OpenAI e Oracle verso l’accordo cloud più grande della storia. 300 miliardi di dollari in 5 anni

Giorgia Paccione

11 Settembre 2025 - 12:27

La società guidata da Sam Altman si impegna con Oracle in uno dei più grandi contratti di cloud computing mai siglati: $300 miliardi in 5 anni per potenza di calcolo AI e data center globali.

OpenAI e Oracle verso l’accordo cloud più grande della storia. 300 miliardi di dollari in 5 anni

OpenAI ha sottoscritto un’intesa senza precedenti con Oracle, dal valore stimato di 300 miliardi di dollari da distribuire nell’arco di cinque anni. L’accordo, riportato dal Wall Street Journal, rappresenta uno dei più grandi investimenti mai registrati nel settore del cloud computing, legato direttamente alla crescita della domanda di infrastrutture per l’intelligenza artificiale.

L’intesa prevede che Oracle fornisca a OpenAI 4,5 gigawatt di capacità energetica, equivalenti al fabbisogno di circa 4 milioni di abitazioni, per alimentare i nuovi data center dedicati all’AI. Il progetto è parte integrante di “Project Stargate”, un programma strategico che punta a costruire poli tecnologici in grado di sostenere la leadership statunitense e dei suoi alleati nello sviluppo dell’intelligenza artificiale.

Il contratto non solo supera di gran lunga il giro d’affari attuale di OpenAI, ma segna anche una svolta nei rapporti tra i giganti tecnologici, con Oracle che si afferma come uno degli attori principali nella corsa all’AI, finora dominata da Microsoft, Google e Amazon.

L’accordo entrerà ufficialmente in vigore nel 2027.

Cosa prevede il programma Project Stargate?

Già nei mesi scorsi Oracle e OpenAI, insieme a SoftBank e l’amministrazione Trump, avevano annunciato un investimento iniziale da 100 miliardi di dollari negli Stati Uniti, con l’obiettivo dichiarato di arrivare a 500 miliardi nel lungo periodo. L’accordo da 300 miliardi firmato in questi giorni copre più della metà della cifra e rende tangibile la portata del progetto.

Secondo quanto emerso, Project Stargate non si limiterà agli Stati Uniti. Oltre ai cantieri già avviati in Texas, è prevista la realizzazione di un mega data center negli Emirati Arabi Uniti, ad Abu Dhabi, in collaborazione con partner locali come G42 e multinazionali come Nvidia e Cisco. L’impianto principale, da un gigawatt, sarà il cuore di un complesso che arriverà a cinque gigawatt di capacità complessiva, distribuiti su oltre 25 chilometri quadrati.

Il modello di finanziamento è particolarmente interessante: per ogni dollaro investito nel progetto emiratino, G42 destinerà un importo equivalente a sostegno delle infrastrutture negli Stati Uniti. Una strategia che rafforza sia la cooperazione internazionale sia il bilanciamento geopolitico degli investimenti.

Le implicazioni economiche e strategiche dell’accordo

Per Oracle, l’accordo si è già tradotto in un successo immediato sui mercati. Le azioni del gruppo hanno guadagnato oltre il 40% nella giornata di mercoledì, con ulteriori rialzi nel pre-market. Safra Catz, amministratrice delegata della società, ha confermato che OpenAI è uno dei tre grandi clienti con cui sono stati siglati contratti multimiliardari.

L’intesa ha avuto un effetto diretto anche sulla ricchezza personale di Larry Ellison, co-fondatore di Oracle, che ha superato Elon Musk nella classifica degli uomini più ricchi al mondo, raggiungendo un patrimonio totale di 393 miliardi di dollari.

Per OpenAI, invece, l’accordo rappresenta una scommessa sul futuro. L’azienda di Sam Altman prevede di generare 12,7 miliardi di dollari di ricavi nel 2025, ma i costi per potenza di calcolo e costruzione di data center restano enormi. Per diversificare, la società ha avviato anche una collaborazione da 10 miliardi di dollari con Broadcom per la progettazione di chip dedicati all’intelligenza artificiale. Tuttavia, il peso crescente degli investimenti mette in luce i rischi legati a una possibile bolla tecnologica, con gli analisti che segnalano l’enorme distanza tra ricavi attuali e impegni di spesa.

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