Partita Iva comunitaria per lavorare in Europa, regole e come aprirla

Nadia Pascale

22 Marzo 2024 - 09:52

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I titolari di partita Iva che vogliono effettuare scambi commerciali all’interno dell’Unione Europea devono avere la partita Iva comunitaria? Che cos’è e come iscriversi?

Partita Iva comunitaria per lavorare in Europa, regole e come aprirla

Cos’è la partita Iva comunitaria? In quali casi è necessaria? Ci sono dei costi connessi all’apertura di una partita Iva comunitaria?

I liberi professionisti che vogliono lavorare e intraprendere operazioni commerciali intracomunitarie, devono essere in possesso della partita Iva comunitaria. Non si tratta di una seconda partita Iva, ma un passaggio richiesto per poter operare al di fuori dei confini nazionali.

Bisognerà inserire la propria partita Iva all’archivio Vies, per essere in regola con le richieste europee. In questo modo si ha la possibilità di lavorare con partita Iva italiana, legalmente, anche con il resto dell’UE.

L’iscrizione è gratuita, e può essere fatta in autonomia, attraverso il sito dell’Agenzia delle Entrate, oppure con il supporto di un consulente. Il possesso di una partita Iva comunitaria, così come per la partita Iva italiana, implica anche una serie di obblighi comunicativi.

Come si fa a iscriversi al Vies e quali sono questi obblighi? Di seguito tutte le informazioni.

Cos’è il Vies

Il Vies è un registro a cui bisogna iscriversi per rendere la propria partita Iva comunitaria, e quindi approvata per lavorare con i Paesi della Comunità Europea.
Si tratta di un acronimo, che sta per “Vat Information Exchange System”.

Ha la funzione di archivio digitale europeo, con al suo interno tutte le partite Iva comunitarie che operano come fornitori o clienti. Ha, tra le altre funzioni, quella di riconoscere i numeri delle partite Iva iscritte, verificandone la validità.

Chi è iscritto al Vies ha degli obblighi aggiuntivi, in caso di mancata iscrizione si incorre in una violazione di forma, a patto che non ci siano comportamenti fraudolenti, per cui è prevista una sanzione di 250 euro.

Partita Iva comunitaria: come fare

La partita Iva comunitaria identifica i soggetti che operano all’interno dell’Unione europea. Proprio per questo la partita IVA comunitaria è preceduta dalla sigla del Paese che l’ha rilasciata e da un certo numero di cifre, che varia da Paese a Paese, in modo da facilitare i controlli e l’identificazione.

L’obbligo di iscriversi al registro Vies ricade su coloro che, in possesso di una partita Iva, vogliono ampliare i propri affari oltre i confini nazionali, oppure chi deve ancora aprire la partita Iva, ma sa che lavorerà anche con clienti parte dell’UE.

In pratica, tutti i soggetti che esercitano attività di impresa, arte o professione nel territorio italiano oppure hanno in Italia una stabile organizzazione, devono iscriversi ai registri.

Anche i soggetti non residenti possono iscriversi, a patto che sia stato nominato un rappresentante fiscale, oppure che abbiano fatto richiesta per l’identificazione diretta ai fini dell’Iva.

Il procedimento, a seconda che si faccia parte di una o dell’altra eventualità (partita Iva già aperta, o no), è leggermente differente, infatti:

  • chi è in possesso della partita Iva deve solo chiedere l’iscrizione attraverso il portale dell’Agenzia delle Entrate, compilando il modello AA7 per le società di capitali o di persona, oppure quello AA9 per possessori di partita Iva individuale e lavoratori autonomi, al quadro I, “operazioni intracomunitarie”;
  • chi deve ancora aprire una partita Iva può svolgere la procedura riportata sopra nel momento dell’apertura, in una sola operazione, sempre attraverso il portale dell’Agenzia delle Entrate.

In entrambi i casi si può fare tutto autonomamente, oppure con un intermediario con apposita delega, consigliato in caso di apertura della partita Iva.

Una volta che il modulo arriva all’Agenzia delle Entrate, la registrazione è automatica e la partita Iva è comunitaria. È comunque obbligatorio aspettare che il registro Vies venga aggiornato.

Verificare partita Iva comunitaria

Per verificare che una partita Iva sia comunitaria è necessario essere in possesso del numero. Si può utilizzare il portale europeo per svolgere questa operazione, oppure uno dei tanti tool privati che si trovano online.

Bisogna:

  • inserire il Paese del possessore della partita Iva comunitaria che si vuole verificare;
  • inserire nella finestra sottostante il codice della partita Iva;
  • inviare, o aggiungere le altre informazioni non obbligatorie, ossia il numero di partita Iva e la nazionalità della persona richiedente.

Obblighi della partita Iva comunitaria

I soggetti in possesso di partita Iva comunitaria, quindi iscritti al VIES, sono tenuti a inviare gli elenchi riepilogativi delle operazioni intracomunitarie. Questa operazione può avvenire anche tramite un intermediario abilitato.

Le scadenze degli invii variano a seconda del superamento di determinate soglie quando si parla di cessione di beni, salvo situazioni particolari.

In particolare se viene superata la soglia dei 50.000 euro a trimestre, allora la dichiarazione deve essere presentata mensilmente, mentre se rimane sotto la soglia va fatta ogni trimestre. In entrambi i casi l’invio va fatto entro il 25 del mese successivo a quello di riferimento.
All’interno degli elenchi bisogna indicare sia le vendite, sia gli acquisti di beni o servizi in Stati parte della Comunità Europea.

Nel caso in cui, per quattro trimestri consecutivi (quindi un anno) non si inviassero gli elenchi, l’Agenzia delle Entrate può scegliere di escludere la partita Iva interessata dal registro Vies, togliendo quindi la possibilità di svolgere operazioni all’interno della Comunità Europea.
Questa eventualità avviene anche quando l’azienda, pur inviando gli elenchi in teoria, in pratica non ha svolto operazioni con Paesi esteri per 12 mesi consecutivi.

Solitamente questo avviene a seguito di una verifica per controllare che il soggetto non sia più effettivamente interessato a svolgere queste operazioni.

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