passa certo inosservata è la tendenza rialzista dell’indice del dollaro, il DXY, che, dopo un periodo di marcato ribasso, accentuato alla fine dello scorso anno, ha intrapreso un processo di recupero del proprio valore che molti ritengono essere già una vera e propria inversione di tendenza. Naturalmente, con il diminuire delle probabilità che la Fed possa abbassare i tassi già dal prossimo incontro, il mercato opta per il dollaro, forse in attesa di possibili apprezzamenti nei rendimenti dei Treasury USA e quindi un abbassamento del prezzo degli stessi. Questo processo sembra essere già iniziato, con un graduale ridimensionamento dei prezzi dei titoli di stato dei mercati occidentali.

Analogamente, il prezzo dell’oro, metallo prezioso e bene rifugio per eccellenza, riflette un aumento della volatilità, con nuovi ribassi, probabilmente causati dall’attrattiva dei titoli a reddito fisso, che continua a essere significativa in un mercato attualmente molto indeciso riguardo le future decisioni di politica monetaria delle banche centrali dei Paesi occidentali.

L’S&P500 prosegue in territorio negativo, come del resto anche l’indice europeo EU50 mentre le performance del comparto dei risk-on si colorano di rosso.

S&P 500, EU 50, 1D S&P 500, EU 50, 1D Grafico a candele giornaliere dell'indice S&P 500 e lineare dell'EU 50. Fonte: teletrader.com

Ha senso aspettarsi un politica monetaria più accomodante?

Non tutti sono favorevoli a un imminente taglio dei tassi d’interesse. Robert Holzmann, governatore della Banca Centrale Austriaca e membro del Consiglio Direttivo della Banca Centrale Europea (BCE), ha dichiarato durante il World Economic Forum di Davos che «Non dovremmo aspettarci un taglio dei tassi per il 2024», un’opinione che in realtà è stata più volte, in molte occasioni anche dichiarata da Christine Lagarde. Alla lista sei sostenitori si aggiunge anche Philip Lane, capo economista della BCE, il quale sostiene che sia prematuro parlare di una riduzione dei costi di finanziamento.

Sulla base di queste considerazioni, anche negli Stati Uniti le borse sembrano orientarsi verso un rinvio dei primi tagli ai tassi d’interesse, evidenziando il parallelismo tra le politiche monetarie europee e statunitensi.

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