Cadono le ipotesi Emanuela Orlandi e Mirella Gregori per le ossa rinvenute in un locale di proprietà del Vaticano: i resti risalgono al 1964
Le ossa rinvenute rinvenute a Roma in un locale di proprietà del Vaticano non appartengono né a Emanuela Orlandi né a Mirella Gregori.
Dopo analisi scientifiche è infatti emerso che si tratta di resti che risalgono a una data antecedente al 1964.
Escluse definitivamente quindi le voci che, nel corso delle ultime settimane, avevano portato a ipotizzare una clamorosa e storica svolta legata alle vicende delle due adolescenti scomparse nel 1983.
Gli episodi di cronaca delle giovani diedero il via a decenni in cui non fu risparmiata praticamente nessuna pista, per quello che divenne un vero e proprio caso internazionale.
Ossa in Vaticano, esclusa l’ipotesi Emanuela Orlandi: risalgono al 1964
Oltre alla data, che la scientifica ha indicato come “antecedente al 1964”, a non corrispondere è il sesso: i resti appartengono a un uomo.
In un primo momento i rilievi avevano parlato di bacino femminile, alimentando le congetture attorno alle due giovani scomparse nel 1983. La Polizia ha però parlato di cromosoma Y.
Crolla così la maggiore e anche più suggestiva impalcatura a supporto delle indagini, incentrate fin dall’inizio sulla ricerca delle compatibilità con i dna di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori.
Gli esami sono stati effettuati sulla calotta cranica e sul radio in laboratori di Caserta.
Emanuela Orlandi e Mirella Gregori
Nel 1983 a Roma la giovane Emanuela Orlandi sparisce nel nulla dopo aver seguito una lezione di musica. La circostanza lascia spazio a ipotesi di collegamenti, veri o presunti, con la Banda della Magliana, lo IOR, il Banco Ambrosiano e i servizi segreti.
Sorte simile quella capitata poche settimane prima a Mirella Gregori, scomparsa anche lei appena adolescente e finita al centro di un gioco di tesi e congetture più che mai vasto e talvolta fantasioso.
Una delle tante teorie attenzionate è quella di un ex terrorista turco, Mehmet Ali Ağca, che collega i fatti alla concomitante sparizione nel nulla del giornalista sovietico Oleg G. Bitov. Dall’altra parte, sono numerose le voci che insistono nell’analizzare il caso come strettamente connesso all’attentato a Giovanni Paolo II.
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