Nuovo stadio Roma: il Comune ha rimandato il progetto alla società giallorossa che ha 30 giorni di tempo per modificarlo nei cinque punti carenti. Ma di chi è la colpa?
Nuovo stadio Roma sempre più in salita, con la palla che passa clamorosamente dalle mani del Comune a quelle della società giallorossa.
Il Campidoglio dopo aver ottenuto una proroga di 30 giorni per presentare la variante urbanistica alla conferenza dei servizi, ha contemporaneamente mandato al club l’esito del responso tecnico sul nuovo stadio della Roma.
Il progetto del nuovo stadio della Roma è stato ritenuto incompleto e lacunoso, con ben cinque Dipartimenti che hanno dato il parere negativo. Ora quindi anche il club di Pallotta ha sempre 30 giorni di tempo per apportare le modifiche necessarie.
In pratica durante questo mese, società e Campidoglio dovranno lavorare assieme per migliorare il progetto del nuovo stadio della Roma e mettere a punto la variante urbanistica necessaria. Il tutto entro la prossima conferenza dei servizi oppure tutto sarà inutile.
Ci sono quindi tre possibili ipotesi sul futuro del nuovo stadio della Roma: il progetto viene bocciato, si riesce nei tempi stabiliti a fare tutto il dovuto oppure ci potrebbe essere uno stralcio tra la parte sportiva e quella commerciale.
Una situazione quindi molto ingarbugliata e complessa, ma di chi sono le colpe per lo stallo del nuovo stadio della Roma?
Nuovo stadio Roma: i cinque no del Comune
Il Comune di Roma ha inviato una relazione al club giallorosso dove si evidenziano lacune e mancanze nel progetto per il nuovo stadio presentato. La società quindi deve sistemare le cose entro 30 giorni oppure potrà dire addio al nuovo impianto.
Sono cinque i Dipartimenti che hanno dato il loro parere negativo sul progetto del nuovo stadio: Pianificazione Territoriale, Urbanistica, Viabilità, Sviluppo e Tutele Ambientale. Mancherebbero in più anche documenti come gli aggiornamenti dei dati catastali più volte richiesti dal Comune.
Sono diverse le problematiche che il club deve risolvere. Quelle sulla mobilità riguardano l’impatto che il nuovo stadio avrebbe sulla viabilità della Roma-Lido e della via del Mare, ipotizzando un traffico congestionato ogni giorno per via della presenza del centro commerciale presente del progetto.
Inoltre ci sarebbero molti dubbi sulla sicurezza sia sui tronchi di scambio che sulle localizzazione delle uscite dai parcheggi delle curve. In più sarebbero elevati i rischi anche per quanto riguarda i pedoni.
Altre problematiche sarebbero le emissioni maleodoranti e l’approvviggionamento idrico ed elettrico del nuovo stadio, tutti aspetti che si sommano forse al problema principale : il milione e passa di metri cubi di cemento previsti per la realizzazione della totalità del progetto.
L’assessore all’Urbanistica Paolo Berdini ha detto che per lo stadio e il parco fluviale non ci sono problemi. Il Business Park e il Centro Commerciale da 20.000 metri quadrati invece non rientrano nei parametri del piano regolatore e quindi vanno modificati.
Da qui l’idea dello stralcio in due progetti, con la società giallorossa che a quel punto però potrebbe lei decidere di dare lo stop a tutto il progetto, con la partita che poi si sposterebbe nei tribunali a suon di carte bollate.
Nuovo stadio Roma, di chi è la colpa?
I problemi relativi al nuovo stadio della Roma sono diversi. Il via libera definitivo è sempre più lontano e tanti sono gli attori in campo. Ci sono il club giallorosso, la Regione e naturalmente il Comune.
Quello che sbalordisce sia come per un progetto così importante ci si debba ridurre a 30 risicati giorni di tempo per sistemare tutte le lacune e le problematiche. Cosa sia stato fatto negli ultimi anni allora rimane un mistero.
Il parere tecnico del Comune alla fine è legittimo. Il progetto del nuovo impianto è un’enorme colata di cemento dove lo stadio rappresenta solo il 14% del costruito previsto. Una sproporzione troppo grande che non può che suscitare perplessità.
Perché allora aspettare così tanto, dando al club solo un mese di tempo per correre ai ripari? Le problematiche infatti sono quelle evidenziate dai Dipartimenti da mesi.
Anche la Regione che ha licenziato in maniera favorevole il progetto mesi fa, a questo punto bisogna capire in base a quali parametri abbia dato l’ok.
La stessa società di Pallotta ha molte colpe. Un progetto studiato per anni, che ha impegnato 500 professionisti non può essere così deficitario. L’impatto ambientale ed urbanistico sono due parametri primari da considerare. Poi è troppo eccessivo il cemento rispetto agli impianti sportivi.
Tutti errori che stanno impantanando il progetto del nuovo stadio della Roma, con tutti gli attori in causa che sembrano si stiano già preparando a scaricare la colpa agli altri. Con buona pace per i tifosi giallorossi.
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