Allerta Omicron: «Altri 5 anni con il Covid». L’allarme degli esperti

Emiliana Costa

20/05/2022

20/05/2022 - 17:48

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Gli studiosi dell’International science council hanno delineato tre possibili scenari pandemici da qui al 2027. Ecco cosa potrebbe accadere.

Allerta Omicron: «Altri 5 anni con il Covid». L’allarme degli esperti

Altri 5 anni con il Covid? Ecco cosa dicono gli scienziati. In Italia le curve epidemiche iniziano a calare, con una diminuzione di ricoveri e nuovi positivi. Nel bollettino di ieri, giovedì 19 maggio, i casi registrati nelle 24 ore sono stati 30.310 su 247.471 tamponi, per un tasso di positività del 12,2%. Le vittime sono 108. Calano di quasi 60 mila unità gli attualmente positivi. In discesa anche ricoveri e terapie intensive.

Ma gli esperti invitano alla prudenza. Come gli anni scorsi, la circolazione del virus tende a scemare con l’arrivo della bella stagione. Ma in autunno potrebbe esserci una recrudescenza dell’epidemia, a causa anche delle nuove varianti Omicron 4 e 5. Altamente trasmissibili e immunoevasive.

Ma quanto durerà ancora la pandemia da Covid-19? Gli studiosi dell’International science council - l’organizzazione che riunisce oltre 200 associazioni scientifiche nazionali e internazionali - hanno delineato tre possibili scenari pandemici da qui al 2027. Scenari condizionati da diverse incognite: la vaccinazione nei paesi più poveri, i conflitti e la poca collaborazione internazionale. Entriamo nel dettaglio.

Altri 5 anni con il Covid, ecco i possibili scenari

Il primo scenario è quello «ottimistico», con l’80% del mondo vaccinato. In questo caso, gli scienziati ipotizzano che nei prossimi anni la percentuale di persone che hanno completato il ciclo vaccinale aumenti a livello globale dall’attuale 60% a oltre l’80%. In sostanza, agli attuali 4,7 miliardi di persone vaccinate con almeno due dosi bisognerebbe aggiungerne altri 2 miliardi: in questo modo potrebbero essere salvate molte vite e potrebbe essere ridotto il rischio di nuove varianti. Il Covid-19 non scomparirebbe, ma diventerebbe più gestibile. Con significativi benefici per la salute mentale dei cittadini, l’economia e lo sviluppo sostenibile.

Il secondo scenario è quello «probabile», con i vaccinati sotto la soglia del 70%. In questo caso gli scienziati ipotizzano che i governi - poco inclini ad aiutare con le vaccinazioni i paesi più poveri - mantengano il tasso di vaccinazione globale sotto il 70%. In questo modo il Covid diventa endemico, con ciclici picchi stagionali che mettono sotto pressione il sistema sanitario di diversi paesi, richiedendo «vaccini aggiornati e l’uso di farmaci antivirali».

Viene definito lo scenario più probabile, perché al momento la percentuale globale di vaccinati è il 60%, con l’Europa che raggiunge il 73% e l’Africa è ancora sotto il 20%.

Il terzo scenario è quello «pessimistico». In questo caso gli scienziati ipotizzano un incremento di nazionalismi e populismi (che ridurrebbe l’adozione dei vaccini) e delle tensioni geopolitiche (con una riduzione della cooperazione internazionale). In questo caso, solo il 60% della popolazione mondiale sarebbe vaccinata contro Covid-19 e i paesi in via di sviluppo avrebbero accesso limitato a vaccini e antivirali. In questo caso, il virus rimarrebbe in gran parte incontrollato causando gravi recidive in varie parti del mondo.

Italia, in arrivo quarta dose per tutti?

Ma come procede la campagna vaccinale in Italia? Al momento, la quarta dose di vaccino è aperta solo a fragili e over 80. Ma la somministrazione procede a rilento.

In un’intervista a Money.it, Massimo Andreoni, primario di Infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), parlando della possibile estensione a tutti della quarta dose ha spiegato: «Sarà una dose annuale che si farà nel periodo autunnale e che ci accompagnerà alla primavera. Questo dovrebbe essere il sistema a regime, con l’infezione che diventa endemica. Con il virus che circola molto, ma con casi severi solo nei soggetti fragili. La nostra immunità ha imparato a conoscere il virus, la maggior parte della popolazione ha buona immunità. Può essere un richiamo come quello per l’influenza, consigliato e generalizzato».

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