Nel Regno Unito mancano lavoratori. Trasferirsi è ancora possibile, ma lo stipendio deve raggiungere una certa cifra. Non è complicato: la retribuzione media qui arriva a 4.000 euro al mese.
Ti sei mai chiesto qual è il Paese più ricco d’Europa? La risposta cambia a seconda dei criteri utilizzati. Se guardiamo al Pil pro capite, il primato spetta al Lussemburgo; se invece consideriamo la ricchezza personale globale, ossia il patrimonio complessivo detenuto dai cittadini, includendo attività finanziarie, immobili e altri asset, il primo posto va al Regno Unito.
Nel dettaglio, tra i Paesi del continente europeo il Regno Unito detiene la quota più alta di ricchezza personale: 3,84%, seguito dalla Germania con il 3,76% e dalla Francia con il 3,3%.
Nonostante questo primato, però, anche il Regno Unito affronta difficoltà simili a quelle di altri Paesi per quanto riguarda alcune dinamiche del mercato del lavoro. Studi recenti mostrano che Londra fatica a reperire personale in diversi settori: nel 2023, ad esempio, mancavano all’appello circa 330.000 lavoratori. Un divario tra domanda e offerta, soprattutto nei comparti che richiedono manodopera meno qualificata, aggravato dalla Brexit che ha limitato gli ingressi dall’estero rendendo molto più complicato trasferirsi nel Paese.
Nonostante ciò, lavorare nel Regno Unito è ancora possibile, e i dati più aggiornati indicano che uno stipendio medio si aggira intorno ai 4.000 euro al mese.
Come trasferirsi nel Regno Unito per lavorare dopo la Brexit
Come anticipato, la Brexit - che ha portato il Regno Unito fuori dall’Unione Europea - ha reso più complicato anche solo viaggiare qui, visto che serve passaporto e visto. Ancora peggio va per chi intende trasferirsi per lavoro, visto che serve soddisfare le seguenti regole.
Nel dettaglio, per ottenere il visto dedicato ai lavoratori qualificati, non basta semplicemente trovare un impiego: serve innanzitutto una proposta formale da parte di un datore di lavoro autorizzato dall’Home Office, cioè un’azienda registrata come sponsor ufficiale. L’offerta deve inoltre riguardare una posizione che richiede competenze adeguate e deve garantire una retribuzione minima piuttosto elevata: nella maggior parte dei casi si parla di almeno 38.700 sterline l’anno, circa 44 mila euro al cambio attuale, oppure della soglia salariale prevista per quella specifica professione, se più alta.
La conoscenza dell’inglese è un altro requisito imprescindibile: occorre dimostrare un livello intermedio, equivalente al B1 del Quadro Europeo. In alcuni settori pubblici, come sanità e istruzione, il minimo retributivo è più basso perché legato alle tabelle salariali nazionali, che partono da circa 23.200 sterline l’anno.
Esistono comunque situazioni in cui è possibile accedere al visto anche con uno stipendio inferiore alla soglia principale, purché non si scenda sotto le 30.960 sterline - circa 35 mila euro - e si rientri in categorie specifiche: ad esempio, i giovani sotto i 26 anni, studenti o neolaureati, oppure chi ha conseguito un dottorato in materie scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche o matematiche direttamente collegato al lavoro che andrà a svolgere. Per chi ha un PhD in altre discipline il limite minimo cambia, ma resta comunque più basso rispetto al requisito standard. Anche chi lavora in ambito accademico o nella ricerca post-dottorale può beneficiare di condizioni agevolate.
Oltre al percorso per lavoratori qualificati, esistono altre tipologie di visto pensate per categorie diverse: uno, l’Innovator Founder, è destinato a chi vuole creare o gestire un’impresa innovativa; un altro, l’Health and Care Worker, è dedicato invece ai professionisti della sanità, come medici, infermieri e operatori specializzati.
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Il Regno Unito cerca lavoratori in questi settori
Ma quali sono oggi i settori in cui è realmente più semplice trovare lavoro nel Regno Unito, o comunque un’azienda disposta a sponsorizzare il visto? Come anticipato, il Paese sta affrontando una carenza strutturale di personale. Una recente ricerca sulle tendenze occupazionali, condotta dal CBI insieme a Pertemps Network Group, mostra un quadro chiaro: quasi 4 aziende su 10 dichiarano di non essere riuscite a crescere a causa della mancanza di lavoratori con le competenze necessarie, mentre una su dieci ha perfino registrato una contrazione dell’attività.
In questo contesto, alcuni settori risultano particolarmente scoperti e continuano a registrare difficoltà maggiori rispetto ad altri.
Nel comparto sanitario e dell’assistenza sociale, la combinazione tra un fabbisogno crescente e una popolazione sempre più anziana ha creato un vuoto difficile da colmare. Case di cura, servizi domiciliari e strutture infermieristiche faticano a mantenere organici sufficienti, e questo rende il settore uno dei più attraenti per i lavoratori stranieri con qualifiche adeguate.
Anche l’edilizia, insieme ai mestieri qualificati come elettricisti e idraulici, soffre una penuria costante di personale, come
pure il settore dell’ospitalità e del turismo che è stato tra i più colpiti. Tradizionalmente basato su lavoratori stagionali e profili meno qualificati, spesso provenienti dall’estero, ha risentito in modo particolare delle restrizioni introdotte dopo la Brexit.
Infine, l’IT - qui gli stipendi in Italia - e la tecnologia restano tra i comparti più competitivi e allo stesso tempo più carenti. Le aziende richiedono competenze molto specializzate, dallo sviluppo software alla cybersicurezza, fino all’analisi dei dati, ma il bacino di professionisti disponibili non basta a soddisfare la domanda.
Quanto si guadagna nel Regno Unito e quanto serve per trasferirsi davvero
Secondo gli ultimi dati disponibili, nel Regno Unito lo stipendio medio si aggira intorno alle 3.500 sterline al mese, pari a poco più di 40.000 sterline l’anno. Al cambio attuale, sono circa 4.000 euro al mese, un importo molto lontano dallo stipendio medio in Italia.
Ricordiamo però che per quanto riguarda lo stipendio ci sono delle regole molto chiare al fine da potersi trasferire per lavoro nel Regno Unito. A seguito della Brexit, infatti, è stata introdotta una soglia economica molto precisa per chi desidera trasferirsi come lavoratore qualificato: la regola generale prevede che l’offerta di lavoro garantisca almeno 38.700 sterline l’anno, l’equivalente di circa 44 mila euro. Si tratta dell’importo minimo richiesto per accedere allo Skilled Worker Visa, salvo eccezioni per alcuni settori regolamentati o per categorie particolari di candidati.
Questo significa che, pur essendo ancora possibile fare un’esperienza lavorativa nel Regno Unito, la retribuzione deve rispettare determinati parametri, altrimenti l’ingresso nel Paese non viene autorizzato. In altre parole, il vero discrimine non è soltanto trovare un impiego: è individuare un datore di lavoro disposto a sponsorizzare il visto e a offrirti una retribuzione che superi la soglia prevista.
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