Partita IVA, come scaricare la spesa acquistando i buoni pasto per se stessi

Patrizia Del Pidio

19/07/2023

19/07/2023 - 19:43

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Per chi ha una partita Iva esiste un modo per poter scaricare anche i pasti e la spesa alimentare grazie ai buoni pasto acquistati per se stessi.

Partita IVA, come scaricare la spesa acquistando i buoni pasto per se stessi

L’utilizzo dei buoni pasto viene molto spesso associato alle grandi aziende, quelle che hanno molti dipendenti, senza sapere che possono essere un ottimo investimento anche per le ditte individuali, le partite Iva e i lavoratori autonomi. Questi ultimi, infatti, possono acquistare i buoni pasto per i propri collaboratori ma anche per se stessi.

In questa fase va fatta, però, una doverosa premessa: parlare di buoni pasto e partite Iva con relativo trattamento fiscale non comprende i lavoratori autonomi che hanno scelto il regime forfettario agevolato. In questo caso, infatti, si applica un coefficiente di redditività legato al codice Ateco della stessa, non è permesso portare in deduzione o detrazione alcuna spesa, compresi, quindi, gli eventuali buoni pasto acquistati.

Perché al titolare di partita Iva conviene usare i buoni pasto?

Un libero professionista o un lavoratore autonomo che ha una partita Iva nel regime ordinario ha tutta la conveniente nell’utilizzare i buoni pasto.

Ricordiamo, infatti, che la Legge di Bilancio 2020 ha previsto dei nuovi limiti per i buoni pasto che non concorrono alla formazione del reddito imponibile (sono, quindi, esentasse) fino a:

  • 4 euro giornalieri per quelli cartacei;
  • 8 euro giornalieri per quellielettronici.

Quindi oltre alla deducibilità del costo di acquisto il valore del buono non costituisce reddito imponibile fio a questi limiti.

Differenza tra acquisto per collaboratori e per se stesso

Se il professionista o il lavoratore autonomo acquista i buoni pasto per erogarli ai propri collaboratori e dipendenti potrà dedurre integralmente il costo che sostiene per l’acquisto ma non potrà detrarre l’Iva agevolata al 4% addebitata dalla società che emette i buoni pasto per i dipendenti.

Ma quando i buoni pasto sono acquistati per se stessi perché non si hanno dipendenti, la deducibilità è inferiore. Il costo per l’acquisto dei buoni pasto deducibile, in questo caso, è del 75% del prezzo d’acquisto ma solo nel limite del 2% del fatturato totale annuo così come previsto dall’articolo 54, comma 5 del Tuir.

Quali vantaggi nello scegliere i buoni pasto per le partite Iva?

I vantaggi per il libero professionista o per chi ha una ditta individuale senza dipendenti nello scegliere i buoni pasto per se stessi non si deve ricercare solo nella deducibilità dei costi (che sicuramente non deve passare in secondo piano).

Uno dei vantaggi principali dello scegliere i ticket restaurant è dire addio a scontrini e fatture per la contabilità visto che basterà, per la deducibilità, l’unica fattura mensile dell’acquisto dei buoni pasto. Inoltre questo permetterà di avere un risparmio non solo di costi (spese di gestione) ma anche di tempo visto che ci saranno meno documenti da registrare.

Ovviamente i buoni pasto possono essere utilizzati al bar e al ristorante, ma anche per fare la spesa in supermercati e negozi di alimentari e questo permetterà di portare in deduzioni, quindi, anche la spesa alimentare abbattendo, con essa, la base imponibile.

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