Un’obbligazione buona per parcheggiare la liquidità a breve termine con la garanzia dello Stato sul capitale ivi investito
Il Buono Ordinario del Tesoro (BOT) rientra nel perimetro dei bond sovrani targati MEF di brevissimo respiro, ossia a 3, 6 e 12 mesi. La prima scadenza è la meno battuta delle tre, mentre il 12 e il 6 mesi di vita residua giungono in principio e a chiusura di mese.
Detto fatto: martedì 29 luglio arriva un nuovo BOT a 6 mesi dal Tesoro buono per chi cerca un’alternativa al conto corrente.
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Le caratteristiche del nuovo BOT in scadenza ai primi del 2026
Dopo le aste dei bond MEF a medio termine del 24 luglio, il mese si chiuderà con il lancio di un BOT nuovo di zecca. Vediamo la scheda tecnica del prodotto.
L’ISIN identificativo sul MOT è da attribuire e lo svelerà l’emittente in sede d’asta. Quanto alle date, quella di emissione, regolamento e scadenza sono, nell’ordine, quelle del 31/07 le prime due e del 30/01/2026 l’ultima, per una durata in giorni pari a 183, 6 mesi. L’importo offerto è di 6,5 miliardi di €, inferiori ai 9,675 mld di € di BOT pari durata in scadenza giovedì 31.
Com’è noto il BOT è uno zero coupon che non stacca cedole da emissione a scadenza, con il ritorno dato invece dal c.d. scarto di emissione. Cioè dalla differenza tra il prezzo di aggiudicazione d’asta e quello finale a 100. Per chi lo rivenderà anzitempo e/o lo traderà nella fase di maturazione, dallo scarto dei prezzi buy/sell.
Quanto al calendario per le operazioni di sottoscrizione, le prenotazioni da parte del pubblico scadono lunedì 28, il giorno dopo c’è l’asta e il 31 si regola il tutto.
Il BOT è un ottimo strumento per far fruttare la liquidità?
L’essere ricompreso nel perimetro dei titoli di Stato è sufficiente per considerarlo uno strumento capace di far fruttare la liquidità? La risposta sarebbe “dipende”, tipo dipende dal prezzo di aggiudicazione. Se quest’ultimo si attestasse a 95-96, per esempio, diremmo di sì data l’elevata garanzia sul capitale, il mix spese-Fisco, la scadenza ravvicinata e il ricco rendimento effettivo a scadenza.
Tuttavia, su simili timeframe gli attuali (e reali) ritorni sovrani nazionali sono molto più contratti. Il BOT Zc 14/01/’26 codice ISIN IT0005631533 già emesso a metà gennaio prezza 99,095, per uno yield effettivo a scadenza dell’1,96% annuo lordo.
Sicuramente al BOT, tanto quello prossimo a venire quanto per quelli già emessi e futuri, manca un elemento chiave (ma non l’unico) per far fruttare la liquidità: il tempo. I “grossi” guadagni sono in genere una funzione diretta del tempo dell’investimento. Altrettanto importanti si rivelano la diversificazione del capitale su più asset e sottostanti, il contenimento delle spese, il reinvestimento dei proventi di periodo. Sono tutti ingredienti chiave che ritroviamo in chi costruisce un PAC azionario di successo come spiegato nell’articolo che segue.
I rendimenti del reddito fisso a 6 mesi
Il ritorno atteso dal nuovo BOT a 6 mesi è più o meno in linea con i prodotti più diretti concorrenti.
Sul fonte postale (sempre a garanzia sovrana) l’unico prodotto a 180 giorni è il Deposito Supersmart Young con rendimento annuo lordo a scadenza del 2%. Il prodotto è tuttavia destinato ai soli giovani tra i 18 e i 35 anni di età titolari di libretto Smart monointestati o cointestati a firma disgiunta. Rispetto al BOT il cui taglio minimo è di 1.000 € e relativi multipli, qui il deposito lo si attiva da 500 € e multipli di 50. Varia inoltre l’aliquota fiscale (26% del Deposito contro il 12,5% del BOT) e il regime delle spese, assenti sulla Supersmart e presenti sul BOT.
Sul fronte bancario vi sono istituti di credito che erogano conti depositi vincolati a 6 mesi con tassi di interesse anche poco oltre il 3,00% annuo lordo. Qui si tratta di vedere di volta in volta quali sono le condizioni emittente per la sottoscrizione del prodotto. Il regime delle spese (tasse e costi di gestione) è molto simile alla Supersmart, mentre la garanzia FITD sul capitale è fino a 100mila €.
Nuovo BOT a 6 mesi dal Tesoro buono per chi cerca un’alternativa al conto corrente
Dopo aver inquadrato i pro e i contro del BOT si possono più agevolmente dedurre le possibili destinazioni d’uso in un ipotetico portafoglio. Vale a dire il parcheggio remunerato e garantito della liquidità sul brevissimo termine. Del resto i primi acquirenti dei Buoni del Tesoro sono proprio le SGR, le banche e le assicurazioni e gli istituzionali in generale per l’impiego della liquidità per pochi mesi. Inoltre il prodotto è garantito dallo Stato ed molto liquido sul mercato secondario, per cui all’occorrenza lo smobilizzano e lo “convertono” in denaro sonante.
Sarebbero queste, in conclusone, le potenziali possibilità d’impiego del prodotto per l’investitore retail, un’alternativa al c/c o al conto deposito etc. Prendiamo il caso di chi ha venduto un immobile o ha un’importante cifra liquida sul c/c e sta studiando come impiegarla al meglio sul lungo termine. L’operazione richiede tempo, massima ponderazione dei rischi, delle spese e delle opportunità d’impiego e tanto altro ancora. Data, in ultimo, anche l’estate di mezzo, ecco un possibile, potenziale parcheggio del cash a breve termine e a garanzia sovrana.
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