Omicron, allarme nuova variante in Ucraina: «Potrebbe arrivare in Italia»

Emiliana Costa

04/03/2022

04/03/2022 - 16:26

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Vaccini e tamponi gratuiti per tutti i rifugiati ucraini in arrivo in Italia. Lo ha stabilito il ministero della Salute. Intanto, alcuni virologi lanciano l’allarme: «Possibile nuova variante».

Omicron, allarme nuova variante in Ucraina: «Potrebbe arrivare in Italia»

I rifugiati ucraini che stanno arrivando in Italia saranno assistiti dalle Asl per tutto quello che riguarda l’emergenza Covid. Saranno garantiti a tutti tamponi e vaccini gratuiti e in ogni caso i profughi saranno visitati entro le 48 ore dall’arrivo nel nostro paese. Lo ha stabilito una circolare del ministero della Salute inviata alle Regioni.

I vaccini saranno offerti a tutti i cittadini ucraini dai 5 anni in su. I rifugiati positivi saranno isolati in apposite strutture. E intanto l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) lancia l’allarme: "Sommerso di contagi Covid in Ucraina". E diversi virologi iniziano a parlare di nuova variante. Entriamo nel dettaglio.

Tamponi e vaccini per i rifugiati in arrivo in Italia

Una circolare del ministero della Salute inviata a tutte le Regioni detta le linee guida per l’accoglienza dei profughi ucraini per tutto quello che riguarda l’emergenza Covid. Ai rifugiati in arrivo in Italia saranno garantiti tamponi e vaccini gratuiti. Inoltre, i profughi saranno visitati entro le 48 ore dall’arrivo nel nostro paese. Il vaccino sarà offerto a tutti i cittadini ucraini in arrivo dai 5 anni in su.

Non solo. Le Asl si occuperanno anche di tutte le altre possibili malattie infettive: «Dovranno assicurare le necessarie attività di sorveglianza, prevenzione e profilassi vaccinale anche in relazione alle altre malattie infettive». Il ministero della Salute chiede inoltre alle Asl una «precoce identificazione delle persone con esigenze particolari e specifiche vulnerabilità, si pensa ad esempio ai minori stranieri non accompagnati, alle donne in stato di gravidanza, ai nuclei familiari monoparentali».

Rischio nuova variante Covid? La posizione degli esperti

L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha lanciato l’allarme. Teme che ci sia un sommerso di contagi in Ucraina, dove solo il 35% della popolazione è vaccinata. E alcuni virologi parlano della possibilità che si sviluppi una nuova variante. A causa delle scarse condizioni igienico-sanitarie nei territori in guerra.

«Ci sono tutte le condizioni per l’arrivo di una nuova variante - spiega all’Adnkronos Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova - un’alta circolazione del virus, una bassa copertura vaccinale dei cittadini ucraini, condizioni socio-economiche disagiate, nessuna o bassa attenzione alle misure di protezione, condizioni climatiche di inverno pieno con maggiore possibilità di assembrarsi in luoghi chiusi. Non credo che ci siano laboratori di virologia in grado di sequenziare per capire cosa sta succedendo. Se anche ci fosse nessuno se ne accorgerebbe».

Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di Statistica medica ed Epidemiologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma, sempre all’Adnkronos aggiunge: «Ha ragione l’Oms quando dice di temere un sommerso di contagi Covid in Ucraina e dobbiamo stare attenti perché adesso arriveranno dei profughi a cui dobbiamo offrire cure e vaccinazioni, ovviamente per chi vuole vaccinarsi. E poi fare un tampone a tutti per stabilire chi è positivo e chi no».

Conclude Ciccozzi: «Questa, come ogni guerra nell’ambito di una pandemia globale può ricondurre a un numero di contagi maggiore anche se è molto più drammatico contare i decessi della guerra che non i contagi di Omicron, onestamente. Però non dobbiamo mettere in secondo piano la pandemia perché non è finita e non è ancora endemica».

In un post su Twitter Silvio Viale, medico ginecologo e consigliere comunale di Più Europa e Radicali, ha affermato: «Al momento dell’invasione Russia e Ucraina erano entrambe in piena ondata Covid ed è possibile che gli eventi diretti e indiretti della guerra favoriscano la diffusione. Questo vale certamente per i profughi, ma è il male minore da tollerare».

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