Nuovo condono in legge di Bilancio. Ecco cosa sappiamo

Ilena D’Errico

16 Novembre 2025 - 21:02

Arriva un nuovo condono in legge di Bilancio con il nuovo emendamento di Fdi che attira critiche da tutte le parti. Ecco cosa sappiamo.

Nuovo condono in legge di Bilancio. Ecco cosa sappiamo

La maggioranza sta provando a riscrivere la manovra finanziaria a suon di emendamenti, che vedono tra le modifiche anche un controverso condono edilizio. Più che di una novità si tratta però di un grande ritorno, visto che la legge di Bilancio 2026 potrebbe riattivare la sanatoria del 2003 del governo Berlusconi. La destra ha infatti cercato, senza successo, di sedare le polemiche precisando che si tratta di una sanatoria e non di un vero condono e provando a ridimensionare la portata della novità.

È servito a poco, visto che le opposizioni stanno facendo ferro e fuoco da quando Fratelli d’Italia ha annunciato, molto strategicamente, quest’intenzione. Se andrà in porto, però, l’emendamento potrebbe finalmente risolvere l’incertezza e l’instabilità di moltissime famiglie italiane lasciate in sospeso da errori amministrativi e vortici burocratici.

Ci sono comunque dei dubbi, perché c’è chi vede in questo provvedimento (e in tutti gli altri analoghi) un rischio per la legalità e la sicurezza abitativa. Sul punto, però, bisognerebbe considerare che la sanatoria edilizia del 2003 - e di conseguenza anche il nuovo emendamento alla legge di Bilancio - già prevede delle restrizioni che escludono i casi insanabili. Ecco cosa sappiamo per il momento.

Il nuovo condono in legge di Bilancio

Il mega condono annunciato da Fdi in Campania, in prossimità del voto alle regionali, è stato proposto dai senatori Matteo Gelmetti e Domenico Matera. Con questo correttivo si propone di riattivare quanto previsto dall’articolo 32 del Dl n. 269/2003 - la terza maxi-sanatoria Berlusconi - per risolvere finalmente gli impedimenti che hanno lasciato migliaia di edifici nell’incertezza ed enormi disagi alle famiglie italiane.

Sono infatti rimaste numerose pratiche pendenti, per le quali i cittadini hanno anche sborsato cifre non indifferenti, escluse dalla sanatoria originale per motivi tecnici, amministrativi o di implementazione regionale erronei. La riapertura della sanatoria si rivolge così alle opere realizzate e finite in assenza o in difformità del titolo edilizio entro il 21 marzo 2003, a condizione (come previsto in origine) che fossero coerenti conformi alle prescrizioni urbanistiche vigenti a quella data.

Gli edifici costruiti in zone di inedificabilità assoluta e nelle zone rosse restavano e resterebbero tuttora esclusi dalla sanatoria, che peraltro richiedeva l’approvazione delle autorità competenti per le zone soggette a vincoli. Non ci sono particolari novità nella formulazione, che punta proprio a chiarire una volta per tutte la posizione di quelle famiglie rimaste escluse in primo luogo. Il problema riguarda principalmente la Campania, per un insieme di fattori che va dalla grande quantità di zone a rischio (soprattutto vulcanico) all’importante numero di abusi edilizi accentuati dalle criticità abitative, passando per la legge regionale che ha escluso molti potenziali beneficiari.

Vantaggi e rischi a confronto

La sanatoria, che sarà in discussione nei prossimi giorni, potrebbe rappresentare un passaggio importante all’insegna dell’equità. La riapertura dei termini consentirebbe infatti di risolvere i contenziosi pendenti da anni e le discriminazioni derivate dalla sanatoria del 2003, permettendo al contempo alle famiglie che hanno pagato per regolarizzare gli abusi di ottenere il risultato sperato. D’altra parte, l’emendamento ha fatto saltare sulla sedia le opposizioni, che vi vedono soprattutto una scelta strategica poco coerente con la linea del governo Meloni sugli abusi edilizi.

Di fatto, è innegabile che l’annuncio è stato concepito con grande attenzione alla campagna elettorale, ma non è nulla di sorprendente nel contesto politico. A preoccupare, piuttosto, sono i rischi derivanti dalla regolarizzazione degli abusi, tanto per questioni di sicurezza quanto per il messaggio che lo Stato lancerebbe alla cittadinanza.

Lo stesso Antonio Tajani, leader di Forza Italia, ha suggerito di “valutare gli edifici caso per caso” per eliminare i rischi, una soluzione ragionevole ma forse poco fattibile che comunque non risolve tutte le perplessità. La manovra finanziaria viene infatti criticata anche per l’inadeguata considerazione delle emergenze abitative, seppur l’intervento sull’abusivismo possa effettivamente entrare in quest’ottica.

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