Controllo Partita Iva, come verificare esistenza e validità

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12/03/2024

12/03/2024 - 17:22

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Come posso controllare che una partita Iva sia effettivamente valida ed esistente ed evitare truffe? Ecco le indicazioni dell’Agenzia delle Entrate.

Controllo Partita Iva, come verificare esistenza e validità

È possibile fare una verifica della partita Iva di chiunque, a patto che se ne abbia il codice, per assicurarsi che sia vera e in corso di validità. Quando si inizia a lavorare con un nuovo collaboratore o un’impresa, verificare la partita Iva è un ottimo modo per evitare di cadere in truffe, oppure per assicurarsi di essere in possesso del codice giusto.

La verifica avviene direttamente attraverso un tool dell’Agenzia delle Entrate, presente sul sito ufficiale. Per poterlo fare è indispensabile avere il codice della partita Iva da controllare: non basta essere in possesso del codice fiscale della persona in questione, o di altri dati (nome, cognome etc etc). Il servizio è gratuito e la verifica è immediata e disponibile per le partite Iva italiane. Ecco come utilizzarlo e quando controllare anche le partite Iva comunitarie.

Cos’è e come è composto un numero di partita Iva?

Prima ancora di utilizzare il tool dell’Agenzia delle Entrate, una prima verifica della partita Iva italiana può essere fatta con una semplice lettura. La partita Iva, infatti, è un codice alfanumerico, composto da due lettere e undici numeri che identifica tutti i soggetti rilevanti economici ai fini dell’Iva, e viene rilasciato dall’Agenzia delle Entrate.

Una partita Iva italiana è costituita da:

  • due lettere iniziali, IT, che identificano la nazionalità (Italia);
  • le 7 cifre seguenti indicano il codice contribuente, assegnate dall’Agenzia delle Entrate;
  • i 3 numeri successivi sono il codice dell’ufficio provinciale dell’Agenzia delle Entrate che ha rilasciato la P.Iva;
  • infine, l’ultima cifra è casuale, assegnata attraverso un algoritmo.

Nel caso in cui il codice in nostro possesso non rispettasse le regole previste dalla legge italiana, probabilmente sarà un falso. Le partite Iva straniere, invece, seguono regole diverse.

Verifica della partita Iva: ecco come fare

Per verificare una partita Iva è fondamentale essere in possesso del codice. Altri dati, come il nome dell’azienda, non sono sufficienti per il controllo.

Il procedimento è:

  • andare al tool dell’Agenzia delle Entrate;
  • inserire nella finestra il codice corretto, compreso di sigla “IT”;
  • copiare il codice di sicurezza del portale e premere invia, oppure ripulisci per cancellare velocemente.

La verifica è completamente gratuita, immediata, e disponibile a tutti senza bisogno di permessi di alcun genere.

Quali informazioni si possono controllare con la verifica della partita Iva?

Inseriti i dati e cliccato invio, si ottengono una serie di informazioni dalla verifica:

  • lo stato della partita Iva, quindi se è attiva, sospesa, oppure cessata;
  • il cognome, o la denominazione, del titolare del codice;
  • la data di inizio attività e le date di sospensione o cessazione, se presenti;
  • eventualmente, si saprà anche se la partita Iva è parte o meno di un gruppo Iva.

Cosa fare nel caso in cui la verifica non vada a buon fine? In questo caso non si riceverà alcuna informazione e la partita Iva potrebbe non esistere. Si possono comunque verificare gli elenchi delle partite Iva italiane, disponibili a tutti.

Cosa fare per verificare una partita iva comunitaria (non italiana)

Il servizio dell’Agenzia delle Entrate è riferito esclusivamente alle partite Iva italiane e permette di verificarne l’esistenza e lo stato. Non permette però di controllare che il codice sia abilitato ad agire anche oltre i confini italiani (ed entro quelli europei).
In generale, chi opera in Italia non ha bisogno di collaborare con partite Iva italiane abilitate anche per tutta la comunità Europea. Può accadere comunque di lavorare con realtà straniere. In questo caso, esse devono essere in possesso di una partita Iva comunitaria.

In breve, si tratta di una normale partita Iva di un qualsiasi Stato europeo, iscritta al registro VIES (acronimo di VAT Information Exchange System). Questa iscrizione abilita allo svolgimento di operazioni anche fuori dal proprio Stato. Come si verifica in questo caso? Basta utilizzare il servizio disponibile sul portale europeo.

Il funzionamento è molto simile a quello dell’Agenzia delle Entrate, solo che bisognerà inserire anche lo stato di appartenenza della partita Iva e avere qualche conoscenza di base della lingua inglese, sebbene i campi principali siano comunque tutti tradotti.

Le partite Iva degli altri Stati europei sono dotate sempre della sigla dello Stato di appartenenza, ma hanno codici numerici di lunghezza differente.

In quali casi è necessario effettuare una verifica di esistenza e validità di una partita Iva?

Il mondo dell’imprenditoria nasconde spesso insidie e proprio per questo il consiglio è verificare lo stato di una partita Iva in tutti i casi in cui si intende interagire con un nuovo cliente/azienda per stipulare dei contratti per prestazione di servizi o forniture.
Come detto, il numero di partita Iva è un codice identificativo di 11 numeri e 2 lettere che contraddistingue un soggetto economico e si tratta di una garanzia importante in tanti rapporti lavorativi.

Quando inizia una nuova collaborazione si diventa parti di contratti definiti a prestazioni corrispettive; di conseguenza si assume il ruolo di debitori/creditori. Soprattutto nel secondo caso è importante verificare che il soggetto abbia una posizione regolare. È bene ricordare che l’Agenzia delle Entrate può anche disporre la chiusura d’ufficio della partita Iva.

Nel momento in cui si è di fronte a un’azienda che si trova in difficoltà o che, addirittura, non dispone più di una partita Iva attiva, può essere difficile riuscire a trovare soddisfazione del proprio credito, anche perché chi non ha una posizione Iva regolare in molti casi non può emettere fattura.

Chi emette una fattura senza avere una partita Iva attiva, commette reato, ma per un cliente ci può essere anche un ulteriore danno; infatti, per tali fatture non è possibile avvalersi di deduzione e detrazioni fiscali.

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