Buoni pasto, cosa cambia dal 1° settembre 2025 per imprese e lavoratori?

Patrizia Del Pidio

10 Luglio 2025 - 11:58

Dal 1° settembre 2025 cambiano le commissioni dei buoni pasto. Chi ci rimette, chi ci guadagna e cosa cambia per i lavoratori?

Buoni pasto, cosa cambia dal 1° settembre 2025 per imprese e lavoratori?

Dal 1° settembre 2025 entra in vigore una novità importante per i buoni pasto che consente di risparmiare alle imprese. Cosa cambia per le aziende e per i lavoratori?

La novità riguarda le imprese che accettano i buoni pasto: dal 1° settembre per bar, ristoranti e pubblici esercizi che accettano i buoni pasto, le commissioni applicate per accettare il ticket restaurant non potranno superare il 5% del suo valore nominale. Per un buono pasto da 8 euro, quindi, la commissione non potrà superare 40 centesimi.

La misura era attesa da tempo poiché fino a oggi le imprese che accettano buoni pasto, in alcuni casi, sono costrette a sostenere oneri sproporzionati e insostenibili. Il tetto alle commissioni è un risultato importante poiché impedisce di scaricare sugli esercenti gli oneri del sistema Buoni Pasto. In questo modo, si spera, anche altre imprese inizieranno ad accettare i buoni pasto come forma di pagamento se fino a oggi erano state scoraggiate dalle commissioni poco sostenibili.

Commissioni buoni pasto, non è solo un dettaglio tecnico

A molti la novità potrà sembrare solo un dettaglio tecnico, visto che le commissioni al 5% si applicano già per i ticket emessi quest’anno, ma non su quelli erogati in precedenza. La riforma dei buoni pasto prevede che, senza più eccezioni, a chi accetta il ticket come forma di pagamento non possa essere applicata una commissione superiore al 5% del valore nominale del buono. Attualmente sui ticket erogati lo scorso anno la commissione trattenuta può arrivare anche al 20% del valore del buono, percentuale che ristoranti, bar ed esercenti in genere sono tenuti a lasciare a chi emette il ticket.

Chi ci rimette con la novità? Per i lavoratori che ricevono e spendono i buoni pasto non cambia nulla: il valore del buono rimane lo stesso a prescindere dalle commissioni. Ma se altri esercizi saranno spinti ad accettare i buoni pasto, questo potrebbe rappresentare un vantaggio per chi li spende. A risentire delle novità sono, invece, le società che emettono i buoni pasto.

Queste aziende stipulano delle convenzioni con bar, ristoranti, supermercati e altri esercenti e rimborsano il valore del buono a chi lo accetta come forma di pagamento, ma trattenendo una commissione. Dal 1° settembre, come detto, la commissione non potrà superare il 5% del valore nominale del ticket. Per ogni 10 euro di buoni pasto, di conseguenza, la società che li emette non potrà incassare più di cinquanta centesimi di euro per le commissioni.

Le società che emettono i ticket, con la riforma, perderanno parte dei loro guadagni e questo comporta una rinegoziazione delle convenzioni con gli esercenti.

Chi ci guadagna con la riforma?

I principali beneficiari della novità sono bar, ristoranti ed esercenti perché spenderanno meno per incassare i buoni pasto. L’unico dubbio che resta, sotto forma di timore, è che le società che emettono i buoni possano cercare di compensare la perdita delle commissioni, magari, prevedendo tempi più lunghi per il rimborso.

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