Allerta Omicron 2, aumentano i casi. «Il nuovo sintomo a lungo termine che spaventa»

Emiliana Costa

8 Marzo 2022 - 13:41

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Tornano ad aumentare i casi di Covid-19 in Italia. E in alcune zone crescono i contagi da Omicron 2. Non solo. Secondo uno studio, l’infezione provocherebbe nuovi effetti a lungo termine.

Allerta Omicron 2, aumentano i casi. «Il nuovo sintomo a lungo termine che spaventa»

Tornano a salire i casi di Covid (con le sue varianti Delta e Omicron) in alcune regioni italiane. Segnale che, nonostante la situazione sia in miglioramento, la circolazione virale è ancora alta e non bisogna abbassare la guardia. A lanciare l’allarme è il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta, commentando i dati della pandemia in Italia e la lieve inversione di tendenza registrata in questi giorni.

In alcune zone del paese si sta diffondendo Omicron 2, sottovariante molto contagiosa come la «sorella» Omicron. E da alcuni studi emergono nuovi sintomi a lungo termine legati all’infezione.

Non è tutto. Questa recrudescenza del virus non è stata registrata solo in Italia. Boom di casi anche in Cina, da dove è partito tutto. Ma cosa sta succedendo? Entriamo nel dettaglio.

Crescono i contagi in Italia e all’estero

La pandemia non sarebbe finita. Negli ultimi giorni in Italia e in alcune parti del mondo è stato rilevato un nuovo aumento di casi da Covid-19. In Cina, da dove è partito tutto, un nuovo boom: nelle ultime ore sono state registrate 213 nuove infezioni di Covid-19 a trasmissione locale. Non solo. Sono stati segnalati 113 nuovi contagi importanti e 442 asintomatici, 130 dei quali provenienti dall’estero.

La strategia Zero Covid attuata in occasione delle Olimpiadi di Pechino non è bastata a evitare la recrudescenza dei contagi. Le infezioni non erano così tante dallo scoppio dell’epidemia a Wuhan nel 2020. Anche in Nuova Zelanda, boom di casi con 18 mila nuove infezioni.

Per quanto riguarda l’Italia, sono cinque le regioni dove i casi hanno ripreso a crescere: Abruzzo, Molise, Calabria, Puglia e Sicilia. «La pandemia non è finita - spiega Cartabellotta - e in Italia la circolazione virale è ancora molto alta. Con i dati della pandemia in netto miglioramento e la drammatica situazione in Ucraina che ha catalizzato l’attenzione pubblica, si rischia un grave calo di attenzione nei confronti del Covid, che è un problema tutt’altro che risolto».

E continua: «Il virus circola in maniera molto elevata in Italia: nell’ultima settimana in alcune regioni non solo si è arrestata la diminuzione del numero dei nuovi casi, ma in qualche regione si vede qualche lieve aumento. In questa fase infatti il dato nazionale è influenzato al ribasso dalle principali regioni del Nord come la Lombardia, dove la situazione è particolarmente favorevole. Questo ovviamente trascina verso il basso il dato nazionale mentre in diverse regioni del centro sud si sta già verificando un’inversione di tendenza».

Cresce Omicron 2, ecco dove

Un’inversione di tendenza, con un aumento dei casi, si sta registrando dunque anche in Umbria. Nell’ultima settimana nella regione sono aumentati i casi legati a Omicron 2. La sottovariante di Omicron, con un’elevata contagiosità.

Ma se nel complesso la situazione è in miglioramento, resta la criticità dei 7 milioni di italiani che non hanno ricevuto ancora la dose booster. Criticità che preoccupa il governo.

Nuovo studio sulle conseguenze del Covid

Il Covid-19, anche in forma lieve, può provocare dei cambiamenti strutturali riconoscibili del cervello. Soprattutto in aree legate all’olfatto e alla memoria. Lo rivela un lavoro pubblicato sulla rivista Nature e condotto da Gwenaëlle Douaud della University of Oxford.

Dai risultati dello studio è emerso che alla seconda risonanza i pazienti guariti da Covid presentano diverse alterazioni strutturali e anatomiche come la riduzione della corteccia cerebrale, specie in alcune aree dedicate a memoria e olfatto. Non solo. È stata registrata anche la riduzione del volume complessivo del cervello e danni evidenti alla corteccia olfattiva. «Quanto questo quadro osservato sia reversibile nel tempo resta da indagare» conclude Douaud.

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